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Gaza, la Flotilla denuncia: Israele pronto ad attaccarci. Crosetto: se forzano il blocco non possiamo intervenire

di Sara Fornaro

- Fonte: Città Nuova

Sara Fornaro

L’appello del presidente Mattarella alla Global Sumud Flotilla: per la vostra sicurezza consegnate gli aiuti al Patriarcato latino di Gerusalemme. In Israele l’opposizione accusa Netanyahu di disastro diplomatico. Il presidente Abu Mazen: Hamas fuori dal nostro governo e senza armi. Non lasceremo la Palestina

Proteste per Gaza e a sostegno della Global Sumud Flotilla a Roma. Foto di Sara Fornaro

Secondo «informazioni credibili di intelligence, è probabile che Israele intensifichi gli attacchi violenti entro le prossime 48 ore, utilizzando potenzialmente armi che potrebbero affondare, ferire e/o uccidere i partecipanti». I volontari della Global Sumud Flotilla lanciano l’allarme. Dopo le esplosioni sulle navi nel porto di Tunisi, prima della partenza, l’altra notte la Flotilla è stata sorvolata da droni non identificati che hanno colpito con bombe sonore, spray urticanti e lancio di materiali, danneggiando una decina di barche.

L’attacco è avvenuto nei pressi di Creta, in acque internazionali. È stato un atto di pirateria, commesso contro una missione di pace che coinvolge 44 Paesi e conta una cinquantina di imbarcazioni, ciascuna con una decina di persone a bordo tra insegnanti, giornalisti, ebrei, musulmani, sacerdoti cattolici, medici, giuristi, pensionati…

Una delle navi della Global Sumud Flotilla diretta a Gaza in Palestina, per rompere il blocco di Israele e aiutare la popolazione. Foto Ansa EPA/MOHAMED MESSARA

I volontari hanno paura. Non sono eroi, ma persone normali. La loro “colpa” è di voler simbolicamente rompere il blocco illegale creato da Israele nel mare palestinese, per portare cibo e medicine ai bambini affamati di Gaza e alle loro famiglie. Rispettano il diritto internazionale, eppure vengono attaccati.

Un’azione che sta preoccupando i governi, a partire da quello italiano. Dopo l’attacco del 23 settembre, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fatto sapere da New York – dov’è in corso l’assemblea generale dell’Onu, nell’anniversario degli 80 anni dalla sua nascita –, che «la Farnesina aveva fatto già segnalazioni alle autorità di Israele affinché qualsiasi operazione sia condotta rispettando il diritto internazionale e un principio di assoluta cautela», per «garantire l’assoluta tutela del personale imbarcato».

Il ministro della Difesa Guido Crosetto alla Camera durante l’informativa su attacchi occorsi a danno della Global Sumud Flotilla , Roma, 24 Settembre 2025. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva invece annunciato l’invio di una fregata, la Fasan, a supporto della Flotilla, spiegando che «in democrazia anche le manifestazioni e le forme di protesta devono essere tutelate, quando si svolgono nel rispetto delle norme del diritto internazionale e senza ricorso alla violenza».

La Fasan sarà sostituita dalla fregata Alpino e avrà il compito di soccorrere, assistere e proteggere i volontari in caso di pericolo.

Proteste per Gaza e a sostegno della Global Sumud Flotilla a Roma. Foto di Sara Fornaro

Va dato atto al governo di Giorgia Meloni di aver cercato più di una soluzione per evitare pericoli ai volontari della Flotilla: avevano concordato con il premier Benjamin Netanyahu un porto israeliano dove consegnare il cibo e le medicine, poi hanno proposto di scaricarli a Cipro, dove sarebbero stati affidati al patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa.

In entrambi i casi la risposta è stata negativa: del resto, sarebbe un tradimento nei confronti dell'”equipaggio di terra”, di quanti cioè li sostengono e hanno donato in tre giorni 400 tonnellate di aiuti e medicine per la popolazione della Striscia. L’obiettivo della Flotilla è di arrivare a Gaza e di smuovere la comunità mondiale per evitare la cancellazione del popolo palestinese, affamato e decimato ogni giorno dai bombardamenti israeliani. E non va meglio nell’altra parte della Palestina, la Cisgiordania.

Proteste per Gaza e a sostegno della Global Sumud Flotilla a Roma. Foto di Sara Fornaro

Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto sulla missione, lanciando un accorato appello alla Flotilla. “Il valore della vita umana, che sembra aver perso ogni significato a Gaza, dove viene gravemente calpestato con disumane sofferenze per la popolazione, richiede di evitare di porre a rischio l’incolumità di ogni persona. A questo scopo e al fine di salvaguardare il valore dell’iniziativa assunta, appare necessario preservare l’obiettivo di far pervenire gli aiuti raccolti alla popolazione in sofferenza. Mi permetto di rivolgere con particolare intensità un appello alle donne e agli uomini della Flotilla perché raccolgano la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme di svolgere il compito di consegnare in sicurezza quel che la solidarietà ha destinato a bambini, donne, uomini di Gaza».

