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The box

di Mario Dal Bello

- Fonte: Città Nuova

Il thriller psicologico di Richard Kelly, in uscita questo fine settimana, ripropone l’antico dilemma di Adamo ed Eva. Ponendo domande inquietanti.

the box

Se viene un venditore misterioso, sfigurato in volto, e ti regala una scatola che, aperta, può far morire qualcuno in qualsiasi parte della terra ma tu ci guadagni un milione di dollari, che fai? Forse hai problemi economici, due figli da mantenere…Chissà, un pensierino lo fai. E schiacci il tasto. Con conseguenze fatali per te, perché la catena della morte non si ferma, e per altri sconosciuti. È la tentazione di Eva e Adamo, nel caso Norma (Cameron Diaz) e Arthur (James Marsen) che si ripete, ed è la donna a convincere l’uomo a poter decidere il destino degli altri, liberamente: a sentirsi quasi Dio. Salvo poi pagare le conseguenze della decisione, perché il male – sotto forma di esseri tra morte e vita – entra nella vita familiare.

 

Per nulla scontato, il thriller psicologico diretto da Richard Kelly con una incisività spiazzante ed un crescendo di suspence pone domande inquietanti sul piano morale e non lascia indifferenti. Siamo davvero liberi, possiamo davvero decidere sulla sorte degli altri?

 

Peccato far uscire un film del genere nella stagione estiva, fra le mille paccottiglie e gli scarti che certo cinema Usa puntualmente ogni anno riversa a noi, poveri colonizzati dalla superpotenza. Perché questo è un film che, senza essere un capolavoro, ce ne ha delle cose da dire. E non le dice male, a giudicare dalla intensa performance dei due protagonisti.

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