9/11 Nine eleven

Bastano due numeri per ricordare agli statunitensi uno dei giorni più tragici della loro storia. Non espiano il dolore i 2983 nomi incisi sulle vasche costruite dove erano le Torri gemelle. New York esorcizza la tragedia edificando del nuovo. Dal reportage della nostra inviata
New York

Non bastano i 7 piani sotto terra del Memorial museum a contenerne il lutto. E non espiano il dolore i 2983 nomi incisi sulle balaustre delle due vasche, che disegnano il perimetro di quelle che fino alle 8.46 e alle 9.03 di 15 anni fa erano le Torri gemelle.

 

Quel mattino due aerei di linea dirottati da un commando di terroristi di origine mediorientale si schiantarono sulle Torri. Oggi sono due voragini, su cui si riversa una cascata d’acqua di migliaia di metri cubi, a dare le proporzioni delle fondamenta e dell’altezza. Al tramonto le pareti di questi abissi si colorano di arancio e giallo, effetto del riflesso delle migliaia di luci sulla lega d’alluminio e rame di cui sono forgiati.

 

Qui sorgevano i due grattacieli più alti della Grande mela, quelli delle cartoline e delle foto ricordo, luogo di lavoro di 50 mila persone: il World trade center, il centro d’affari della città e non solo. Dopo 15 anni il cantiere è ancora aperto: si lavora a una stazione della metro e alla chiesa greco-ortodossa sventrata dai crolli. New York esorcizza la tragedia edificando del nuovo.

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