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Italia > Carisma dell'unità

Riconoscere valori condivisi verso il bene comune

di Mons. Michael Magee

- Fonte: Living City New York

Alcune persone sono ancora riluttanti a riunirsi, mentre altre pensano che la pandemia sia praticamente finita. Come posso costruire dei ponti con gli amici di entrambe le parti? Mons. Michael Magee risponde alla domanda arrivata da un lettore di Living City USA, dov’è stato originariamente pubblicato questo testo. La riflessione non si esaurisce con la questione della pandemia, ma ci fa ripensare al modo in cui ci relazioniamo con chi ha un’opinione diversa dalla nostra.

La prima cosa che si può dire della sua domanda è che è la domanda giusta! «Come posso costruire un ponte?». Una cosa è chiara su questa pandemia, ed è che ci sono idee radicalmente diverse tra le persone su ciò che sta accadendo, le ragioni per cui sta succedendo, e quali sono le soluzioni migliori.

Finché le persone hanno opinioni così diverse (e la mancanza di chiarezza accompagna uno spirito di panico pubblico), sembra irrealistico insistere che l’armonia tra le persone debba dipendere dal fatto che tutti siano d’accordo su questi argomenti. La ricerca dell’unità deve consistere, invece, nel fare del proprio meglio per costruire ponti, come lei dice così bene.

Il primo passo per costruire ponti è cercare di capire l’altro e astenersi dall’assegnare arbitrariamente delle motivazioni. Per esempio, le persone vaccinate sono tentate di assumere che i non vaccinati semplicemente non si preoccupano del benessere degli altri, ma per molti non vaccinati non è così. Alcuni hanno concluso invece che la vaccinazione universale è una cattiva politica durante una pandemia, e molti hanno anche osservato un alto numero di reazioni avverse ai vaccini attuali rispetto a quelli usati in passato.

D’altra parte, alcuni si oppongono alle mascherine e ai vaccini e accusano i sostenitori di entrambi come violatori dei diritti individuali, mentre non riconoscono che i diritti individuali non dovrebbero mai essere il fattore determinante di ciò che scelgo di fare o non fare per il mio bene e quello degli altri.

Nelle decisioni riguardanti l’utilizzo delle mascherine e la distanza sociale, alcuni possono essere motivati principalmente dalla paura del contagio, mentre altri lo possono essere principalmente dai costi sociali dell’alienazione, del mascheramento e delle restrizioni nei movimenti.

Le convinzioni di un dato individuo possono trovarsi ovunque lungo lo spettro descritto qui, o possono coinvolgere ancora altre preoccupazioni. È cruciale, prima di tutto, fare uno sforzo per capire le ragioni sottostanti le posizioni degli altri, piuttosto che semplicemente bollarle come eccessivamente rigide, eccessivamente permissive o poco caritatevoli.

Il secondo passo è coinvolgere gli altri nella discussione e trovare valori che abbiamo tutti in comune. Anche all’interno della sconcertante gamma di posizioni e soluzioni, sembra che la maggior parte delle persone voglia una qualche forma di contatto amorevole con gli altri.

La maggior parte vuole proteggere sé stessa e i propri figli non solo dall’infezione virale, ma anche dall’isolamento. La maggior parte delle persone vuole un godimento della libertà ordinata che permetta all’individuo di fiorire mentre protegge anche il bene comune. E la maggior parte delle persone vuole avere quante più informazioni rilevanti possibili per prendere le migliori decisioni possibili.

Queste sono molte cose in comune. Su questa base, dovrebbe essere possibile per le persone su diversi lati di una questione riunirsi almeno per riconoscere gli obiettivi che entrambi già cercano.

Ognuno dovrebbe essere in grado di esprimere non solo i risultati desiderati, ma anche le sue ragioni per opporsi a soluzioni specifiche, e, almeno, essere ascoltato dall’altro con rispetto. E ognuno dovrebbe essere disposto a considerare altre soluzioni che possono differire dalle proprie proposte iniziali, come riunirsi all’aperto, collegarsi virtualmente con alcuni che potrebbero non essere in grado o non essere a loro agio a incontrarsi di persona, e così via.

Infine, mentre cercano di riunirsi sulla base di questi valori condivisi, tutti coloro che desiderano costruire ponti devono essere pronti ad accettare che ciò comporti qualche rischio. Come le diverse posizioni mostrano chiaramente, il possibile contagio non è l’unico rischio da considerare. Anche i rischi per la libertà, la qualità dell’interazione sociale e la salute mentale sono abbastanza reali.

