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Quell’edicola, punto d’incontro

di Annamaria Carobella

- Fonte: Città Nuova

Da Parma, il racconto di come una rivendita di giornali, libri e riviste è diventata un luogo di scambio e di nascita e crescita di relazioni sociali.

Giuseppe, l’edicolante di Parma (foto A. Carobella)
L’edicola è una piccola costruzione, a sé stante, a forma di tempietto, collocata sul suolo pubblico, su strade o piazze e destinata alla vendita di giornali e periodici. Può essere realizzata in vari materiali come ferro, legno o in muratura.
Le edicole risalgono all’Ottocento quando, in diverse città europee, si iniziò a concedere il permesso di costruirle.
Dette anche chioschi, divennero ben presto punti di incontro e di ritrovo tra persone di tutte le età. Prima della loro costruzione, la vendita dei giornali era destinata agli strilloni.
La prima edicola in stile liberty venne posizionata a Parma nel 1912 in Piazzale Barezzi accanto al Teatro Regio, divenendo ben presto un punto di incontro per molti Parmigiani, che andavano a comprare il loro quotidiano preferito, La Gazzetta di Parma, il più antico giornale d’ Italia. La prima copia, custodita nella famosa Biblioteca Palatina, si fa risalire con certezza al 20 giugno 1728 stampata da Giuseppe Rosati. Fin dalle origini colpisce la sua eleganza e  il legame che si stabilisce tra il giornale e la città che rispecchia, una Parma da sempre raffinata, amante del teatro, della musica e della cultura.
Parma nasce come colonia romana nel 183 a.C. su un insediamento celtico. Da molti viene considerata una piccola Parigi, anche per l’influenza della indimenticabile duchessa Maria Luigia, seconda moglie di Napoleone Bonaparte.
Da sempre a Parma si legge molto. La sua Gazzetta è fra i quotidiani più letti insieme ad altri come il Corriere, la Repubblica ecc. Nonostante la crisi, dovuta alla diffusione del digitale e alla crisi dell’ editoria e della carta stampata, a Parma sono ancora presenti molti chioschi che vendono giornali.
Nel mio quartiere, il Pablo, di 18.000 abitanti, sono aperte quattro edicole, ma quella che attira più gente è una in muratura, con una finestra e una porta da cui si entra salendo cinque gradini. Posta ad angolo, tra due strade, via Buffolara e via Savani, è proprio vicina a casa mia. È molto più che un semplice chiosco, in quanto cultura, informazione, politica, chiacchiere, rapporti personali profondi e superficiali si incontrano.
In Italia nel 2022 le edicole erano circa 12.000, mentre nel 2019 se ne contavano più di 19.000. Continuano ad abbassarsi le saracinesche di questi che vengono considerati esclusivamente esercizi commerciali, ma che, in realtà, sono autentici presidi sociali, piccole comunità temporanee in cui si mescolano cultura e conoscenza.
Questa edicola dal 2005 è gestita da Giuseppe Gabola, nato a Napoli, ma arrivato a Parma dal 1998, anno in cui sposa la compagna Tiziana, conosciuta nel 1985. Nonostante sia impiegato a tempo indeterminato all’Immergas, realizza così il suo sogno di dedicarsi ad un’attività in proprio. Da quando è subentrato lui, l’edicola è diventata un vero punto di riferimento per tanti perché, da buon napoletano, è riuscito, con la sua cordialità
e gentilezza, a creare rapporti di vera amicizia non solo con gli abitanti del quartiere, ma anche con chi passa per caso e si ferma ad acquistare qualcosa. Quando nel 2010 è nato suo figlio, chiamato Diego in omaggio a Maradona, ricordo ancora la festa e la gioia dei moltissimi frequentatori dell’edicola!
Da appassionato lettore, oltre a giornali e riviste, Giuseppe vende moltissimi libri, di contenuto vario: storia, scienza, romanzi, biografie, arte ecc. Intelligente e curioso, questo edicolante sa aprirsi a tutte le novità senza pregiudizi. Come quando ha accettato da noi amici di ricevere in dono l’abbonamento ad una rivista,
un mensile d’opinione, Città Nuova, che analizza fatti, attualità, tendenze, storie di vita dalla prospettiva del dialogo e della fraternità. Gli è piaciuto particolarmente per la varietà e per lo spessore culturale dei suoi articoli al punto che ora lo vende nella sua edicola, in cui ciascuno si sente a casa.
Giuseppe, che abita a Sorbolo, un paesino a mezzora da Parma, si sveglia presto ogni mattina per essere pronto alle cinque a ricevere l’arrivo dei giornali. Puntuale, gentile, non fa mai pesare le sue levatacce mattutine né il fatto di lavorare tutti i giorni, compreso la domenica e i festivi, per 359 giorni all’anno (sono infatti solo 6 i giorni in cui l’attività è chiusa!). Accoglie chiunque con il sorriso e capita che tanti, solo di passaggio, ritornino e diventino clienti abituali. Com’è successo ad alcuni che acquistavano un giornale o un libro nell’andare al lavoro, ma una volta andati in pensione, sono ritornati ogni giorno perché ormai legati a questo posto. Perché ciò che attira in questo salotto improvvisato è lo scambio cordiale, spesso in dialetto parmigiano di aneddoti, impressioni su articoli letti, su giornali vari, commenti di notizie, racconti di esperienze personali gioiose o tristi.
Ritrovandosi ogni giorno a prendere la Gazzetta, si è diventati amici gli uni degli altri e si condivide ogni cosa, nel bene e nel male. Eppure si è profondamente diversi per età, tipo di lavoro, cultura, religione, squadra di calcio, Paese di origine. Nascono iniziative e idee bellissime, modi di aiutare e sostenere chi soffre per motivi vari. Tutti: meccanici, avvocati, insegnanti, artigiani, medici, artisti, pensionati, uomini e donne pronti a darsi una mano, a scambiare non solo un semplice saluto, una battuta, anche solo un semplice sorriso. Ed è la cordialità che rende importante quel momento di pausa prima di riprendere le corse di ogni giorno.
Giuseppe, aiutato da suo padre Ciro, alto, magro e sempre allegro, effettua le consegne a domicilio dei giornali ai tanti anziani del quartiere o a chiunque sia temporaneamente impossibilitato a muoversi. E non si fa pagare per questo ulteriore e gravoso servizio che va oltre il suo lavoro.
Tutti viviamo momenti non facili, ci sentiamo fragili e vulnerabili, cerchiamo un senso a quanto ci accade, a volte ci sentiamo schiacciati da un peso, impotenti. Il nome edicola deriva dal latino aedes e significa sia piccola casa che tempietto…. Non è un caso! Chi entra in questa edicola trova una cerchia di amici con cui condividere
alcuni momenti della sua giornata e così non si perde d’animo, scopre di non essere solo. Ciò che rende bella la vita, dovunque ci si trovi, anche in una semplice edicola, è il rapporto con gli altri, rapporto che nasce e si impreziosisce grazie ad attenzione, cura, e piccoli  gesti, che magicamente diventano immensi e scaldano il cuore. La solidarietà, i legami più forti nascono semplicemente, nel silenzio, in modo impercettibile, ma reale e trasformano la vita.

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