Una mobilitazione senza precedenti ha preso vita nella città di Genova. In appena quattro giorni, nel capoluogo ligure sono state raccolte oltre 80 tonnellate di generi alimentari, un risultato che ha già superato di gran lunga le aspettative iniziali; e che, stando agli organizzatori, potrebbe addirittura raddoppiare entro la chiusura ufficiale della raccolta.
L’iniziativa nasce in vista della partenza della Global Sumud Flotilla, prevista per domenica 31 agosto, missione internazionale che trasporterà aiuti umanitari verso Gaza, dove le popolazioni affrontano una drammatica situazione di scarsità di beni primari.
Al centro della mobilitazione c’è Music For Peace, ong fondata da Stefano Rebora. All’Ansa, Rebora ha dichiarato: «Il flusso di cittadini è stato devastante. Non ci aspettavamo una risposta di questa portata in così poco tempo».
Accanto a Music For Peace, decine di associazioni, parrocchie, scuole e circoli culturali hanno trasformato Genova in un grande centro solidale. Quartieri diversi della città si sono trasformati in veri e propri centri di raccolta, dove persone di ogni età hanno portato pasta, riso, legumi, olio, conserve e altri alimenti a lunga conservazione. Molti volontari hanno messo a disposizione il proprio tempo per smistare e organizzare gli scatoloni, in modo da rendere più semplice il carico a bordo delle navi.
Un video diffuso sui social dal CALP (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali) ha amplificato la mobilitazione. Il portavoce José Nivoi, sindacalista USB Mare a Porti, ha annunciato: «Stiamo organizzando l’equipaggio per portare a Gaza beni di prima necessità: è la più grande iniziativa umanitaria della storia con delle navi civili».
Anche le istituzioni religiose hanno dato un segnale forte di adesione. La diocesi di Genova, attraverso la Caritas, ha scelto di contribuire alla raccolta. Don Andrea Parodi, vicario episcopale per la carità, ha dichiarato all’Ansa: «La nostra diocesi offre il proprio contributo alla mobilitazione generale. È un’azione che coinvolge ampi settori della società civile e tutta la comunità ecclesiale, per dare soccorso materiale, ma anche per affermare l’urgenza di porre fine alla devastazione del popolo palestinese e al dolore degli ostaggi israeliani e delle loro famiglie».
Silvia Salis, sindaca di Genova, in un massaggio social ha scritto: «In poche ore sono state raccolte 50 tonnellate di generi alimentari destinate alla Striscia di Gaza. Genova, ancora una volta, sta mostrando la sua straordinaria anima solidale».
Allo stesso modo, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI), l’Associazione Ligure dei Giornalisti e l’Ordine dei Giornalisti della Liguria in una nota congiunta sul sito ufficiale della Federazione, hanno invitato i cittadini a contribuire portando alimenti non deperibili presso la sede di Music For Peace.
Questa mobilitazione dimostra come Genova sappia unirsi per una causa comune, al di là di partiti o appartenenze religiose: cittadini, associazioni e portuali hanno lavorato insieme, trasformando la città in un punto di riferimento per la solidarietà internazionale.
La Global Sumud Flotilla non è solo un’iniziativa locale: coinvolge diversi Paesi (attualmente 44), tutti uniti dall’intento di portare aiuti concreti e lanciare un forte segnale umano e politico. Si tratta di un’insieme di organizzazioni della società civile che a giugno scorso hanno lanciato una mobilitazione su più fronti a sostegno della popolazione di Gaza, tra cui appunto l’invio di navi con generi di prima necessità da diversi porti del Mediterraneo; e l’Italia è coinvolta con partenze di navi anche dalla Sicilia il 4 settembre. L’obiettivo, naturalmente assai arduo, è quello di far effettivamente arrivare questi carichi a Gaza via mare; aprendo un corridoio umanitario in forza dell’unione di intenti della società civile internazionale e del fatto che, legalmente parlando, le navi civili che portano aiuti umanitari sono protette secondo il diritto del mare.