Quando le persone si trovano su lati diversi di una questione o di una proposta, entrambe le parti devono essere disposte a rischiare qualcosa per unirsi come un tutt’uno. Viceversa, entrambe le parti dovrebbero potersi sentire riconosciute e prese in considerazione senza essere chiamate a sacrificare ogni singolo valore in gioco.

Quando la strada è stata accuratamente preparata per l’unione, riunendosi virtualmente o fisicamente, tenendo attentamente conto delle convinzioni e delle aspirazioni più profonde di tutti, è quasi certo che nessuno avrà raggiunto il suo risultato “ideale”, e nessuno sarà sicuro di aver evitato ogni rischio. Ma l’ideale migliore dovrebbe essere l’unità piuttosto che il prevalere delle preferenze individuali di ciascuno.

La disponibilità a dare sé stessi per gli altri, imitando Gesù, non sarà mai completamente priva di rischi.

 

Recognizing Shared Values toward the Common Good

Some people are still reluctant to gather together, while others think that the pandemic is practically over. How can I build a bridge with friends from both sides? (M.V.) Msgr. Michael Magee responds to a question from a reader of Living City USA, where this text was originally published. The reflection does not end with the issue of the pandemic but makes us rethink how we relate to those who have a different opinion from our own.

The first thing that can be said about your question is that it is the right question! — «How can I build a bridge?» One thing that is so clear about this pandemic is that there are radically different ideas among people about what is happening, the reasons why it’s happening, and what the best solutions are.

As long as people hold such varying opinions (and a lack of clarity accompanies a spirit of public panic), it seems unrealistic to insist that harmony among people must depend on everyone’s agreeing on these matters. The pursuit of unity must consist, instead, in doing one’s best to build bridges, as you put it so well.

The first step in building bridges is attempting to understand the other and refraining from arbitrarily assigning motives.

For example, it is tempting for vaccinated persons to assume that the unvaccinated simply don’t care about the welfare of others, but for many unvaccinated persons, this is not the case. Some have concluded instead that universal vaccination is bad policy during a pandemic, and many have also observed a high number of adverse reactions to current vaccines compared to those used in the past.

On the other hand, some balk at masks and vaccines and accuse those advocating both as infringers on individual rights, while failing to acknowledge that individual rights should never be the decisive determinant of what I choose to do or not do for the sake of both self and others.

In decisions about masking and social distancing, some may be motivated primarily by fear of infection, while others may be motivated primarily by the social costs of alienation, masking, and restrictions on movements.

A given individual’s convictions may lie anywhere along the spectrum described here, or they may involve still other concerns. It is crucial, first of all, to make an effort to understand the underlying reasons for the others’ positions, rather than simply branding them as either unduly rigid, unduly permissive, or uncharitable.

The second step is engaging others in discussion and finding values that we all hold in common. Even within the bewildering array of positions and solutions, it seems that most people do want some form of loving contact with one another.

Most want to protect themselves and their children not only from viral infection, but also from isolation. Most people want an enjoyment of ordered freedom that allows the individual to flourish while also protecting the common good. And most people want to take in as much relevant information as possible to make the best decisions possible.

These are a lot of things in common. On this basis, it should be possible for people on different sides of an issue to come together at least to acknowledge the goals that both already seek. Each should be able to express not only desired outcomes, but also their reasons for objecting to specific solutions, and, at least, be heard by the other with respect.

And each should be willing to consider possible solutions that may differ from their own initial proposals, such as coming together outdoors, connecting virtually with some who may be unable or uncomfortable meeting in person, and so forth.

Finally, as they seek to come together on the foundation of such shared values, all who wish to build bridges must be ready to accept that doing will involve some risk. As the differing positions show vividly, possible infection is not the only risk to be considered. The risks to freedom, the quality of social interaction and mental health are also quite real.

When people find themselves on different sides of an issue or proposal, both sides must be willing to risk something in order to come together as one. Conversely, both sides should be able to feel acknowledged and accommodated without being called upon to sacrifice every single value that they may think is at stake.

When the way has been carefully prepared for coming together, by gathering either virtually or physically, carefully taking into account the most deeply held convictions and aspirations of all, it is almost certain that no one will have achieved their “ideal” result, and no one will be confident of having avoided all risk. But the best ideal should be unity rather than anyone’s individual preferences prevailing.

A willingness to lay down oneself for others, imitating Jesus, will never be entirely risk-free.

 

Reconocer los valores compartidos hacia el bien común

Algunas personas siguen siendo reticentes a reunirse, mientras que otras piensan que la pandemia está prácticamente superada. ¿Cómo puedo tender puentes con amigos de ambos lados? Una reflexión de Monseñor Michael Magee en respuesta a un lector, publicada originalmente en Living City USA, que no se aplica solo a la cuestión pandémica, sino que hace repensar el modo en el que nos relacionamos con quienes tienen una opinión diversa a la nuestra.

