Un recente rapporto pubblicato in Spagna, dal titolo «VI Informe Young Business Talents: La visión del profesor», affronta questioni riguardanti l’educazione dal punto di vista dei docenti. Elaborato da organismi privati che operano in vari ambiti (educazione, commercio, banca, nutrizione) tra settembre e novembre 2022, raccoglie il parere di oltre 500 insegnanti dei cicli di formazione secondaria e le loro conclusioni sono davvero preoccupanti.
Per il 59% dei docenti, si è persa la cultura dello sforzo e c’è poca tolleranza alle frustrazioni, il che è la causa di tanto abbandono scolastico dei giovani tra 14 e 18 anni, un fenomeno in crescita secondo le statistiche ufficiali. Mario Martínez, responsabile del rapporto, lo interpreta così: «È possibile che questa perdita di cultura dello sforzo e di tolleranza alla frustrazione sia dovuta alle basse aspettative per il futuro che ha una parte importante dei giovani, anche perché lo sviluppo economico della Spagna negli ultimi decenni ha generato una società più benestante, e dall’altro perché sono cambiati i valori e i riferimenti dei giovani. Sicuramente sono più attratti, ad esempio, dalla figura di un youtuber che da quella di un fisico, pensando anche che non serve studiare per essere un youtuber importante e credendo erroneamente che non sia necessario fare uno sforzo».
Ma ci sono anche altri fattori che incidono sul fenomeno. Una percentuale degli intervistati considera che gli allievi hanno «poco interesse per gli studi», o fanno «un uso eccesivo di cellulari, reti sociali e giochi online», o non sentono che studiare migliorerà il loro futuro, o che «la saturazione delle aule impedisce un’attenzione più personalizzata».
Alberto Barrera, professore di Economia, afferma che «si sta diffondendo una pessima gestione della frustrazione. Molti genitori vogliono evitare ai figli qualsiasi sforzo eccessivo […]. In tal modo, privano i loro figli di uno degli strumenti per maturare e crescere, poiché un certo grado di sofferenza e non poca fatica sono necessari per il loro sviluppo umano, professionale e sociale».
La qualità dell’educazione sarebbe dunque peggiorata negli ultimi anni. Così la pensa oggi il 43% dei docenti, mentre solo quattro anni fa era di questo parere il 21% di loro.
Vincent Mahiques, coordinatore di progetti d’innovazione in un liceo spagnolo, si mostra critico anche nei confronti degli insegnanti: «Ogni volta gli studenti si allontanano sempre di più dall’istruzione per il mancato adattamento ai tempi nuovi. Stiamo usando lo stesso sistema preistorico per cercare di insegnare ai nostri giovani nei tempi attuali, di fronte a un nuovo mondo che sta emergendo».
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