Papa Francesco, le Chiese non si toccano

«Per favore, non sia abolita direttamente o indirettamente nessuna Chiesa cristiana». Esplicita presa di posizione durante l’Angelus del 25 agosto con riferimento al disegno di legge approvato dal parlamento ucraino che vieta l'attività di «organizzazioni religiose affiliate alla Russia in Ucraina», con specifico riferimento alle attività della Chiesa ortodossa russa
Francesco Angelus 25 agosto 2024 ANSA/ANGELO CARCONI

«Continuo a seguire con dolore i combattimenti in Ucraina e nella Federazione russa, e pensando alle norme di legge adottate di recente in Ucraina, mi sorge un timore per la libertà di chi prega, perché chi prega veramente prega sempre per tutti».

Le parole pronunciate da papa Francesco all’Angelus di domenica scorsa, diffuse dai media internazionali, mettono nuovamente in luce il suo pensiero.

Molte volte, infatti, il papa ha sottolineato come le religioni «con le loro risorse spirituali e morali», abbiano un ruolo «particolare e insostituibile» nella costruzione della pace. «Non si commette il male perché si prega – ribadisce ora -. Se qualcuno commette un male contro il suo popolo, sarà colpevole per questo, ma non può avere commesso il male perché ha pregato. E allora si lasci pregare chi vuole pregare in quella che considera la sua Chiesa. Per favore, non sia abolita direttamente o indirettamente nessuna Chiesa cristiana: le Chiese non si toccano».

Il pontefice fa riferimento al disegno di legge n. 8371, sottoscritto nei giorni scorsi dal presidente ucraino Zelensky, «Sulla protezione dell’ordine costituzionale nel campo delle attività delle organizzazioni religiose» che vieta l’attività di «organizzazioni religiose affiliate alla Russia in Ucraina», con specifico riferimento alle attività della Chiesa ortodossa russa.

Secondo l’agenzia di stampa Ukrinform, a favore del testo avrebbero votato 265 deputati, 39 in più del minimo richiesto.

La norma, si legge nel lancio di agenzia, intende «proteggere la sicurezza nazionale e pubblica», e «non può essere interpretata come limitazione della libertà di religione o credo, del diritto di osservare pratiche religiose e riti rituali».

Il disegno di legge, inoltre, vieta «l’attività in Ucraina di organizzazioni religiose straniere situate in uno Stato riconosciuto come autore di aggressioni armate contro l’Ucraina e/o che occupa temporaneamente parte del territorio ucraino, nonché di sostegno diretto o indiretto all’aggressione armata contro l’Ucraina (anche tramite discorsi pubblici di dirigenti o altri organi di gestione)».

«Dato che la Chiesa ortodossa russa è una continuazione ideologica del regime dello Stato aggressore, complice di crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi per conto della Federazione Russa e dell’ideologia del “mondo russo”, le attività della Chiesa ortodossa russa in Ucraina sono proibite», si legge nel testo che specifica che «un’organizzazione religiosa che opera in Ucraina non può avere un centro di gestione in Russia».

L’agenzia di stampa Ukrinform riferisce anche che sarà creata una commissione, «indipendente dal potere esecutivo», con il compito di condurre «ricerche sull’esistenza di collegamenti e affiliazioni con Mosca o ricerche sulla diffusione dell’ideologia del ‘mondo russo’».

Il Servizio statale per la politica etnica e la libertà di coscienza studierà poi gli esiti della ricerca ed emetterà provvedimenti in caso di violazioni. All’organizzazione religiosa sono concessi due mesi, considerando anche la procedura di ricorso amministrativo, per adeguarsi ai requisiti e ai legami con la Russia. Se tali legami non saranno recisi, il Servizio statale per la politica etnica e la libertà di coscienza si rivolgerà al tribunale.

Il Patriarcato di Mosca ha subito commentato parlando di «evidente violazione dei diritti umani riconosciuti a livello internazionale nel campo della libertà religiosa».

Secondo la portavoce del ministro degli esteri russo Lavrov, Maria Zakharova, la decisione del Parlamento di Kyiv mira a «distruggere la vera ortodossia canonica e a sostituirla con un surrogato, una falsa Chiesa». Una situazione giunta ad un nuovo livello di criticità.

Intanto, in tutto il mondo, proseguono e si intensificano iniziative di preghiera per la pace e la pacificazione tra i popoli affinché tutti «possiamo essere artigiani di pace e di bontà in un mondo che ha molto bisogno di questa virtù» (Francesco, Udienza generale, 8 maggio 2024).

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