Spagna, cresce la popolazione immigrata. Ma anche i progetti di accoglienza

L’Istituto spagnolo di statistica ha registrato una crescita della popolazione della Spagna di oltre 135 mila persone, nel 2023: a fine luglio erano presenti nel Paese 48,3 milioni di persone, di cui quasi 6,5 milioni stranieri. Un’esperienza di inclusione dei migranti, il progetto HeARTmony
Attività del gruppo Mosaico con i ragazzi marocchini assistiti dall’associazione Goiztiri Elkartea e accompagnati da Nagore Martínez. Foto gruppo Mosaico

C’era da aspettarselo che una volta esploso il conflitto tra Israele a Hamas, le manifestazioni in tutto il modo si sarebbero susseguite, e che in Europa si sarebbe scatenata una nuova ondata di reazioni contro l’immigrazione, soprattutto quella illegale. In Spagna il partito di estrema destra, Vox, ha già proposto di discriminare gli immigrati provenienti da Paesi di cultura musulmana. Sarà difficile però che gli esperti giuiridici della camera dei deputati ammettano una tale proposta, perché incostituzionale e contraria ai patti internazionali sui diritti umani firmati dalla Spagna.

Quale effetto avrà questa guerra sul fenomeno migratorio? Non si sa ancora. Proprio in questi giorni l’Istituto nazionale di statistica spagnolo (Ine) ha pubblicato i dati sulle migrazioni, in un momento in cui si è superato il record di arrivi alle Isole Canarie, con una media di 550 persone al giorno durante il mese di ottobre. All’isola El Hierro (circa 10 mila abitanti) sono arrivate via mare anche mille persone in un solo giorno. Le statistiche dell’Ine, relative al secondo semestre 2023, tengono conto sia delle entrate che delle uscite dal Paese, così risulta che la popolazione della Spagna è aumentata di oltre 135 mila persone, arrivando a fine luglio a 48,3 milioni, di cui quasi 6,5 milioni sono stranieri. Non è questa una cifra che possa ancora provocare grossi fenomeni di rigetto e “paura del diverso”. Anche perché tanti di questi stranieri sono “di passaggio”. Un esempio: oltre 5 mila marocchini, i migranti più numerosi giunti in Spagna, sono usciti dal Paese nello stesso periodo.

In situazioni di incertezza e di informazioni manipolate, è opportuno mettere in luce che non è tutto buio, che ci sono anche azioni e attività di accoglienza e integrazione verso i migranti. Così per il progetto HeARTmony, promosso dalla fondazione Iginio Giordani (https://www.amu-it.eu/fundacion-igino-giordani) in collaborazione con il gruppo musicale Mosaico e altre associazioni, e cofinanziato dalla Commissione Europea attraverso il bando “Capacity building in the field of youth” (Sviluppo delle capacità in campo giovanile). Il 5 ottobre diversi partecipanti al progetto hanno tenuto un webinar aperto per illustrare le loro esperienze di inclusione sociale. Un esempio: Nagore Martínez, educatrice sociale dell’associazione basca Goiztiri Elkartea, ha condiviso la sua esperienza di accompagnamento: «Non ci sono due persone uguali né due percorsi uguali. Ogni persona ha la sua storia, noi semplicemente siamo lì, presenti in un momento della loro vita per aiutarli a realizzare i loro obiettivi». Un giovane marocchino, di 26 anni, partecipante all’incontro virtuale ha detto che il contesto che trovano molti migranti quando arrivano in Spagna è quello di tante porte chiuse. Ecco perché gli operatori sociali come Nagore sono «come un amico che ti tende una mano».

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