Sfoglia la rivista

Italia > Scenari

Gaza, bisogna osare la pace. Ebrei, musulmani e cristiani con la Global Sumud Flotilla

di Sara Fornaro

Sara Fornaro

Alla conferenza stampa di presentazione della missione civile che porterà a Gaza una cinquantina di navi zeppe di cibo e medicinali, e partirà dalla Sicilia il 7 settembre, hanno partecipato anche i rappresentanti delle tre religioni.

Una madre piange la figlia Shayma, uccisa dai soldati israeliani a Gaza. EPA/MOHAMMED SABER

Una ebrea, un musulmano e un cristiano uniti per chiedere la fine del genocidio, una pace giusta in Palestina e per sostenere la Global Sumud Flotilla, che sta partendo per rompere il blocco navale imposto da Israele davanti alle coste di Gaza. Rappresentanti delle tre grandi religioni sono, ancora una volta uniti per fermare le violenze in Terra Santa. A parlare nel corso della conferenza stampa della Global Sumud Flotilla (la grande flotta di pace che porterà a Gaza una cinquantina di navi zeppe di cibo e medicine), che si è svolta questa mattina in Senato, a Roma, sono stati Yassine Lafram, presidente dell’Ucoii (Unione delle Comunità Islamiche in Italia), Martina Piperno (Laboratorio ebraico antirazzista) e l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice.

Yassine Lafram (Ucoii) e Martina Piperno (Laboratorio ebraico antirazzista) alla cofnerenza stampa della Global Flotilla in Senato. Foto di Sara Fornaro

“Porto il saluto dal profondo del cuore di tutto il mondo ebraico che è in mobilitazione per la fine del genocidio e per una pace giusta in Palestina. Vi auguriamo con tutto il cuore buon vento e buona fortuna e chiediamo alle istituzioni italiane ed europee – ha detto Piperno – di proteggere le attiviste e gli attivisti che si stanno imbarcando”. Il 7 settembre il Laboratorio ebraico antirazzista sarà in piazza Vittorio, a Roma, per una fiaccolata, in occasione della partenza dalla Sicilia delle navi della Global Sumud Flotilla. La partenza è infatti stata rimandata a causa del ritardo delle navi spagnole, fermate nei giorni scorsi dal maltempo.

Nelle ultime 48 ore, ha affermato Lafram, a Gaza sono morte 19 persone per fame. Mentre molti canali televisivi nazionali faticano a trasmettere le immagini dei bombardamenti su Gaza, la comunità islamica italiana le vede di continuo su Al Jazeera. Parliamo di “oltre 2 milioni di musulmani in Italia che provano una grande frustrazione, un grande dolore, in un momento in cui sembra che le parole non bastino più”.

Un padre trasporta il corpo del figlio all’ospedale Al Shifa di Gaza City, Striscia di Gaza, 3 settembre 2025, dopo un bombardamento israeliano. Foto Ansa EPA/MOHAMMED SABER

Da qui la scelta di Lafram di imbarcarsi su una delle navi della Global Sumud Flotilla, “non in rappresentanza dei musulmani, ma di tutti quelli che si riconoscono in questa missione umanitaria”. È una sorta di “restituzione a noi stessi di un po’ di umanità rispetto alla nostra corresponsabilità in questo genocidio che vediamo consumarsi in diretta TV”. A spingere Lafram a imbarcarsi sono state anche le dichiarazioni del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, e la decisione della comunità cristiana di Gaza, cattolica e ortodossa, di rimanere nella Striscia, “di continuare a resistere, di continuare ad attaccarsi alla propria terra e alle sabbie di Gaza”. Quello che succede nella Striscia colpisce tutti. “Il genocidio ha detto il presidente dell’UCOII – non fa selezioni. Abbiamo visto i cecchini divertirsi colpendo pecore e muli e altri animali spaventati. Abbiamo visto sparare agli alberi, alle olive, alle cisterne d’acqua. Abbiamo visto sparare anche ad una bambina di 6 anni, presa di mira addirittura con un razzo. Quello che sta succedendo a Gaza mette in discussione il senso di umanità di tutti noi. Non è una questione di musulmani, ebrei, cristiani, agnostici o atei. Qui è in discussione l’essenza umana”.

Un’immagine del videomessaggio dell’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, a sostegno della Global Sumud Flotilla. Foto di Sara Fornaro

Molto intenso e incisivo anche il messaggio video dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice (il testo integrale può essere scaricato in fondo all’articolo), che non è potuto intervenire a causa delle contemporanee celebrazioni in atto per l’anniversario dell’uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. “Quel che sta accadendo a Gaza in questi giorni è solo uno degli episodi di violenza, di guerra, di distruzione, di cancellazione dei volti e dei corpi dei poveri, che funestano il mondo contemporaneo… Eppure non possiamo nasconderci l’enorme valore simbolico di Gaza: per l’annosità del conflitto, per le sue radici antiche e recenti, per il livello d’odio, per il ruolo di Israele all’interno dell’Occidente”.

