Al mercato delle emozioni ognuno espone la propria merce, frutto della capacità di coltivare il campo che la vita gli ha riservato. Fin dall’inizio c’è un gran da fare, la selezione dei semi è impegnativa perché per realizzare ciò di cui si ha bisogno è necessaria una grande attenzione. Poi, in base ai primi risultati, si indaga meglio sulle caratteristiche del terreno di cui si dispone e si scopre quali sono i semi più adatti.
Tra tutti i semi che ho a disposizione, ho scelto di coltivare quello dell’amore perché mi sono reso conto che è parte essenziale di me, in tutte le sue espressioni. Per apprezzarne varianti, qualità e crescita, è sufficiente volgere uno sguardo attento sul vasto panorama della vita.
Perché il seme attecchisca e possa dare un buon risultato, è fondamentale la qualità dell’humus che lo nutre perché è proprio questo che determina poi la qualità dei suoi frutti. Il seme dell’amore per crescere ha bisogno di terreno fertile, irrorato dal desiderio di condividere e dalla capacità di accogliere anche quando gli eventi soffiano contro.
Fin dai primi germogli la piantina contribuisce a rendere il terreno ancora più ricco di linfa vitale, perché è insito nella sua natuta tendere ad un frutto rigoglioso. Le sue radici sono silenziose, vanno in profondità, non conoscono ostacoli, però può succedere che il loro itinerario possa essere messo a dura prova da fatiche improvvise, tanto da suggerire a volte una breve sosta di revisione del percorso, per ripristinare vigoria, qualità e più consona direzione.
Fermarsi a lungo potrebbe favorire l’insorgere di estranee distrazioni favorite da un lungo e dannoso scorrere del tempo. Perché nulla di ciò che era ieri rimane identico a se stesso.
Anche come pianta adulta l’amore richiede attenzione, perché la sua forza e la sua robustezza sono sempre esigenti. Hanno bisogno che gesti e abitudini vengano periodicamente dissodati per sciogliere le rigidità che il trascorrere del tempo rende aride.
Questo, produce un esito benefico evidente: il tronco trasmette solidità, si pavoneggia con i suoi rami, e con il suo rigoglioso fogliame trasmette intorno armonia e bellezza. Ma attenzione, perché a volte può succedere che la stessa qualità del fogliame, avvolgente, morbido e rassicurante, può inconsapevolmente renderlo vulnerabile, perché il suo essere accogliente può innescare in chi lo osserva, la tacita pretesa del rifugio, o peggio, della facile dimora.
È per evitare questo che l’amore chiede protezione e continuità di attenzioni.
Amare vuol dire fare dono di sé. Amare è un verbo plurale, da coniugare insieme agli altri.
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