È storico! Nove fucilieri senegalesi molto anziani, che hanno combattuto per la Francia, in particolare in Indocina e Algeria, sono finalmente arrivati in Senegal venerdì 28 aprile dopo una lunga battaglia con l’amministrazione francese per il riconoscimento dei loro diritti. I veterani hanno almeno 80 anni, 96 i più anziani. Tutti sono felici di tornare nella terra dei loro antenati.
Fino ad ora, questi reduci delle guerre in Indocina e Algeria avevano l’obbligo di trascorrere almeno sei mesi all’anno in Francia per avere diritto alla pensione. Ora potranno vivere stabilmente nel loro paese di origine senza perdere l’assegno minimo di vecchiaia di 950 euro al mese.
Il loro ritorno in Senegal è stato reso possibile a seguito di un provvedimento in deroga emanato lo scorso gennaio dal Governo francese.
La settimana scorsa le autorità francesi hanno cercato di recuperare il tempo perduto con l’inaugurazione di Place des Tirailleurs (Piazza dei Fucilieri) nel 18° arrondissement di Parigi alla presenza del sindaco Anne Hidalgo. Il presidente Macron li ha ringraziati a nome della nazione per il loro impegno sotto la bandiera tricolore. Un ricevimento è stato organizzato dal sindaco di Bondy, che li renderà cittadini onorari del paese, dove alcuni vivono da più di 20 anni… Un riconoscimento che suona decisamente tardivo!
Per Claire Miot, docente di storia presso l’Istituto di studi politici di Aix-en-Provence, «è il riconoscimento dei loro sacrifici al servizio della Francia che è estremamente tardivo perché sono uomini che hanno in media 90 anni. L’ex combattente N’Dongo Dieng, 87 anni, si è lamentato che la decisione sia arrivata «di recente», perché «molti compagni sono morti prima di beneficiare di questa misura…».
I nove fucilieri sono stati poi ricevuti al palazzo presidenziale di Dakar dal presidente senegalese Macky Sall, che li ha decorati. «Oggi celebriamo un’ingiustizia riparata. Puoi finalmente vivere a casa, con la tua famiglia e ricevere la tua pensione completa», ha detto il presidente Sall.
Dopo le partenze di venerdì scorso, sono ancora 28 i fucilieri veterani in Francia – tutti di origine senegalese –, molti dei quali dovrebbero rientrare presto.
Il corpo francese dei “Fucilieri senegalesi”, creato al tempo del Secondo Impero (1852-1870) e sciolto negli anni ’60 del 900, riuniva soldati provenienti da tutte le ex colonie francesi in Africa, non solo dal Senegal.
Ricordiamo che durante le due guerre mondiali molti giovani africani furono reclutati con la forza dalla Francia per andare a combattere sui fronti europei: furono strappati alle loro famiglie e gettati nell’inferno della guerra. I primi ad essere inviati al fronte furono spediti in prima linea e divennero carne da cannone. E molti di loro morirono atrocemente. Eppure sono questi africani, la cui storia e il cui coraggio sono stati volutamente nascosti, che hanno contribuito a liberare la Francia. E la Francia li userà poi anche nelle guerre coloniali in Indocina e Algeria. Nel 1945 i fucilieri senegalesi non ebbero neppure la possibilità di sfilare con gli altri alleati che avevano sconfitto la Germania nazista. Erano stati rapidamente rimpatriati nel continente africano.
Qualche mese fa, il presidente francese ha giustamente affermato che i soldati francesi, negli ultimi anni, si sono sacrificati nel Sahel per lottare contro i jihadisti. Lo hanno fatto per l’Africa, divenuta poi ingrata chiedendo, come hanno fatto il Mali e il Burkina Faso, la partenza dei soldati francesi. Ma che dire dello straordinario sacrificio dei fucilieri senegalesi (che in origine erano semplici contadini e allevatori che non avevano mai tenuto in mano una pistola)? Oggi alcuni sopravvissuti tornano felici e liberi in patria, ma dopo quanti anni e in quali condizioni?
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