A Cornigliano si torna a lavorare

A Genova riaprono oggi i cancelli della fabbrica grazie all'arrivo di nuovo materiale da lavorare. La situazione resta incerta, ma lavoratori e sindacalisti tirano un sospiro - momentaneo -  di sollievo
Lavoratori dell'Ilva di Genova

Claudio Nicolini, segretario generale della Fim-Cisl genovese, parla di "serenità momentanea" commentando l’arrivo di due navi alla banchina dello stabilimento con i coils che permetteranno di lavorare nello stabilimento Ilva di Cornigliano ai 1.900 dipendenti del gruppo Riva. Così da lunedì 7 i cancelli si apriranno nuovamente, almeno per il momento.

Quando ormai la chiusura sembrava ineluttabile, c'è stata dunque la sorpresa dell’arrivo del materiale, prodotto nelle scorse settimane, quindi non soggetto al sequestro disposto dal gip di Taranto per il materiale in banchina. A Cornigliano si tira un respiro di sollievo, anche se resta l’incognita della magistratura, dopo che la procura di Taranto ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato sul decreto salva-Ilva, convertito in legge il 20 dicembre scorso. Ma la notizia intanto è buona: l'Ilva a Cornigliano riprende il lavoro, sempre però con i contratti di solidarietà, che interesseranno 1.110 dipendenti su 1.720 fino a fine 2013, con la possibilità di rinnovo per un altro anno.

Il dato positivo per i lavoratori interessati è che nel decreto governativo c'è scritto che la cassa integrazione verrà rifinanziata all'80 per cento, il 20 per cento in più del tetto fissato per legge al 60. «Il pericolo il chiusura è scongiurato, almeno per ora – conferma Franco Grondona, segretario della Fiom-Cgil di Genova. – Si ricomincia a lavorare, seppure con le difficoltà di mercato che non sono cambiate e la questione giudiziaria non ancora chiarita del tutto». Ma al di là delle questioni legali e burocratiche la notizia riaccende la speranza in molte famiglie del capoluogo ligure. Si lavora, tornano gli stipendi, c’è più serenità. È una buona notizia per l’occupazione ligure, dove i numeri dei primi dieci mesi dell'anno passato dicono che 25 mila lavoratori hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali suddivisi fra 4.500 in cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga, e 20 mila coinvolti in altro modo, cioè tornati alla disoccupazione ordinaria o con requisiti ridotti.

Rispetto allo scorso anno, la crescita delle richieste di cassa integrazione è del 21,1 per cento. E a questo si aggiungono i dati su fallimenti e disoccupazione: dai 71 del 2008 si è passati ai 147 del 2012, con un tasso di disoccupazione risalito all'8,4 per cento, mentre quello giovanile è addirittura del 32 per cento. Spaventa soprattutto il dato del "lavoro intermittente" che dai 2.806 contratti del 2008 è balzato ai 12.456 dei primi dieci mesi del 2012. Ma c’è chi crede che ripartire è possibile, guardando ai lavori in programma, come l’apertura dei cantieri per il terzo valico, i lavori al porto e tanti altri – al momento fermati dalla burocrazia – che permetterebbero di tirare un respiro di sollievo a chi non ha lavoro o rischia il posto.

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