A fondo perduto

La tenacia di una donna, quando tutto sembra prendere una brutta piega, nel credere alla Provvidenza e il coraggio di un uomo nel farsi strumento di bene.

Non era venata di speranza la voce di Angela che chiedeva: «Tu, che conosci il direttore della banca, potresti chiedergli un finanziamento per la mia famiglia?». Infatti, Antonio aveva letto fra le parole della conoscente la disperazione e sentiva un grande desiderio di aiutare quella brava signora, così provata dalla vita. La conosceva da tempo e sapeva le vicissitudini a cui era andata incontro e a cui aveva risposto con coraggio, per amore del marito prima e poi del figlio, drammaticamente persi.

Quella di Angela era una storia difficile. Rimasta vedova, dopo aver perso anche il bambino, aveva conservato almeno il lavoro: era impiegata presso un’impresa, che però ad un certo punto non aveva pagato gli stipendi per mesi. Tutti i dipendenti si erano illusi e avevano fatto affidamento sulle promesse che i debiti sarebbero stati assolti, ma purtroppo anche questa vicenda si era conclusa malamente, con un tradimento vile e indegno: l’impresario era fuggito lasciando tutto alla gestione del fallimento.

La donna si era vista impossibilitata quindi a pagare il mutuo dell’appartamento in cui viveva e la casa era stata venduta all’asta. Intanto la vita le aveva donato una seconda possibilità: un secondo matrimonio e due figli, di cui uno Down, e un’abitazione offerta da qualcuno di buon cuore. La vita poteva essere ancora un pochino generosa: Angela aveva trovato lavori saltuari e successivamente un incarico part-time.

Praticamente però il lavoro autonomo del marito non consentiva una sufficiente autonomia e la famiglia aveva bisogno di un prestito per spese improrogabili. Troppe ne aveva vissute e anche la forte Angela stava cedendo alla desolazione. La speranza stava per venire meno e così la fiducia nella Provvidenza che l’aveva sostenuta fin lì.

Come una Spider lanciata al massimo
A quella richiesta di interessare il direttore della banca, Antonio aveva chiesto un appuntamento. Ma già immaginava che non avrebbe trovato una soluzione, difficile in verità da proporre a una banca con quelle premesse. E quando l’attesa fuori dall’ufficio superò un tempo esageratamente lungo, aveva educatamente declinato l’appuntamento e se ne era uscito per strada perplesso e alla ricerca di un’alternativa. Angela aveva detto: «Mi servono 5 mila euro per continuare e non so proprio come procurameli, nessuno si è reso disponibile, anche se abbiamo assicurato la restituzione. Io finalmente lavoro, lo sai».

La giornata non prometteva granché, né per il clima, fattosi ormai nebbioso, e neppure per le prospettive di aiutare Angela. Ma la mente e il cuore di Antonio lavoravano come una Spider lanciata al massimo. Una soluzione dovevano trovarla.

Era così preso dai suoi pensieri che si accorse con qualche istante di ritardo del saluto affettuoso di Francesco. Allora si era fermato, incerto sul da farsi, ma l’amico aveva capito: «Sei pensieroso Antonio, che ti succede?».

«Salve, Francesco, ho un problema di soldi…».

«Tu? Che accade?».

«Ma no, non io, peraltro se potessi aiutare una signora a risolvere i suoi problemi economici ne sarei felice, infatti sto cercando un aiuto per lei. Sono stato in banca, sai la faccenda è molto complicata. Hai il green pass tu?».

«Certo, ma non capisco cosa centri il green pass con la tua preoccupazione».

«Dai, ti offro qualcosa al bar, entriamo e ti racconto di Angela».

Farsi un tesoro lassù
Era stato così, in un caldo bar deserto, di una mattina qualsiasi di tardo autunno, che Francesco aveva saputo, dall’amico di sempre, delle vicende di questa madre e dei suoi bisogni.

«Vedi, lei, sono certo, restituirà tutto – aveva continuato Antonio –, la sua è una buona famiglia, che non si approfitterebbe mai della disponibilità di qualcuno. Ma io ora non so proprio a chi chiedere e in banca non torno: è una situazione che non potrebbero finanziare».

«Io ora ho fretta, Antonio – aveva spiegato Francesco –, ma quei 5 mila euro te li darò io domani, vieni a casa mia prima delle 12 e ti darò un assegno».

Antonio era stupito e raggiante lo informò: «Non so come ringraziarti. Allora vengo con Angela, così vi accordate per la restituzione: con una cifra mensile salderà il debito».

«Non serve che venga Angela, non mi dovrà restituire nulla, glieli do a fondo perduto… Ma sono certo di acquistare qualcosa lassù… Sai, sono solo e in pensione e impiego i miei soldi volentieri per aiutare qualcuno. L’ho già fatto altre volte. Ma tu non portare a conoscenza di questo fatto nessuno. Tu conosci questa famiglia e di te mi fido».

Si erano lasciati così e ad Antonio sembrò di non essere mai stato così felice nelle ultime settimane.

Una telefonata che vale un mondo di speranza
Ci sono delle telefonate che corrono sull’immaginario filo telefonico accompagnate da uno scampanio che solo chi le compone sente. Quella che Antonio fece ad Angela il pomeriggio del giorno dopo era un concerto di campane per cuori abbracciati da una gioia pura, che i doni e la gentilezza sanno spalmare sulle sofferenze di questo mondo.

La voce che aveva risposto alla chiamata di Antonio era un soffio: aveva pianto, si sentiva. Perciò continuò: «Angela, ho trovato i 5 mila euro che ti servono – aveva esordito Antonio con l’assegno in tasca –, te li porto tra poco».

«Oh, grazie infinite! – aveva risposto con un sussulto Angela –. Ma perché non mi hai avvisato? Come posso fare ora per restituire la cifra?».

Antonio non riusciva a concludere la comunicazione, qualcosa gli si fermava in gola, non sapeva cosa… ma gli occhi erano umidi. «Non dovrai restituire nulla. È una donazione e te la meriti».

Il silenzio che riempì gli istanti successivi era più eloquente di ogni suono o parola. Poi un pianto dirotto.

«Sai, Antonio, stavo pensando proprio adesso che non potevo credere nella Provvidenza, viste le cose storte che mi accadono sempre, ma ecco che Dio deve aver mandato qualcuno a sollevarmi. Il mio grazie è immenso. Il mio cuore ricomincia a battere con fiducia».

Ma la vicenda non era finita lì. Antonio non si era stancato di raccontare quel che gli era accaduto. E un giorno, trovandosi ad aiutare i sacerdoti in una canonica, si è visto mettere in mano prima una busta e poi una seconda busta, con notevoli somme da consegnare ad Angela.

Condividere la gioia della cura degli altri porta davvero molto frutto ed è una bella strada da percorrere. Buon cammino allora a tutti!

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