A Christmas Carol

Cinema

Ormai non si contano più le trasposizioni cinematografiche del classico racconto di Natale di Dickens, con l’avaro Scrooge alle prese con i fantasmi dei Natali passati, di quello presente e di quelli a venire. Quella di Zemeckis, però, sarà destinata a essere ricordata come la più spettacolare, grazie alle meraviglie della performance capture, quel processoche trasforma gli attori in carne e ossa in animazioni digitali. Rispetto agli esordi (Polar Express, Beowulf), oggi questa tecnica ha raggiunto un grado di perfezione quasi assoluta, soprattutto per il modo stupefacente con cui riesce a valorizzare la recitazione degli attori e l’integrazione con il 3D, il cinema a tre dimensioni.

Ovvio il rischio, tipico di questo genere di operazioni, di ridurre il cinema a puro esercizio di stile tecnologico. Ma A Christmas Carol è molto di più, grazie a un cast formidabile, a una regia visionaria e ricca di trovate, un uso del 3D finalmente efficace e una ricostruzione storica (e sociale) della Londra di metà Ottocento molto poco romantica e consolatoria.

Anche se a tratti la spettacolarità fine a sé stessa prende la mano del regista, il risultato è una favola molto gotica, in alcuni momenti quasi horror (la Walt Disney ne sconsiglia la visione ai minori di otto anni), che raccoglie fedelmente il messaggio e le atmosfere dickensiane, ancora attuale (sembra incredibile) dopo oltre 150 anni.

Resta l’evidenza incontrovertibile che la tecnologia applicata al cinema non è mai neutrale e probabilmente questo film non avrebbe fatto parlare così tanto di sé se fosse stato girato con tecniche tradizionali. Ma, da Melies in poi, passando per Walt Disney, effetti speciali e nuove tecnologie hanno sempre influenzato il cinema, spostando costantemente in avanti i limiti e le possibilità di dare forma e sostanza alla nostra fantasia. E se, come in questo caso, la tecnica riesce a essere considerata soprattutto un mezzo e solo marginalmente il fine, segno è che c’è ancora spazio per il cinema nell’era del digitale.  

 

Regia di Robert Zemeckis; con Jim Carrey, Gary Oldman, Colin Firth, Bob Hoskins.

 

 

Valutazione della Commissiona nazionale film: complesso, problematico (prev).

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