Nel mondo ci sono una sessantina di conflitti: stiamo vivendo la cosiddetta Terza guerra mondiale a pezzi di cui parlava papa Francesco, con “il rischio estremamente alto che, senza rendersene conto, si scivoli in un conflitto di dimensioni inimmaginabili e incontrollato”, come ha affermato ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al termine dell’incontro con la presidente della Slovenia Nataša Pirc Musar.
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Con la presenza di droni ritenuti di proprietà russa sul cielo della Polonia, sempre ieri si sono alzati in volo gli aerei della Nato (compresi quelli italiani) per difendere un Paese membro da un possibile attacco nemico. La Russia ha smentito di avere mire sul territorio polacco, ma le rassicurazioni non sono bastate a rasserenare gli alleati del Patto Atlantico.
Altri droni hanno colpito due navi della missione di pace Global Sumud Flotilla, che porterà a Gaza cibo e medicine e cercherà di superare il blocco illegale di Israele nel mare palestinese. Oggi, intanto, sono partite da Siracusa le imbarcazioni italiane, che si uniranno con quelle provenienti dalla Spagna e dalla Tunisia.

Un’immagine dell’esplosione avvenuta a bordo della nave ‘Alma’ della Global Sumud Flotilla ormeggiata in acque tunisine, dopo il l lancio di materiale esplosivo da un drone sconosciuto. Roma, 10 settembre 2025. Foto dalla Global Sumud Flotilla, Ansa
Sempre sul fronte mediorientale, continuano le polemiche dopo l’attacco di Israele in Qatar, contro la delegazione dei negoziatori palestinesi di Hamas, che stava esaminando – in territorio neutrale – le condizioni della tregua proposta dagli Stati Uniti. Il governo qatariota ha alzato la voce, accompagnato dalle proteste della comunità internazionale, ma questo non ha scoraggiato il governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu, che sempre ieri ha bombardato anche lo Yemen (provocando più di trenta morti) e ha continuato la distruzione di Gaza, dove è stato ordinato lo sgombero totale della città.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, EPA/RONALD WITTEK
Sempre ieri, nel discorso sullo stato dell’Unione europea, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha esordito con toni molto allarmistici. “L’Europa – ha affermato – è impegnata in una lotta. Una lotta per un continente integro che viva in pace, per un’Europa libera e indipendente. Una lotta per i nostri valori e le nostre democrazie, per la libertà e la capacità di scrivere da soli il nostro destino. Possiamo esserne certi: è una lotta per il nostro futuro”.
La presidente ha aggiunto: “si profila uno scontro per un nuovo ordine mondiale basato sul potere. Quindi, sì, l’Europa deve combattere e conquistarsi un posto in un mondo in cui molte grandi potenze hanno nei suoi confronti un atteggiamento ambiguo o apertamente ostile”.
Dall’altra parte del mondo, ci sono gli Stati Uniti, alleati ma non troppo, e il fronte dell’Est, con l’inedita alleanza tra Cina e India, insieme alla Russia e ad altre nazioni asiatiche.

Il primo ministro indiano Narendra Modi (a destra) cammina preso per mano col presidente russo Vladimir Putin durante il Summit dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO) 2025 al Meijiang Convention and Exhibition Center di Tianjin, in Cina, 01 settembre 2025. Foto: EPA / SUO Takekuma / Pool via Ansa
Un’analisi della situazione è stata fatta dal giornalista Bruno Cantamessa, responsabile Esteri di Città Nuova, dall’ambasciatore Pasquale Ferrara, ex direttore politico del Ministero degli Esteri, docente alla Luiss e all’Istituto Universitario Sophia, Michele Zanzucchi, giornalista e scrittore, docente presso l’IUS. Ha moderato Sara Fornaro, caporedattrice web di Città Nuova.
Nel corso della diretta si è parlato anche del ruolo della Chiesa e del papa nei luoghi di crisi e dei segni di speranza pur esistenti, come la mobilitazione della popolazione di fronte all’inattività dei governi. Ci sono state le manifestazioni per la pace di medici, portuali, insegnanti, studenti, vigili del fuoco… Ci sono le mamme per la pace israeliane e palestinesi, l’azione della Global Sumud Flotilla, con attivisti di oltre 40 paesi del mondo, appoggiata anche dalla Caritas e da esponenti delle diversi religioni.

Manifestazione dei collettivi studenteschi e associazioni pro Palestina per il sostegno alla Global Sumud Flotilla a Torino. ANSA/TINO ROMANO
Ci sono i boicottaggi delle aziende che investono nei territori teatro dei massacri e degli espropri in Palestina, e flash mob come “Accendi una luce per Gaza – Light a candle for Gaza”, che si svolgerà domenica 14 settembre in piazza del Popolo a Roma, promosso, tra gli altri, da Agesci Lazio, Pax Christi Italia e dalle sezioni romane di Azione Cattolica, Caritas, Movimento dei Focolari, Acli, associazione culturale Premio internazionale Achille Silvestrini per il dialogo e la pace. Quanti passeranno per la piazza tra le 19.30 e le 21.30 potranno accendere una candela e lasciarla sulle scale della basilica di Santa Maria del popolo. Gli organizzatori organizzatori spiegano che non ci saranno parole o canti, bandiere o slogan, né schieramenti o folle. “Solo le luci a testimoniare che la vita umana ha ancora un valore”.