Attenti a Godzilla!

Il mostro creato dall'atomica simboleggia la responsabilità dell’uomo riguardo alla sopravvivenza del pianeta. Il monito di un romanzo scritto in Giappone all’indomani della tragedia nucleare
Godzilla_(1954) - (wikipedia)

Nessuna meraviglia se dell’immaginario del Giappone fa parte ormai indelebile, dal secondo dopoguerra in qua, la saga terrificante di Godzilla. Unico popolo del nostro pianeta a esibire le tragiche stimmate della bomba atomica, quello del Sol Levante non poteva non annoverare tra i suoi incubi il mostro preistorico che, risvegliato dagli abissi marini dalle esplosioni nucleari e potenziato dalle radiazioni, si fa tra gli umani pura energia distruttiva prima di venire annientato non già dalle più moderne e sofisticate armi, che nulla possono contro di lui, ma dalla stessa natura che l’ha partorito.

E in verità Sigeriu Kayama, il creatore letterario di Godzilla nove anni dopo la tragedia di Hiroshima e Nagasaki, sembra essersi ispirato, consapevolmente o no, alle bestie dell’Apocalisse lasciate libere di imperversare negli ultimi drammatici tempi dell’umanità.

Subito dopo la sua uscita in patria, il romanzo – pubblicato in Italia per i tipi di Kappalab – fece da base a Kayama per realizzare anche la sceneggiatura della prima versione cinematografica (1954) diretta da Ishirō Honda, il cui titolo Gojira fonde le parole “gorilla” e “balena” in giapponese: tale infatti era l’aspetto del mostro gigante che nel libro come nel film, oltre ad affondare pescherecci, devastava i grandi centri urbani del Giappone. La variante Godzilla, invece, divenuta universalmente famosa grazie al successo clamoroso della pellicola, è dovuta ad una interpretazione fonetica del nome originale per la versione del 1956, distribuita nelle sale cinematografiche americane.

Sotto l’aspetto letterario, il romanzo è alquanto semplice e può essere classificato nella produzione horror per ragazzi. Ciò che invece sembra assicurare la vitalità futura del personaggio è la sua trasposizione per il grande schermo: 38, infatti, sono le produzioni succedutesi finora lungo i decenni, con effetti speciali sempre più perfezionati capaci di rendere terribilmente emozionanti le sequenze nelle quali il mostro infuriato semina morte e rovine in mezzo a grattacieli e cittadini in fuga.

«Gojira, il protagonista di questa storia – scrive l’autore nell’Introduzione –, è una colossale bestia mostruosa, un kaiju [creatura misteriosa] che non esiste realmente in nessuna parte del nostro mondo, cosa di cui anche voi lettori siete ben consapevoli. Ma la bomba atomica e la bomba all’idrogeno, così simili a Gojira, vengono realmente costruite, e un giorno potrebbero essere usate a [nuovi] scopi bellici. In quel caso, non solo Tokyo e Osaka, ma la Terra tutta cadrebbe probabilmente in rovina. Affinché una cosa tanto spaventosa e tragica non si verifichi, ogni Paese del mondo sta promuovendo un accanito movimento contrario all’utilizzo dei suddetti due ordigni. Questa storia rappresenta la mia partecipazione alla campagna, e va considerata parte di uno di questi movimenti, sotto forma di romanzo…».

Palese è dunque l’appello pacifista di Godzilla a non affidarsi – per risolvere le controversie fra Stati – alla guerra e ad armi che sfuggendo al controllo umano possono diventare artefici di distruzione di massa tra le popolazioni civili, come oggi costatiamo dolorosamente in vari punti del globo. Ma è anche possibile vedere rappresentata in questo kaiju che si nutre di energia nucleare, la natura che si vendica sull’umanità per aver creato la bomba atomica.

Inoltre Godzilla nasce 57 anni dopo La guerra dei mondi, uno dei primi romanzi fantascientifici. In questo celebre testo dello scrittore britannico Herbert George Welles per la prima volta viene narrata una invasione della Terra ad opera dei marziani, in cerca di un pianeta più abitabile. Grazie alla loro tecnologia decisamente superiore che comprende armi distruttrici simili a un raggio laser, i primi marziani arrivati in Inghilterra all’interno di capsule cilindriche cominciano a far terra bruciata davanti a loro, invano contrastati dalle truppe britanniche. Non saranno però gli invasori – creature mostruose e crudeli dagli istinti cannibalici – ad aver ragione degli uomini bensì i batteri presenti nell’atmosfera terrestre alla cui azione gli organismi alieni non sono preparati.

Se nella Guerra dei mondi la minaccia alla nostra civiltà proviene dall’esterno, in Godzilla la fine eventuale – ed è il monito del romanzo – sarà da imputarsi unicamente alla febbre di potere, all’irresponsabilità e all’egoismo della creatura umana.

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