Lo primero que se puede decir de su pregunta es que es la pregunta correcta. «¿Cómo puedo construir un puente?». Una cosa que está muy clara sobre esta pandemia es que hay ideas radicalmente diferentes entre la gente sobre lo que está sucediendo, las razones por las que está ocurriendo y cuáles son las mejores soluciones.

Mientras la gente tenga opiniones tan dispares (y la falta de claridad acompañe a un espíritu de pánico público), parece poco realista insistir en que la armonía entre la gente debe depender de que todos estén de acuerdo en estas cuestiones. La búsqueda de la unidad debe consistir, por el contrario, en hacer todo lo posible por tender puentes, como usted bien dice.

El primer paso para tender puentes es intentar comprender al otro y abstenerse de hacer una asignación arbitraria de los motivos.

Por ejemplo, es tentador para las personas vacunadas asumir que los no vacunados simplemente no se preocupan por el bienestar de los demás, pero para muchas personas no vacunadas no es así. Algunos han llegado a la conclusión de que la vacunación universal es una mala política durante una pandemia, y muchos también han observado un elevado número de reacciones adversas a las vacunas actuales en comparación con las utilizadas en el pasado.

Por otro lado, algunos se oponen a las mascarillas y a las vacunas y acusan a quienes defienden ambas cosas de atentar contra los derechos individuales, sin reconocer que los derechos individuales nunca deberían ser el factor determinante de lo que decido hacer o no hacer por mi propio bien y el de los demás.

En las decisiones sobre el utilizo de la mascarilla y el distanciamiento social, algunos pueden estar motivados principalmente por el miedo a la infección, mientras que otros pueden estar motivados principalmente por los costes sociales de la alienación, el enmascaramiento y las restricciones de movimiento.

Las convicciones de un individuo determinado pueden situarse en cualquier punto del ejemplo aquí descrito, o pueden implicar aún otras preocupaciones. Es fundamental, en primer lugar, hacer un esfuerzo por comprender las razones subyacentes a las posiciones de los demás, en lugar de limitarse a tacharlas de excesivamente rígidas, excesivamente permisivas o poco caritativas.

El segundo paso es entablar un debate con los demás y encontrar valores que todos tengamos en común. Incluso dentro del desconcertante abanico de posiciones y soluciones, parece que la mayoría de la gente quiere algún tipo de contacto afectivo con los demás.

La mayoría quiere protegerse a sí misma y a sus hijos no sólo de la infección viral, sino también del aislamiento. La mayoría de la gente quiere disfrutar de una libertad ordenada que permita al individuo florecer al tiempo que protege el bien común. Y la mayoría de la gente desea obtener la mayor cantidad de información relevante posible para tomar las mejores decisiones posibles.

Todas estas son muchas cosas en común. Sobre esta base, debería ser posible que las personas con opiniones contrapuestas respecto a un asunto se unieran al menos para reconocer los objetivos que ambos buscan.

Cada uno debería poder expresar no sólo los resultados que desea, sino también sus razones para oponerse a soluciones específicas y, al menos, ser escuchado por el otro con respeto. Y cada uno ha de estar dispuesto a considerar posibles soluciones que quizás difieran de sus propias propuestas iniciales, como reunirse al aire libre, conectarse virtualmente con quienes no puedan asistir o se sientan incómodos reuniéndose en persona, etc.

Por último, al tratar de encontrarse sobre la base de esos valores compartidos, todos los que deseen tender puentes deben estar dispuestos a aceptar que hacerlo implicará un riesgo. Como demuestran claramente las distintas posturas, la posibilidad de infección no es el único riesgo que hay que tener en cuenta. Los riesgos para la libertad, la calidad de la interacción social y la salud mental son también muy reales.

Cuando las personas se encuentran en lados diferentes de una cuestión o propuesta, ambas partes deben estar dispuestas a arriesgar algo para unirse como una sola. A su vez, ambas partes deben poder sentirse reconocidas y tenidas en cuenta sin que se les pida que sacrifiquen todos los valores que consideren en juego.

Cuando se ha preparado cuidadosamente el camino para la unión, reuniéndose virtual o físicamente, tomando en consideración cuidadosamente las convicciones y aspiraciones más profundas de todos, es casi seguro que nadie habrá conseguido su resultado “ideal”, y nadie confiará en que el riesgo haya sido evitado. Pero el mejor ideal debería ser la unidad, en lugar de que prevalezcan las preferencias individuales de cada uno.

La voluntad de entregarse por los demás, imitando a Jesús, nunca estará totalmente libre de riesgos.

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