Matera, la ferrovia è più vicina

L'associazione Matera Ferrovia Nazionale, pur in assenza di conferma ufficiale da parte di Rfi, ha annunciato l'avvio dei lavori per la tratta ferroviaria Matera-Ferrandina. Dopo 30 anni di attesa e un investimento di 429 milioni di euro, la città dei Sassi avrebbe così entro il 2026 il suo "treno nazionale"
Matera
Treno regionale in arrivo alla stazione di Ferrandina (foto Michele Zasa)

Le annose vicissitudini ferroviarie di Matera, unico capoluogo di provincia italiano ancora non servito da una ferrovia nazionale, potrebbero essere ben rappresentate dal ritornello di una celebre canzone: «Il treno dei desideri […] all’incontrario va». Ogni volta infatti che la realizzazione e il completamento della linea ferroviaria che raccorda Matera a Ferrandina venivano portati sui tavoli delle istituzioni locali e nazionali, per una ragione o per un’altra, qualcosa bloccava l’attuazione dell’opera e riportava tutto al punto di partenza. Questa volta, però, dopo trent’anni di attesa, pare che finalmente i lavori ferroviari che collegheranno la città dei Sassi all’alta velocità abbiano avuto inizio. Ad affermarlo è stata l’Associazione Matera Ferrovia Nazionale che, dopo un sopralluogo, ha dichiarato che «sono stati aperti diversi cantieri in agro di Miglionico e di Pomarico e i lavori procedono in maniera spedita». La notizia è incoraggiante, sebbene nessuna conferma ufficiale dell’inizio dei lavori sia pervenuta da Rete Ferroviaria Italiana. Anche noi nel nostro sopralluogo avevamo in effetti già riscontrato e fotografato mezzi e attività nei cantieri. Le Ferrovie dello Stato, da noi interpellate sulla questione, ci hanno risposto mediante l’addetta alla comunicazione territoriale dott.ssa Maria Chiara Fasciano che «le attività da voi notate sono quelle propedeutiche per le indagini e sondaggi sulle opere già esistenti».

 

Cantiere della sede ferroviaria già predisposta e da dotare di binari
(foto Michele Zasa)

La ferrovia attesa da 30 anni

Opere già esistenti? Certo perché, per quanto complessa l’opera ferroviaria Matera-Ferrandina possa apparire, (data anche la natura fluviale, argillosa e collinare della zona da attraversare), va anche detto che la parte più cospicua e difficoltosa dei lavori è stata già eseguita negli anni ’90. Risale infatti a quell’epoca la realizzazione della sede della nuova linea; ovvero, come conferma Rfi –  «Sono già state realizzate la stazione di Matera La Martella (parzialmente), le opere d’arte del nuovo collegamento, la galleria Miglionico (6,5 km) e la bretella di collegamento (in rilevato) con la linea Battipaglia-Potenza-Metaponto». Tutte infrastrutture queste che, mai rese operative, sono da oltre 30 anni in abbandono, incluso il famoso ponte ferrato sospeso sul torrente Gravina, diventato l’emblema di quella che è conosciuta come la “ferrovia incompiuta ” di Matera.

Ponte ferrato sul torrente Gravina diventato il simbolo della “ferrovia incompiuta” di Matera (foto Michele Zasa)

Il trasporto pubblico sul “binario” giusto

L’importanza della ferrovia Matera-Ferrandina, e più in generale la complessità dei collegamenti lucani su linea ferrata, costituiscono più che in altre regioni italiane una realtà che si ripercuote profondamente sul contesto sociale, economico e paesaggistico della Basilicata. Non a caso  nel dossier di valutazione preliminare ai lavori Rfi e Fs hanno precisato che il progetto «consentirà di istituire collegamenti ferroviari di lunga percorrenza tra Matera e il sistema alta velocità diretto a Roma-Milano, ma anche di potenziare in termini di frequenza e qualità, l’offerta di trasporto pubblico locale verso Potenza e Taranto».

Stazione di Matera La Martella da ultimare (foto Michele Zasa)

Novità sul “fronte occidentale”

L’attesa per il completamento della ferrovia Matera-Ferrandina è diventata ancora più fervida allorché dal 2019 Matera, divenuta Capitale europea della cultura, è raggiunta quotidianamente da un notevole flusso di visitatori e da un sempre crescente numero di pendolari e studenti provenienti dai comuni e dalle regioni limitrofe. Ora, se i cospicui spostamenti da e verso il settore adriatico sono garantiti dalle Ferrovie Appulo Lucane, integrate dall’autostrada Matera-Bari, altrettanta copertura non c’è per gli spostamenti da e verso l’hinterland Nord-Sud occidentale lucano. Tale versante, infatti, è sì collegato a Matera mediante l’autostrada Basentana 407 e il raccordo stradale della SS7 Appia che va da Ferrandina a Matera, ma proprio quest’ultimo tratto non può essere percorso in treno. La Matera ferroviaria resta dunque isolata da quel versante e i passeggeri che viaggiano sui treni interregionali e nazionali, incluso il Freccia Rossa diretto a Roma-Milano (che a brevissimo verrà ripristinato), una volta arrivati alla stazione di Ferrandina Scalo, non possono proseguire per Matera se non con autobus sostitutivi, taxi o auto private. Tutti mezzi su gomma questi ultimi che rendono ancora più trafficato questo tratto stradale della SS7 Appia la cui carreggiata ha due sole corsie, una per ciascun senso di marcia e che convoglia, proprio sotto Matera, anche tutto il robusto traffico costituito in prevalenza da autoarticolati provenienti dal versante ionico, calabro e siculo.

La ricaduta sul lavoro lucano

L’appalto dell’opera ferroviaria è di oltre 308 milioni di euro, con investimenti totali per 429 milioni. Notevole sarà dunque la ricaduta sul mondo del lavoro materano e lucano. A tal proposito ci preme segnalare che, durante il sopralluogo da noi effettuato presso la stazione di Matera La Martella, ci hanno avvicinato uomini di età ad occhio compresa tra i 30 e i 50 anni che si intrattenevano lì e, credendo che noi fossimo della ditta esecutrice dell’opera, ci hanno chiesto come proporsi perché avevano davvero bisogno di lavorare.  

 Tempi e tecnologia “ferrata”

La linea Ferrandina-Matera sarà elettrificata e a semplice binario che si svilupperà per circa 20 km e consentirà ai treni una velocità massima di 120km/h. Ci sarà un sistema centralizzato di comando altamente tecnologico e una sottostazione elettrica completa di telefonia, segnalamento e telecomunicazioni. Da programma, il completamento dell’intera opera dovrebbe richiedere 27 mesi: il primo treno partirebbe nel 2026. Solo allora, quel “treno dei desideri”, andrà non più all’incontrario, ma in avanti perché sarà diventato il treno della realtà.

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