A casablanca gli angeli non volano

Non è una cosa da poco la realtà dell’emigrazione, come viene vissuta oggi da moltitudini di giovani, che lasciano i paesi d’origine in cerca di lavoro. Possono venire a contatto con mentalità estranee, anche quando restano nella stessa nazione. Come in questo film che mostra degli emigrati dalle alte montagne dell’interno del Marocco nella grande e caotica Casablanca. Cittàaccusata di fagocitare i mariti e, perciò, temuta dalle mogli, che rimangono sole con piccoli e vecchi. Il regista, l’esordiente Mohamed Asli, è di origine marocchina, ma ha una formazione cinematografica italiana, si è avvalso delle prestazioni di tecnici italiani e si è ispirato allo stile del neorealismo. La recitazione, improntata all’immediatezza, mostra modi genuini e così semplici, quasi ingenui, da evocare in noi sensazioni familiari. Si vedono le abitudini delle montagne, ereditate da tradizioni antiche e tipiche di una vita povera ed essenziale,e quelle frenetiche metropolitane, che disorientano gli sprovveduti. E tali ci appaiono i tre giovani protagonisti, tesi tra i miraggi di un benessere, a loro impossibile, e i rimpianti delle tradizioni paesane, incompatibili con l’ambiente cittadino. Le conseguenze sono particolarmente gravi per uno di loro, che non arriverà in tempo a curare la moglie e la vedrà morire nel fiore degli anni. L’amarezza dell’evento è volutamente sottolineata e diventa paradigma della triste condizione esistenziale degli emigrati, presentata senza vie di uscita. A Casablanca gli angeli non volano contiene anche sentimenti più delicati. Quelli che si esprimono poeticamente nei sogni ad occhi aperti o nei ricordi, ma ancor più quelli della bonarietà, generalmente diffusa, e della fede, davvero grande, dell’anziano soccorritore nella lunga scena finale. Egli ricorda più volte, proprio nel momento del dolore più acuto, l’importanza di accettare la volontà di Dio e di credere nella divina sapienza, palesando la forza spirituale, con cui quella cultura sa affrontare l’estrema durezza del momento attuale. Regia di Mohamed Asli; con Abdessemad Miftah El Kheir, Abderrazak El Badaou.

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