Maria Elena Delia, portavoce italiana Global Sumud Flotilla, a bordo di un’imbarcazione della missione, 24 settembre 2025. ANSA/ANGELA GENNARO

Pur comprendendo l’urgenza dell’appello, la portavoce italiana della Flotilla, Maria Elena Delia ha spiegato di non poter accettare, in quanto “Israele sta commettendo un genocidio senza che nessuno dei nostri governi abbia ancora avuto il coraggio di porre sanzioni, porre un embargo sulle armi, chiudere almeno una parte dei rapporti commerciali. Noi non stiamo facendo nulla di male, navigando in acque internazionali. Siamo pronti a valutare delle mediazioni, ma non cambiando rotta, perché significherebbe ammettere che si lascia operare un governo in modo illegale senza poter fare nulla”.

I numerosi riconoscimenti all’Onu dello Stato palestinese hanno portato l’opposizione politica israeliana ad accusare Netanyahu di disastro politico.

Proteste per Gaza e a sostegno della Global Sumud Flotilla a Roma. Foto di Sara Fornaro

E mentre il presidente statunitense Trump si incontrava con i leader arabi, rassicurandoli che la Cisgiordania non sarà annessa ad Israele, Netanyahu ha fatto chiudere l’ultimo valico ancora aperto con la Giordania, sequestrando di fatto i palestinesi e impedendo loro di entrare ed uscire dai territori occupati. Territori, ricordiamo, governati dall’Autorità nazionale palestinese presieduta da Abu Mazen. Lì non c’è Hamas. Non c’è dunque nemmeno una scusa per cacciarli dalle loro case.

Le violazioni al diritto internazionale sono continue. Il presidente Abu Mazen si è visto revocare il visto dagli Stati Uniti alla vigilia del suo intervento alle Nazioni Unite. Un fatto inconcepibile per il Paese che ospita l’Onu. Alla fine, il presidente palestinese ha inviato un videomessaggio in cui, ricordando come «abbiamo già riconosciuto l’esistenza di Israele nel 1988 e nel 1993 e continuiamo a riconoscere questo diritto», ha chiesto aiuto alle Nazioni Unite per mettere fine al genocidio in corso. Ha sottolineato che Hamas non avrà nessun ruolo e dovrà consegnare le armi e ha ribadito che «la Palestina è nostra, non lasceremo la nostra terra».

Il presidente della Palestina Mahmoud Abbas (Abu Mazen), foto di archivio, Ansa EPA/ATEF SAFADI

Tanti e accorati gli appelli per i palestinesi: del presidente della Colombia, Gustavo Petro, dell’Indonesia Prabowo Subianto, del cileno Gabriel Boric, che ha affermato: «Voglio vedere Netanyahu e i responsabili del genocidio contro il popolo palestinese portati davanti a un tribunale internazionale di giustizia».

«Non abbiamo fermato l’Olocausto – ha affermato Nataša Pirc Musar, presidente della Slovenia –, non abbiamo fermato il genocidio in Ruanda, non abbiamo fermato il genocidio di Srebrenica. Dobbiamo fermare il genocidio a Gaza, non ci sono più scuse».

Proteste per Gaza e a sostegno della Global Sumud Flotilla a Roma. Foto di Sara Fornaro

Nessuno sembra però riuscire a fermare Netanyhau. Nemmeno gli Stati Uniti, come ha amaramente commentato Leone XIV, primo papa americano. La situazione mette dunque in difficoltà il governo italiano, tanto da spingere il ministro Crosetto a specificare che «le unità navali italiane non svolgono funzioni di scorta, né usciranno dalle acque internazionali, qualora la flottiglia dovesse decidere di forzare il blocco israeliano».

La nave Alpino fornirà solo assistenza e soccorso. «Resta indispensabile che la flottiglia non tenti di forzare il blocco: esporre vite umane a rischi in acque nelle quali non sarebbe possibile intervenire in soccorso non avrebbe alcun senso e comporterebbe pericoli inutiliNon è nostra intenzione – ha specificato Crosetto – muovere le navi militari per porre guerra a un paese amico». Alla fregata italiana si affiancherà il pattugliatore Furor P46 della marina spagnola. I volontari della Flotilla sperano che altri Stati mandino proprie navi per scortarli e non solo per soccorrerli dopo eventuali attacchi.

