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Persona e famiglia > Famiglia

Santa, il segreto nel nome

- Fonte: Città Nuova

Il delitto di una giovane barese ha svelato ai giornali un’esistenza tutta proiettata verso Dio. Il libro di Città Nuova scritto da Pasquale Lubrano ci racconta il perché attraverso quanti l’hanno conosciuta

Santa scorese

Con il suo nome scherzava sempre un po’ Santa Scorese: «Devo fare presto con un nome così». E in effetti la causa di beatificazione che si è aperta nel 1998 per questa giovane barese, morta il 15 marzo 1991 per mano di una persona che da tre anni la perseguitava con telefonate, biglietti ed appostamenti, la dice lunga. Lo stalking – diremmo oggi –, non aveva impedito a Santa di essere una persona libera, una giovane studente alla facoltà di Pedagogia piena di interessi, volontaria presso la Croce rossa italiana che aveva vissuto sino alle estreme conseguenze il suo essere cristiana per difendere la purezza. Testimonianza eroica oggi, ma costruita sulla quotidianità della vita: un vero modello per tanti giovani.
 
Un volo sempre più alto è il libro scritto da Pasquale Lubrano Lavadera per Città Nuova che questa storia di Santa Scorese ce la racconta cadenzando le testimonianze di chi l’ha conosciuta – parenti, amici e confidenti –, con alcuni passi tratti dal suo diario. Il tutto in 192 pagine dense di senso per un’esistenza breve, 23 anni appena, ma ricca interiormente. Amici, famiglia, il legame con il Movimento dei focolari conosciuto nel 1985 e quello con le Missionarie dell’Immacolata fondate da san Massimiliano Kolbe.
 
Si legge d’un fiato il libro, e in esso, si gustano tanti passaggi di un’anima proiettata in Dio. Oggi sono molti ancora gli articoli, le poesie, gli spettacoli e le testimonianze che raccontano di lei soprattutto ai giovani. «Capisco che io ho la “mia” storia e Dio con me ha i suoi tempi: è questo il bello dell’avventura della vita» scrive Santa. Un “tempo di Dio” che in questi anni ha fatto della sua vicenda una storia unica e un modello per tanti altri.

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