Con l’arrivo di altre 27 mila dosi inviate da Pfizer la campagna vaccinale in Puglia continua. La cifra non indica un carico aggiuntivo, né un involontario ritardo nella “spedizione”, ma è il numero delle dosi accantonate dalla multinazionale, che ha ridotto del 30% la somministrazioni a tappeto nella fase 1 nel territorio regionale. Tuttavia, le dosi sono sufficienti per completare il richiamo del vaccino soprattutto a medici ed infermieri.
La conseguenza della frenata imposta dall’azienda farmaceutica è giustificata dall’urgenza di completare, con le due siringhe previste, la totale copertura del vaccino. In tal modo, però, slitterà ulteriormente l’inizio della fase 2 che si prolungherà anche per categorie come farmacisti, ostetriche, odontoiatri comunque che fanno comunque parte del settore sanitario.
A seguito del monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, con lo 0,37% la Puglia, però, è al terzultimo posto in Italia per la percentuale di popolazione che ha completato il ciclo vaccinale. Sebbene i carichi di Pfizer e anche di Moderna siano arrivati in regione, il ritmo è di meno di 3 mila vaccini ogni 100 mila abitanti, mentre dal v-day del 27 dicembre si viaggiava a pieno regime con circa 5 mila iniezioni giornaliere.
Al rallentamento previsto sulla tabella di marcia delle categorie che hanno la priorità, non è chiaro se abbiano influito gli episodi di somministrazioni irregolari ai soggetti che hanno usufruito della siringa intramuscolo senza il consenso dei protocolli. Si stima circa l’11% di dosi irregolari a “personale non sanitario” per i quali si sta effettuando un’indagine di tracciamento da parte degli organi competenti, che implicherebbe l’annullamento della dose di richiamo.
In ogni caso la fase 1 è agli sgoccioli, ma in Puglia – che con ogni probabilità resterà in zona arancione anche nei giorni a cavallo tra gennaio e febbraio – continuano ad essere critici i numeri delle terapie intensive che con il 39% portano la regione del mezzogiorno ad una soglia da primato nazionale che tiene in forte allerta.
Almeno in previsione della fase 2 l’assessore alla Sanità Pierluigi Lopalco fa sapere che la Giunta regionale ha deliberato il piano per la ripartenza scolastica: tra i “nominati” per il vaccino rientrerà la categoria del personale scolastico e saranno istituiti presidi sanitari all’interno di ogni scuola pugliese, definiti Team di Operatori Sanitari Scolastici Covid-19 (TOSS Covid-19) con il “referente Covid” affiancato da un delegato dell’Asl. In tal modo circa 355 operatori sanitari per ogni 1500 studenti, saranno a disposizione con attività di sorveglianza, screening, tracciamento per insegnanti e staff scolastico e un potenziamento dei test antigenici ogni 14 giorni a favore del personale scolastico.
Si spera, inoltre, nel ritorno sui banchi di scuola con il 50% degli studenti di scuola superiore. Numerosi gli appelli dei sindacati che si stanno mobilitando insieme ai presidi per fare in modo che i ragazzi possano tornare in sicurezza. In particolare, invocano l’applicazione dei Dpcm senza ulteriori ordinanze regionali, come avvenuto fino ad ora con “la didattica a scelta”, facendo gravare sulle famiglie pugliesi la scelta, appunto, della frequenza scolastica. Proprio i rappresentanti dei sindacati denunciano l’inefficacia di questa opzione che ha mandato in tilt l’organizzazione scolastica, le famiglie e contribuisce ad ingrandire la voragine formativa dei ragazzi che preoccupa enormemente.
Si guarda con molta attenzione al secondo quadrimestre, in attesa di maggior decisionismo e attuazione delle delibere sulla sicurezza, sull’effettiva presenza in ogni scuola dei TOSS e sulla “scelta della frequenza scolastica”. Non si escludono, infatti, mobilitazioni. Le parole di Lopalco iniettano speranza: «Scuola sicura significa anche personale scolastico che lavori in condizioni di maggiore serenità. Screening e vaccinazione sono gli strumenti più efficaci di prevenzione che abbiamo oggi nel nostro armamentario. Metterli a disposizione del personale scolastico una volta riavviata la didattica in presenza ci sembra una priorità per tutti». Eppure la Puglia, tra conti e percentuali, continua a cercare strategie efficienti o quasi, per ritornare a cifre gestibili…