Molto più di quanto fosse possibile prevedere. Si era preparata con anticipo la Cittadella internazionale di Loppiano, fin dalle prime telefonate ed email da parte dei responsabili dei gruppi che domandavano ospitalità prima di arrivare a Roma per il Giubileo dei giovani. Ma la realtà, come sempre, ha superato le previsioni e così si è trattato di un’avventura complessa e impegnativa, ma altrettanto entusiasmante e arricchente. Arrivi e partenze, arrivi e partenze, ogni giorno, anche più volte al giorno, dal primo gruppo, giunto da Verona nella Cittadella il 21 luglio, agli ultimi, quelli di Hong Kong e della Corea del Sud, passati dopo il Giubileo il 5 agosto.
Con il fatto che Loppiano sia stata scelta come una significativa tappa intermedia dei pellegrini della speranza, la Cittadella ha vissuto un particolare tempo di grazia. I giovani hanno condiviso le attese per il Giubileo prima di arrivare a Roma e le esperienze, gli stati d’animo, le scoperte di quanti, dopo Tor Vergata, hanno raggiunto Loppiano. Sono passati 8 gruppi italiani (314 persone) e 13 gruppi (678 pellegrini) dal resto del mondo, con prevalenza europea, in particolare francese. In totale, 992 persone. Alcuni gruppi si sono fermati poche ore, la maggioranza più giorni, ma tutti con il desiderio di scoprire una tale comunità, caratterizzata da un’accentuata internazionalità, illuminata dalla legge evangelica dell’amore reciproco, improntata alla fraternità universale.
Nessun programma standard per tutti, ma con ogni gruppo è stato predisposto un itinerario specifico. Sono rimasti colpiti dalla bellezza del santuario mariano giubilare Maria Theotokos, hanno apprezzato i percorsi meditativi di preparazione al Giubileo, il laboratorio sulla santità, le serate di preghiera e riflessione, quelle di gioco e musica per conoscersi di più. Sono state visitate con molto interesse le mostre degli artisti presenti a Loppiano, con cui si sono incontrati. Agli appuntamenti con i docenti di Sophia hanno tirato fuori tante domande su fede, Chiesa, unità, inclusione, dialogo, che hanno favorito revisioni anche sulle proprie convinzioni personali.
La sosta ha consentito momenti di raccoglimento e occasioni propizie per la confessione con i sacerdoti del proprio gruppo o con quelli della Cittadella. Dal piccolo osservatorio di Loppiano, questi pellegrini della speranza hanno manifestato di «essere in profonda ricerca», ma «pregano seriamente e senza fretta», «apprezzano il raccoglimento», «non disdegnano il silenzio», «desiderano andare a fondo nelle questioni», «hanno sete dello spirito», «molti hanno scoperto che il Vangelo si può vivere», come raccolto dai coetanei della squadra dell’Accoglienza di Loppiano, composta da 19 giovani e 14 adulti, provenienti da 18 Paesi, che hanno accompagnato ogni gruppo.
La pluralità delle lingue parlate ha permesso l’immediata comunicazione verbale e la rapida empatia con tutti. Alcuni dei giovani dell’Accoglienza, pur non padroneggiando al meglio la lingua italiana, hanno gestito cambiamenti di programma e affrontato i più vari imprevisti. Soprattutto, hanno saputo lanciare il cuore oltre gli ostacoli e aprirlo generosamente ai gruppi arrivati in un’esperienza di amore reciproco e verso tutti da donare agli altri.
Allegato, qui sotto, il diario di questi giorni.
