Il favoloso mondo dell’Ukiyoe

A Roma 115 opere che rappresentano lo stile che dominò il Giappone dell’Ottocento. Vestiti, dipinti, oggetti, strumenti musicali.
Kikugawa Eizan, Raccolta moderna di bambini come tesori, 1809, Silografia policroma, 26,3 x 38,6 cm, ©Courtesy of Museo d’Arte Orientale E. Chiossone

La bellezza femminile (bijin) è il soggetto centrale di questo stile calligrafico,  delicatissimo, preciso che ha dominato il Giappone ed è arrivato anche a sedurre gli artisti europei, da Van Gogh a Monet fino agli odierni manga. Le donne sono sottili, avvolte in abiti fluttuanti come evoca lo stesso termine “Ukiyoe”.

È un’arte che seduce i mercanti più che gli aristocratici, la nuova classe sociale degli arricchiti che vuole condurre un vita raffinata, dipinta in scene di intrattenimento e di piacere,  con rappresentazioni di località celebri dentro la città e vedute naturali, ritratti di attori che recitavano pure le parti femminili, momenti teatrali. Un mondo vasto, aperto alle sperimentazioni, ad altre forme d’arte come la musica.

18.Katsushika Hokusai_La Grande Onda presso la costa di Kanagawa. Foto fornita dall’Ufficio Stampa della mostra Il mondo fluttuante. Ukiyoe. Visioni dal Giappone

Sfilano in mostra opere di 30 maestri aperti all’inventiva, tra i quali i grandi Hokusai e Hiroshige. Di loro alcuni capolavori sono presenti nella rassegna: i tre trittici di Hiroshige dedicati ai “Tre Bianchi”- della neve, della luna, dei fiori di ciliegio –, di bellezza poetica insuperabile. Oppure la Grande Onda di Kanagawa di Hokusai, mirabile veduta del Monte Fuji, uno splendore abbacinante descritto da un pennello sottilissimo, pieno di una luce che a noi europei pare astratta, irraggiungibile e forse per questo motivo tanto affascinante.

Visitare questa rassegna è come uscire dal nostro mondo occidentale per entrare in una diversa dimensione, che pure, in un certo senso, ci è familiare, perché almeno in qualche opera l’abbiamo conosciuta in alcune altre mostre. Ma qui si tratta di “entrare” per davvero in forme d’arte stilizzate e al contempo musicali, di ritratti, di feste, di scene d’insieme, di visioni. In definitiva, di una gioia di vivere che mai ci si attenderebbe da parte di una società così rigida, puntuale, organizzata come quella giapponese.

E invece gi abiti,  gli strumenti, le scacchiere, le tazze, i dipinti arrotolati da svolgere poi come ricami colorati ci rivelano una freschezza, una volontà di eleganza, la magia della poesia. Poesia infatti è quella che si alza nelle passeggiate tra i fiori di ciliegio, sotto gli alberi, nel raccogliere i cachi o le conchiglie, e pure nelle feste serali, nei giochi con gli animali – la ragazza con il gatto –, nelle caricature e nei ritratti in forma di graffiti.

La linea, puntuale, indagatrice è il grande mezzo che disegna questa atmosfera che ci parla di finezza, di sogno anche, realtà di cui il nostro smagrito Occidente ha tanto bisogno.

 Il mondo fluttuante. Ukiyoe. Visioni dal Giappone. Palazzo Braschi. Fino al 23.6.

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