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Senza parole

di Annamaria Gatti

I piccoli gesti trasformano l’esistenza e apportano colore alla vita alleviando la sofferenza. La storia di Flavia

Un tempo di sofferenza
I giorni non erano facili per Flavia. Molte esigenze si profilavano all’orizzonte, a cui rispondere con forza e determinazione, e alcune serie preoccupazioni rischiavano di minare un ottimismo faticosamente conservato, davanti ai problemi di salute di alcuni famigliari che il covid aveva reso più complessi.

L’imminente nascita di una nuova nipotina colorava però di luce quella manciata di settimane, in cui la giovane famiglia di Angela e Luca, allietata già da un vispo bimbetto, aveva trovato ospitalità temporanea presso i genitori. L’attesa dell’evento era puntellata da esami di rito e straordinari, da dubbi e timori della giovane madre, che avevano trovato terreno d’ascolto proprio in Flavia.

Comprensione, fiducia, affidamento a Dio, oltre che ai medici, potevano creare le buone premesse affinchè quell’evento solenne e sempre nuovo, ma denso di incognite, venisse vissuto con serenità. E per questo si adoperava Flavia.

Una serata speciale
La fatica però stava segnando non solo il fisico, ma anche lo spirito, che solitamente in lei si riconosceva pronto, solidale, creativo e attivo, fedele all’impegno esistenziale preso: tutto concorre al bene, in Dio è la nostra forza, nulla è impossibile a Dio. Flavia è una persona credente e che vuole riconoscere la presenza di questo Dio, proprio nelle pieghe della quotidianità. Ma non sempre è facile e lei sa che se non conserva la tenacia dell’anima, anche le forze si affievoliscono.

Quella sera in particolare era così dolce: le pennellate di rosso e cobalto si fondevano all’orizzonte. La casa posta sulla collina punta i suoi grandi occhi laggiù, verso la pianura ed è sempre lo stupore che gratifica chi sa fermarsi, per riempirsi di bellezza.

Flavia sta ascoltando Angela che si prepara al ricovero imminente per il parto programmato. Il cuore di madre si apre e condivide, ma c’è un’ombra sul viso stanco. Questa figlia le sta facendo un dono immenso, poi il pensiero va al tremore del travaglio imminente e soprattutto agli altri famigliari che attendono aiuto e conforto. Vorrebbe trovare per tutti la ragione della fatica, dare a tutti quello che la stanchezza ha prosciugato e reso sterile. All’apparenza.

Condivisione in un gesto
Ci pensa Luca a farsi interprete dei semplici gesti che la vita dona nei momenti meno scontati, come una carezza, una brezza leggera risanatrice. Sta mettendo a letto il figlioletto e nel cuore coltiva una speranza: che quel figlio che deve arrivare sia sano e che sia… una bambina! Sta pensando queste cose quando…

Quando entra nella grande cucina comprende bene quel che deve capire nello sguardo incerto di Flavia. Può lasciare per qualche istante il bambino e si avvicina alla suocera per stamparle un bacio gioioso sul viso. E’ uomo di poche parole, lo sa, ma ha cercato la soluzione per dire tutto. E’ gratitudine? È dire che le sono vicini? E’ condividere sofferenza e stress per portare insieme i pesi? Quanto è importante rendere visibili le emozioni e i sentimenti e saper utilizzare il linguaggio non verbale per condividere, sostenere, entrare empaticamente in comunicazione con l’altro, spesso cambiando totalmente lo stato d’animo di chi ci vive accanto.

E’ comunque un gesto e per Flavia la riconoscenza diventa terapeutica. La stanchezza pare essere assorbita in quel gesto filiale e grato, ossigeno… per salutare la notte e ripartire il mattino seguente.

La bambina sognata sarebbe nata di lì a poco. Spesso la vita irrompe gioiosa e stupisce la persona che sa guardare “oltre”.

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