Epidemia di colera, rischia anche il Madagascar

L’epidemia di colera segnalata per la prima volta in Zambia nell’ottobre 2023, a gennaio scorso aveva raggiunto 13 paesi dell’Africa orientale. Dopo alcuni casi segnalati in Tanzania e nelle Isole Comore, il Madagascar si sta attivando per scongiurare un nuovo contagio, dopo quello drammatico del 1999.
Vaccinazione contro il colera in Zimbabwe. Foto Ansa, Epa, Yasha Mukapiko.

Il Madagascar segue da vicino le ondate di epidemie di colera che infuriano in vari paesi vicini, in particolare sulla costa orientale dell’Africa e nelle isole vicine.

La Big Island (il Madagascar) teme infatti l’arrivo dell’epidemia nel suo territorio. Nelle ultime settimane sono stati rilevati focolai di colera in Mozambico, Tanzania e soprattutto nelle Isole Comore. Nessun caso è stato invece registrato nell’Isola di Mayotte (territorio francese, così come l’Isola di Reunion), ma la vigilanza contro la malattia è stata rafforzata dall’Ars (Agenzia sanitaria regionale).

Il 3 gennaio il governo locale ha adottato misure drastiche per frenare il flagello. Infatti, i collegamenti marittimi e aerei con l’arcipelago delle Comore e con Mayotte sono stati per precauzione temporaneamente sospesi per almeno 15 giorni, con una particolare vigilanza nella regione di Boeny (a nord-ovest della del Madagascar, il porto malgascio più vicino alle Isole Comore).

In una nota, il governo locale specificava che potevano attraccare solo navi commerciali. Equipaggi e passeggeri avrebbero dovuto mettersi in quarantena senza attraccare, dopo un’ispezione dei medici portuali al largo.

Tuttavia, alla fine non sono state osservate chiusure di frontiere o restrizioni alla circolazione tra le zone interessate. Sembra che il governo centrale malgascio non abbia dato il via libera alla loro applicazione.

Negli aeroporti e nei porti dell’isola sono comunque presenti strutture igieniche, per il lavaggio delle mani e la disinfezione dei bagagli, e vengono applicati severi controlli sanitari.

Il direttore regionale della Sanità pubblica ha sottolineato: “Rafforzaremo la prevenzione contro l’epidemia. Confermo che non sono stati registrati casi di colera a Mahajanga e nella regione di Boeny. D’altronde casi sono già stati rilevati alle Comore. Per il momento non c’è rischio di epidemia a Mahajanga” (lo scalo sul Canale di Mozambico di fronte a Mayotte, che dista circa 350 Km).

Il ministro della Sanità delle Comore, Loub Yakoutti Attoumane, aveva segnalato fin da inizio gennaio che l’arcipelago delle Comore era stato colpito da un’epidemia di colera. Questa formalizzazione del fenomeno ha consentito ai paesi vicini, come il Madagascar, di adottare immediatamente misure per evitare di essere, a loro volta, vittime dell’epidemia.

Un decesso è stato registrato a bordo di un’imbarcazione proveniente dalla Tanzania e in arrivo a Moroni, capitale delle Comore, il 30 gennaio. E almeno sei passeggeri presentavano segnali sospetti, ha detto il direttore generale della Sanità, Saindou Ben Ali Mbaé. Nei porti dell’arcipelago, a Moroni e Mutsamudu, sono stati disposti controlli sistematici sulle navi provenienti dai Paesi colpiti dall’epidemia di colera.

Secondo l’Unicef, a partire dallo Zambia nell’ottobre 2023 sono stati colpiti dal colera in Africa orientale almeno 13 paesi, e a metà gennaio 2024 erano stati segnalati circa 200 mila casi, con più di 3 mila decessi.

L’ultima epidemia di colera in Madagascar risale al 1999. Dopo un primo caso segnalato nel porto di Mahajanga, ben presto la malattia si era diffusa in tutte le regioni dell’isola, provocando 1.300 morti e 25 mila contagi.

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