Va rimarcato che la missione è diretta nel mare palestinese, non israeliano, e che dunque ogni azione militare di Israele sarebbe illegale.

Manifestazione dei collettivi studenteschi e associazioni pro Palestina per il sostegno alla Global Sumud Flotilla in partenza per Gaza a Torino. ANSA/TINO ROMANO

Intanto, “l’equipaggio di terra” resta mobilitato. Nei confronti della Farnesina è partito un “mail bombing”, vale a dire migliaia di mail di protesta, mentre i portuali hanno bloccato Genova, Livorno, Taranto, Marghera…, impedendo l’accesso a navi che trasportavano armi o materiali diretti in Israele, nonostante gli idranti delle forze dell’ordine, come è accaduto a Venezia.

Idranti della polizia sui manifestanti al porto di Marghera, 22 settembre 2025. ANSA/ANDREA MEROLA

A favore della pace si sono levati tra gli altri gli appelli di papa Leone XIV, delle comunità musulmane, delle voci ebraiche per la pace, della Chiesa anglicana e di quella valdese. La Conferenza episcopale italiana (CEI) presieduta dal cardinale Matteo Zuppi, chiede «con forza che a Gaza cessi ogni forma di violenza inaccettabile contro un intero popolo e che siano liberati gli ostaggi… La prospettiva di “due popoli, due Stati” resta la via per un futuro possibile». L’11 ottobre alle 18 in piazza San Pietro si pregherà per la pace nel corso della veglia del Giubileo della Spiritualità mariana. Nei prossimi giorni, invece, il segretario generale della Cei, l’arcivescovo Giuseppe Baturi, si recherà a Gerusalemme.

Ieri, prima di intervenire all’Onu, la premier Meloni ha condannato l’attacco, giudicando tuttavia l’azione della Flotilla gratuita, pericolosa e irresponsabile. La missione vuole forzare il blocco navale di Israele. Dunque, ha chiesto Meloni, «cosa dovrebbe fare il governo italiano? Mandare le navi della marina militare e dichiarare guerra a Israele? Mi pare che si stia esagerando».

L’intervento della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso del dibattito di Alto Livello dell’80ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite. New York, 24/09/2025. Foto Governo, licenza CC-BY-NC-SA 3.0 It

Nel suo intervento all’Onu (leggi qui il discorso integrale), la presidente del Consiglio ha spiegato che Israele ha superato i limiti infrangendo «le norme umanitarie, causando una strage tra i civili. Una scelta che l’Italia ha più volte definito inaccettabile, e che porterà al nostro voto favorevole su alcune delle sanzioni proposte dalla Commissione europea. Riteniamo che Israele non abbia il diritto di impedire che nasca uno Stato palestinese, né di costruire nuovi insediamenti in Cisgiordania al fine di impedirlo. Per questo abbiamo sottoscritto la Dichiarazione di New York sulla soluzione dei due Stati. Riteniamo, allo stesso tempo, che il riconoscimento della Palestina debba avere due precondizioni irrinunciabili: il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e la rinuncia da parte di Hamas a qualsiasi ruolo nel governo della Palestina».

Proteste per Gaza e a sostegno della Global Sumud Flotilla a Roma. Foto di Sara Fornaro

La posizione attendista del governo ha suscitato le proteste dell’opposizione, ma anche nella maggioranza si chiede in maniera accorata la fine delle violenze in Palestina. L’umanità, del resto, non dipende dalla tessera di partito. «Molto presto – ha scritto in un post su Facebook il deputato Tommaso Calderone, capogruppo di Forza Italia nella Commissione Giustizia – dirò cosa penso su Palestina e Israele… Sono zitto da mesi, ma non ce la faccio più. Vorrei parlarvi di un criminale, folle, infame… ma non ho ancora la forza, il coraggio. Sono certo, però, che lo farò… e sarà come volare in un cielo terso e maestoso».

Partecipanti alla manifestazione per Gaza a Roma, nel corso dello sciopero generale indetto dall’Usb per la pace in Palestina e la tutela della Global Sumud Flotilla, foto di Sara Fornaro

Il pressing sul governo è anche diplomatico: oltre alla petizione lanciata dall’ambasciatore Pasquale Ferrara insieme ad altri ex ambasciatori, sono circa 300 i funzionari e i dipendenti del ministero degli Esteri che hanno scritto a Tajani affinché il governo cambi rotta nei confronti della Palestina, in quanto «l’inerzia o la mera retorica ci espone al rischio di complicità rispetto a violazioni gravi del diritto internazionale e al genocidio in atto».

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