L’abbiamo seguita con l’interesse suscitato dall’originalità e la particolarità dell’iniziativa. La Bel Espoir, una barca a vela lunga 29 metri, è diventata una nave-scuola della pace che per 8 mesi ha navigato per tutto il Mediterraneo mettendo assieme giovani di vari continenti, culture e religioni. Dalla sua partenza da Barcellona il 1° marzo 2025 al suo arrivo a Marsiglia il 25 ottobre 2025, l’imbarcazione ha toccato oltre 30 porti e ha accolto circa 200 giovani disposti ad impegnarsi concretamente per raggiungere la pace nella regione mediterranea.
In realtà la goletta è arrivata a Marsiglia qualche giorni prima dovuto alle condizioni meteorologiche, ma il 25 ottobre c’è stato un momento memorabile. La Bel Espoir ha fatto ingresso al porto di Marsiglia scortata da 20 barche a vela che hanno navigato insieme a lei durante tre ore. È quella che è stata chiamata l’Armata per la pace.
A bordo delle piccole barche ci eravamo noi, i partecipanti alla “Sezione Pilota”. Circa 30 giovani abbiamo rappresentato i Paesi del Mediterraneo, rendendoci ingranaggi per l’avvio di ulteriori progetti orientati alla pace. Con questo spirito siamo arrivati nella città portuaria già mercoledì 22 ottobre, e abbiamo avuto occasione di incontrare non solo i partecipanti al Med25, ma anche quelli degli anni precedenti.

Partecipanti alla Sessione Pilota del Med25 a Marsiglia, ottobre 2025. Credit: Yara El Khoury
L’emozione e l’aspettativa di rivedere i compagni di viaggio crescevano di minuto in minuto, e infatti sono esplose nel momento del primo riabbraccio. Dopo i mesi separati dalla distanza, per alcune tappe più lunghi che per altre, rivedersi nonostante le complicazioni dei visti è stato recepito come un vero dono.
Lungo la nostra permanenza a Marsiglia abbiamo riflettuto insieme su come costruire una pace organica attorno al Mediterraneo. Un programma molto fitto ci ha introdotto in primo luogo nella realtà di La Pilotine, un’associazione che si occupa del restauro delle barche al tempo stesso che promuove lo sviluppo umano mediante l’inserimento lavorativo nel cantiere navale di persone in situazioni di vulnerabilità. Per lei, «è importante che il lavoro vada avanti insieme alla persona», perché senza questo ultimo elemento l’associazione non avrebbe ragione d’essere.
Qualcosa di simile abbiamo vissuto presso Acta Vista, un’organizzazione che favorisce l’integrazione professionale attraverso la formazione nei mestieri di restauro del patrimonio culturale. Si tratta di un’azione sociale che offre non solo un’occupazione ma anche delle competenze pratiche a persone che non hanno un’esperienza pregressa in questo settore professionale.

Padre Alexis spiega il senso del progetto durante la visita a Camp des Milles. Foto: Yara El Khoury
Sempre con l’obiettivo di approfondire il dialogo sulla pace abbiamo visitato il sito commemorativo Camp des Milles, un antico centro di internamento che durante la Seconda Guerra Mondiale ha rinchiuso sia ebrei sia altri gruppi di persone socialmente discriminate. Di questi, oltre 2mila sono stati deportati al campo di sterminio di Auschwitz. Questo nostro appuntamento non è stato privo di controversie fra i partecipanti, tenendo conto del massacro attuale a Gaza e l’assenza di riferimenti all’interno del museo; ma la proposta era quella di spiegare i passaggi che conducono, attraverso l’aumento progressivo della violenza, fino al genocidio per disinnescare questa dinamica ed evitare che l’atrocità si ripeta.
Anche con questa esperienza abbiamo testimoniato l’importanza di aprirci a un dialogo pacifico e costruttivo con chi ha delle convinzioni diverse alle nostre, per non creare muri e scontri bensì chiarezza e riconoscimento del dolore altrui.
La quarta iniziativa per la pace che ci è stata presentata è stata l’associazione Massabielle-La Source, che porta avanti un’attività di quartiere orientata all’ascolto e all’accoglienza dei residenti. Dalle attività educative e ludiche, allo sport, al sostegno scolastico, la struttura si propone di favorire lo sviluppo umano integrale, ospitando bambini, famiglie e volontari, accompagnando alla genitorialità e generando spazi di vita comunitaria che valorizzano la diversità sociale e rispondono alle esigenze locali.
Dopo due giornate dedicate esclusivamente alla Sezione Pilota, venerdì sera è arrivata l’ora del grande rincontro. Alla basilica di Notre Dame de la Garde siamo stati invitati i partecipanti di tutte le tappe del Med25, i giovani del Med24 e del Med23 e l’equipaggio della Bel Espoir. La cerimonia ha dato anche il benvenuto alle ragazze e ragazzi dell’ultima tappa, che concludevano qui il loro viaggio. Fra i presenti vi era anche l’arcivescovo di Barcellona, cardinal Juan José Omella.
Sabato 25, oltre alla parata per la pace, il Festival ha accolto una serie di conferenze a tema che si sono tenute dalla mattina alla sera presso il Museo delle civiltà dell’Europa e del Mediterraneo (Mucem). Nel frattempo, nella spianata attigua si sono susseguite testimonianze, canti e danze tipiche durante tutta la giornata.
Gli Incontri Mediterranei 2025 si sono conclusi domenica 26 ottobre nella cattedrale di Santa Maria Maggiore, con una celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Marsiglia, cardinal Jean-Marc Aveline. Alla fine della santa messa è stata consegnata da parte dei giovani una bandiera con la mappa del mar Mediterraneo e le firme di tutti i partecipanti al Med25, la quale sarà deposta nella cattedrale l’8 dicembre, in occasione della festa dell’Immacolata.

Consegna della bandiera con le firme dei giovani del Med25 al cardinal Aveline. Marsiglia, 26 ottobre 2025. Foto: Med25-Bel Espoir
È arrivato il momento di sbarcare e tornare a casa dopo un’esperienza da sogno. Con il cuore pieno di emozioni contrastanti, la gioia di esserci rivisti e l’incertezza sulla prossima occasione per rincontrarci. Ma partiamo pieni di speranza e consapevoli della nostra responsabilità: molto ci è stato dato, e ora è il momento per noi di riversarlo nelle nostre comunità, dando vita a ulteriori Incontri Mediterranei locali. Questo è il tempo per progettare delle idee e per tessere delle reti di pace nei nostri ambienti, guardando già verso gli Incontri Mediterranei 2026.