Il Sudan sta affrontando uno dei peggiori disastri naturali degli ultimi anni. Le piogge torrenziali delle ultime settimane hanno causato l’esondazione del Nilo Azzurro e del Nilo Bianco, i due principali affluenti del fiume che attraversa il Paese.
Le inondazioni sono state devastanti, causando massicci sfollamenti di popolazione e gravi danni. Le autorità locali segnalano almeno 34 morti e 20 feriti, mentre oltre mille case sono state spazzate via nelle zone settentrionali del Paese. Più di 1.200 famiglie sudanesi sono state sfollate da alcuni quartieri della città di Bahri, nello stato di Khartoum, situata a Nord della capitale.
Il Ministero sudanese dell’Agricoltura e dell’Irrigazione aveva lanciato l’allarme nei giorni precedenti per l’elevato rischio di inondazioni in sei stati, tra cui Gezira e Khartoum.
La mancanza di attrezzature e risorse ha ostacolato gli sforzi di soccorso e protezione nelle aree vulnerabili. Le piogge torrenziali stanno complicando gli spostamenti e ostacolando la distribuzione degli aiuti umanitari, già messa a dura prova dalla situazione politica ed economica del Paese. Di fronte all’inerzia delle autorità centrali, la solidarietà locale si sta organizzando al meglio delle sue possibilità. Le famiglie sfollate a Bahri hanno trovato rifugio in rifugi di fortuna, scuole e moschee. Le Organizzazioni non governative locali stanno cercando di distribuire cibo e coperte, ma le risorse sono gravemente carenti.
Nelle ultime settimane, diverse regioni del Sudan hanno subito inondazioni causate dall’innalzamento del livello del Nilo e dei suoi affluenti, il Nilo Bianco, che nasce dal Lago Vittoria, e il Nilo Azzurro, che scende dagli altopiani etiopi. Secondo le statistiche ufficiali, oltre 125 mila persone sono state colpite dalle piogge e dalle inondazioni iniziate alla fine del mese di giugno.
Il Sudan è solitamente soggetto a forti precipitazioni tra giugno e ottobre, la stagione delle piogge, che causano inondazioni significative e ricorrenti ogni anno. Secondo diversi esperti umanitari, le inondazioni del 2025 saranno tra le più distruttive dell’ultimo decennio. La mancanza di una governance stabile e la disorganizzazione del Paese devastato dalla guerra rendono particolarmente difficile qualsiasi risposta di emergenza.
Queste inondazioni, infatti, si verificano mentre il Paese è devastato dalla guerra tra l’Esercito sudanese e le Forze di supporto rapido (Rsf) iniziata ad aprile 2023. Il conflitto, caratterizzato da violenti scontri urbani e rurali, ha già causato migliaia di morti e oltre 7 milioni di persone sfollate all’interno e all’esterno dei confini sudanesi.
Le autorità chiedono ora la solidarietà nazionale e internazionale per aiutare le vittime, mentre i meteorologi temono ancora ulteriori piogge nei prossimi giorni, fino alla fine del mese di ottobre.