Il primo ristorante-bar della Fratellanza Umana

Per iniziativa della Fondazione Fratellanza Umana è stato inaugurato al Cairo il primo ristorante-bar “Fratello”. È ovviamente una di quelle notizie che non fanno notizia in un contesto come l’attuale, dove a bucare lo schermo o ad occupare le prime pagine dei giornali sono guerre, stupri e manganellate. Eppure, succede anche altro.
Bar Fratello foto Founfation Human Fraternity

In questi giorni, l’agenza Asianews del Pime ha riportato la notizia che a metà gennaio è stato inaugurato al Cairo, la capitale egiziana, il ristorante “Fratello”, il primo di una serie di locali che, sotto lo stesso nome, dovrebbero essere aperti in futuro per costituire una catena che si ispira alla fratellanza universale. Si tratta di una iniziativa formalizzata nel maggio dello scorso anno quando il Ministero egiziano della Solidarietà sociale e la Fondazione della Fratellanza Umana – fondata per contribuire ad assicurare continuità al Documento di Abu Dhabi, co-firmato da papa Francesco e dall’imam al-Tayyeb di al-Azhar –, hanno sottoscritto un accordo che prevede il finanziamento di ristoranti e bar che forniranno pasti completi gratuiti a famiglie bisognose.

Il principio alla base dell’accordo è avvalorato non solo dai contributi del governo egiziano e dei donatori della Fondazione, ma anche e soprattutto dalla generosità di coloro che possono permettersi di sostenere il costo di un pasto anche per quelli che non ne hanno la possibilità. Il primo ristorante “Fratello”, aperto nella capitale egiziana, accoglie ogni giorno gratuitamente dalle 15 alle 18 famiglie con un numero di componenti che vanno da un minimo di 6 a un massimo di 8. Al contributo della generosità di privati cittadini si aggiunge come garanzia un sostanzioso finanziamento da parte del governo egiziano, che assicura una copertura spese pari al 20%.

La Fondazione Human Fraternity, nata nel 2022 per contribuire alla messa in atto del documento di Abu Dhabi, ha già offerto importanti contributi all’interno della società civile egiziana con numerosi progetti come l’orfanotrofio “Oasi della Pietà”, i Convogli medici, l’Ospedale pediatrico “Bambino Gesù” del Cairo (il primo ospedale del Papa fuori dall’Italia) e la Scuola della Fratellanza Umana per portatori di disabilità.

A questi si è aggiunto ora il primo tassello della prevista catena di bar-ristoranti “Fratello”, inaugurato a tempo di record. Un vero sogno diventato realtà. All’inaugurazione sono intervenute personalità di rilievo, fra le quali il ministro egiziano della Solidarietà sociale Nevin Al-Kabbaj, l’ambasciatrice Nabila Makram, ex ministro dell’Immigrazione, fondatore e presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Fahim, e Osama Al-Azhari, consigliere del Presidente della Repubblica egiziana, oltre ad ambasciatori di vari Paesi. Significativa anche la presenza di mons. Gaid Yoannis Lazhi, già segretario personale di papa Francesco e suo interprete durante il viaggio ad Abu Dhabi per la firma della Dichiarazione, oggi rappresentante della Santa Sede nella Fondazione Human Fraternity e responsabile della Chiesa di san Francesco nella Casa di Abramo ad Abu Dhabi.

A un mese dall’apertura del locale del Cairo, ha dichiarato mons. Lazhi, la struttura «funziona molto bene sia nell’offrire i pasti alle famiglie disagiate sia nel ricevere donazioni dalle persone e dalle istituzioni» a sostegno dell’iniziativa stessa. «Stiamo constatando – prosegue – una risposta molto positiva e diversi canali televisivi arabi hanno visitato il ristorante facendo dei bei servizi». Il ristorante-bar si propone di assicurare pasti gratuiti a circa cinquemila famiglie all’anno, offrendo un menù unificato per tutte le categorie, contenente molte opzioni, tra cui i pasti destinati ai bambini con un valore nutrizionale e salutare completo, simile a quello che viene definito “happy meal” dai ristoranti commerciali.

In occasione della cerimonia di inaugurazione, il ministro Al-Kabbaj ha sottolineato che la fraternità rappresenta il vincolo universale dell’umanità, a prescindere dall’appartenenza di classe, alla fede religiosa o alle idee politiche. «Contribuire a garantire tali diritti – ha proseguito il ministro egiziano – è un dovere di tutti, soprattutto delle istituzioni finanziarie e dei gruppi economicamente all’avanguardia».

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