La condanna dell’attentato del 7 ottobre è stata unanime, ricorda Lorefice, così il rifiuto di ogni forma di antisemitismo. “Oggi, però – sottolinea – siamo di fronte a qualcosa di diverso. L’estrema destra della politica israeliana, che non rappresenta la totalità dei cittadini di Israele, ha trasformato la reazione all’attentato in un progetto dichiarato di genocidio e di deportazione della popolazione palestinese. Progetto che ha come obiettivo ultimo la fine di ogni possibilità di costruzione di uno Stato di Palestina, grazie anche alle gravissime violazioni del diritto internazionale in corso ormai da anni in Cisgiordania. Di fronte a tutto questo io credo che siamo chiamati a reagire, come donne e uomini che vogliono rimanere fedeli al senso dell’umano. È l’umanità a essere in gioco a Gaza. Ecco, in nome del Vangelo a cui è ispirata la vita di tanti credenti sparsi per il mondo, in nome del Vangelo della pace a cui costantemente ci richiama papa Leone XIV, sento e sentiamo il dovere di dire di no a tutto questo, e di porre segni alternativi di disperata speranza”.

Ibrahim Mohammed Ahmad, di tre anni, unico sopravvissuto della sua famiglia con la nonna ai bombardamenti israeliani, all’ospedale Al Shifa di Gaza City, Striscia di Gaza, 3 settembre 2025. Foto ANsa, EPA/MOHAMMED SABER

Per l’arcivescovo la Global Sumud Flotilla è uno di questi segni. “Sono convinto infatti che l’unica via umana ed evangelica per contrastare la guerra in maniera nonviolenta sia l’interposizione, cioè lo schieramento di corpi inermi sul fronte dei belligeranti, corpi viventi e disarmati che pongono la loro presenza quale principio e pensiero di un mondo nuovo. Alle orecchie della nostra coscienza risuonano ancora le parole di don Tonino Bello nell’andare a Sarajevo: «La pace va osata». È straordinariamente eloquente il segno di pace e di solidarietà posto da questa audace rotta. Insieme a quanti prenderanno il largo, diciamo ‘no’ alla guerra e al genocidio, diciamo ‘sì’ alla vita e alla pace per tutti, e in primo luogo per il popolo di Palestina, assoggettato a una sofferenza atroce e totalmente ingiustificata”.

Presidio di ‘Mothers Rebellion Italia’ in occasione della partenza della Global Sumud Flotilla a Genova, in piazza Castello a Milano, 31 agosto 2025. ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

Lorefice ha dichiarato che “il gesto della Sumud Flotilla è anche un “segno di amicizia verso tutti i fratelli e le sorelle ebrei. Contro il suicidio di Israele voluto dal suo governo, contro la loro volontà di rendere il futuro di Israele un deserto di odio e di violenza — poiché di questo si tratta —, noi da domani poniamo la memoria del Dio che stronca le guerre, che spezza archi e lance, che brucia col fuoco gli scudi, che difende l’orfano e la vedova, che ricorda il rispetto che si deve al migrante e che asciuga le lacrime dal volto dei suoi figli. Il Dio che non vuole la morte ma la vita, pronto a proteggere pure Caino, affinché la vendetta non sia la legge della storia degli uomini. È questa l’eredità dell’ebraismo che abbiamo raccolto e coltivato, l’eredità posta alle radici della migliore tradizione occidentale ed europea. È questo il dono che qualcuno vorrebbe cancellare e che noi vogliamo preservare e custodire, tornando al cuore della Legge e dei Profeti e dell’Evangelo di Gesù Cristo”.

Il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi Archivio ANSA/ANGELO CARCONI

Pochi giorni fa avevano lanciato un appello congiunto per la pace, rivolto alle istituzioni italiane, ai cittadini e ai credenti, anche Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia (UCOII), Abu Bakr Moretta, presidente della Comunità Religiosa Islamica Italiana (COREIS), Naim Nasrollah, presidente della Moschea di Roma, Yahya Pallavicini, imam della Comunità Religiosa Islamica Italiana (COREIS), e il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).

L’odio e la violenza – hanno tra l’altro scritto – non hanno mai alcuna legittimità, portano solo alla diffusione della crudeltà di chi cura ambiguamente interessi paralleli, volgarizzando e corrompendo le interpretazioni e la natura autentica dei testi sacri per benedire l’uso delle armi e organizzare la morte dell’altro. Bisogna ripartire dalla testimonianza della sacralità della vita e dalla santità della terra come doni di Dio che nessuno possiede in esclusiva a discapito dell’altro. Dobbiamo assieme riconoscere quel germe di odio che pianifica anche qui la devastazione e l’abuso di spazi reali e ideali. Lo sviluppo del nostro Paese si è affermato grazie ai ponti tra comunità antiche e di nuova immigrazione che siamo chiamati a difendere attraverso la prova della convivenza e il rigetto del nemico inventato. Poter credere che esiste un domani libero verso il quale alzare lo sguardo e impegnarsi assieme”.

 

 

Riproduzione riservata ©

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come?
Scopri le nostre riviste,
i corsi di formazione agile e
i nostri progetti.
Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni:
rete@cittanuova.it

Intervento integrale dell'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, alla conferenza stampa della Global Sumud Flotilla
Scarica allegato
Esplora di più su queste parole chiave
Condividi

Ricevi le ultime notizie su WhatsApp. Scrivi al 342 6466876