A Gaeta Ioetè per gli altri

Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce recita un antico proverbio; e così le nostre orecchie abituate dai mass media al chiasso dell’albero ci impediscono spesso di vedere la foresta che cresce. Potrebbe esserci una considerazione di questo genere dietro Ioetè, il meeting della solidarietà (www.ioete.org) in programma a Gaeta alla fine di settembre. Giunto quest’anno alla nona edizione, l’evento può ben essere considerato la festa del volontariato, un punto d’incontro per il terzo settore e per decine di piccole e medie organizzazioni che operano sul territorio soprattutto nel campo del sociale. Il progetto Ioetè – mi spiega il presidente del comitato organizzatore, Nino Arena – è nato per mettere in rapporto enti, associazioni, organizzazioni diverse fra di loro, per dare visibilità anche alle realtà più piccole. Sappiamo bene che il nostro Paese, in particolare poi il centro-sud, ha una cultura della partecipazione, della solidarietà sociale. Ma spesso tutto quello che si fa rimane nel silenzio, chiuso fra i quartieri delle nostre città, senza che mai nessuno se ne accorga. Noi siamo onorati quando al nostro meeting partecipano le grandi associazioni o le ong nazionali perché vuol dire che c’è attenzione verso questa iniziativa; però siamo piacevolmente sorpresi soprattutto quando sono le piccole e medie realtà che sentono la necessità di poter mostrare alla gente, ai media, che cosa fanno. A volte infatti c’è bisogno anche del sostegno esterno perché comunque il nostro è un impegno difficile, gratuito o retribuito che sia. Ad ospitare il meeting è appunto Gaeta, la cittadina a sud del Lazio, un promontorio in provincia di Latina, meta di turisti attratti dal suo bel mare (più volte insignito della Bandiera blu), dalle sue ampie spiagge, dalle bellezze natudi ralistiche, nonché dalle numerose testimonianze storiche, religiose e monumentali. Una città di 22 mila abitanti, con la presenza di una base Nato, della scuola della Guardia di finanza, di un porto molto attivo, che ne fanno un punto di riferimento per tutto il circondario, con le potenzialità e i problemi che ne possono derivare. È la città di mons. Luigi Di Liegro , sottolinea con fierezza l’assessore alle politiche sociali del Comune, Luigi Coscione, ricordando il fondatore della Caritas diocesana di Roma. E tracciando un quadro di Gaeta dal punto di vista sociale afferma che un certo disagio in città c’è anche se non si vede molto, almeno per quanto riguarda le persone che vi risiedono, perché comunque ci sono famiglie che riescono autonomamente a far fronte alle diverse difficoltà. Per favorire l’integrazione delle persone che vengono dai paesi extracomunitari, abbiamo affiancato progetti privati di insegnamento della nostra lingua, corsi serali per il recupero degli anni scolastici. Possiamo dire che Gaeta nella solidarietà ci ha sempre creduto, anche perché essendo un porto di mare ha avuto la necessità di accogliere le persone di diverse nazionalità che si sono avvicendate. La gente non si rivolge ancora molto all’amministrazione, ma stiamo cercando di crescere in questo rapporto di fiducia in modo che anche il disagio sommerso venga fuori perché possiamo affrontarlo insieme, con l’occhio e la competenza degli esperti. Sono infatti quindici i progetti portate avanti congiuntamente dal comune e dalle associazioni tra cui la Caritas, la Fondazione don Cosimino Fronzuto e molte altre. Uno stimolo reciproco a collaborare sempre meglio in modo da arrivare a più persone possibile. Che poi sarebbe l’attuazione del famoso principio della sussidiarietà orizzontale che dovrebbe regolare e armonizzare i rapporti tra stato, formazioni sociali e individui. Dunque quello di Gaeta si rivela un terreno adatto ad ospitare un meeting della solidarietà che, nato grazie all’intuizione di Nino Arena, in questi anni è andato sempre crescendo. Nel ’96 ero presidente di una cooperativa sociale come volontario – che è poi quello che faccio da una vita, il mio marchio di fabbrica, come mi piace dire -, e andai a Padova, a Civitas, la mostra- convegno della solidarietà e dell’economia sociale e civile – racconta Arena -. Mi resi conto che tra quelle presenti eravamo l’unica cooperativa da Roma in giù. All’epoca facevamo prodotti per la casa con il cui ricavato sostenevamo 20 persone disabili e altrettanti operatori. Così mi son chiesto perché queste iniziative devono essere sempre fatte al nord, perché questa cultura partecipativa, di visibilità nel sociale non può attecchire anche dalle nostre parti. Ne parlammo col sindaco di allora e inizialmente la nostra fu una scommessa. Dopo nove anni siamo ancora in piedi e anche se le amministrazioni nel tempo sono cambiate, tutte hanno creduto in questo progetto appoggiandolo senza alcun problema. Quello che all’inizio era un comitato fatto da cooperative sociali e associazioni locali, ha poi coinvolto i centri di servizio volontari della Regione Lazio, alcuni importanti consorzi di cooperative sociali di regioni limitrofe, fino a diventare un evento al quale partecipano cooperative sociali, consorzi, associazioni da tutta Italia. Il programma del meeting è molto vario. Prevede convegni, seminari con le scuole, spettacoli, esposizioni, incontri sportivi. Ad esempio, si svolge quest’anno la terza edizione del torneo di calcetto per ragazzi con disabilità sia fisiche che psichiche. Con un progetto in cantiere: in collaborazione con l’assessorato allo sport, trasformare questo breve torneo in un torneo permanente, con gironi di andata e ritorno, rivolto ai centri diurni di Gaeta ma anche della provincia di Frosinone, che coinvolga anche le scuole in modo da favorire l’integrazione. E non mancherà basket in carrozzella, tennis, attività ludiche. Fare sport, teatro,musica è fondamentale perché si riesce a trasmettere una cultura diversa – sostiene Nino Arena -. Attraverso i convegni cerchiamo di promuovere il volontariato nel mondo sportivo che è molto importante ma non è adeguatamente formato. Invece va sostenuto e incentivato perché si lavora con i giovani e quindi anche nel campo delle devianze. Dunque Gaeta dal 28 settembre al 1° ottobre sarà una città in festa dove partiti i turisti, arriva il meeting. Che fino a due anni fa si svolgeva in giugno. Il cambio di data nasce da una scelta ben precisa: Favorire la partecipazione delle scuole – mi spiega il presidente di Ioeté -. Noi vogliamo trasmettere la cultura del sociale ai giovani che grazie anche al servizio civile hanno modo di prestare un’attenzione diversa a quelli che sono gli aspetti sociali. E difatti le mattine sono in programma seminari organizzati dal Comune che prevedono anche il rilascio di attestati con conseguenti crediti formativi. Spostarci in settembre – continua Arena – vuol dire anche ridurre i costi, avere maggiori disponibilità in albergo, far vivere la città in un periodo diverso che non sia quello estivo di massima affluenza. Se noi riusciamo ad attrarre gente in altri periodi, vuol dire che il meeting ha una sua autonomia, non dipende dall’occasionalità, ma dal fatto in sé che la gente è interessata a venire ed ha piacere di partecipare. Ma che ritorno ha sulla città quest’evento? Vediamo che la partecipazione è notevole – afferma Luigi Coscione -. Credo che sia fondamentale che i ragazzi capiscano che si può fare volontariato e il meeting di sicuro contribuisce a questo. Poi non dimentichiamo che oggi l’associazionismo è diventato anche una forte realtà lavorativa perché molti, partendo da un volontariato gratuito, arrivano a creare impresa ed anche questo è un aspetto non trascurabile. È proprio grazie alla spinta di questo evento che noi dell’assessorato siamo partiti, ad esempio, con corsi sportivi per disabili ed iniziative varie che ben si integrano con la progettazione iniziale dell’associazione Ioeté. È chiaro che man mano che va avanti, il meeting cresce, esce fuori dalla città, quindi mette in moto tutto un movimento di interesse nel Lazio e nelle regioni più vicine dalla Basilicata al Molise, alla Campania. E così l’amministrazione comunale da una parte, il terzo settore dall’altra, continuano a scommettere in questa manifestazione di solidarietà, di incontro, di conoscenza. Quando pubblico e privato vanno a braccetto… Con continuità.

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