2005: Toh, chi si rivede (e risente…)

Sarà un anno di grandi ritorni questo 2005 appena iniziato. Gente che non si vedeva in giro da anni, alcuni addirittura dal vecchio millennio. Ovvio che sia così: con le depressioni in corso, l’industria della musica non ha più alcuna possibilità di investire senza garanzie di ritorni immediati. Così si concentra sui cavalli sicuri, i big di ieri dal richiamo irresistibile, specie per i nostalgici, forse l’unica categoria di consumatori ancora disponibile a sborsare paccate di euro per i dischi originali. Per tutti gli altri, debuttanti o emergenti che siano, c’è internet e il sempre più gettonato i-pod, oppure l’ancor vivace e spericolato sottobosco delle indie, le piccole etichette indipendenti. Rentrée clamorose, dicevamo. Nel giro di qualche mese si riaffacceranno sui mercati i Rolling Stones (nuovo album di studio dopo il recente live), Paul Mc- Cartney, Santana, Stevie Wonder, gli AC/DC, Pat Metheny (già uscito il suo The way up), addirittura gli Eagles, e dopo dieci anni di assenza, Kate Bush. Anche in Italia le attese maggiori sono per personaggi dall’appeal commerciale garantito. In attesa di un Sanremo che si preannuncia ancor più virato verso lo show televisivo (con la musica relegata al ruolo di ingrediente di contorno o poco più), sono annunciati i ritorni di Jovanotti, Nek, Cremonini, Le Vibrazioni. Anche se per i botti veri bisognerà attendere l’autunno, quando riscenderà in campo una vera troika pigliatutto: Ligabue, Ramazzotti e Zucchero. Per il resto la nuova stagione proverà a rilanciare gli Oasis e i Depeche Mode, Jamiroquai, i Pearl Jam, Moby. Dal fronte del pop ripartirà l’assalto di Ricky Martin, della Aguilera, di Bublè, e poi Justin Timberlake, Black Eyed Peas, Jennifer Lopez, Shakira. Difficile preconizzare capolavori immortali, anche se molto ci si attende dal ritorno dei britannici Keane, e dai White Stripes, due formazioni tra le più trandy e promettenti in circolazione. Non meno ghiotto il cartellone concertistico, Italia compresa. Anche qui l’occasione di tastare il polso a tanti miti del passato, a cominciare dai rifondati Cream di Eric Clapton, per non dire di band disperse da decenni come i Van Der Graaf Generator e i Gentle Giant. In primavera arriveranno Crosby & Nash e ciò che resta dei Queen, in estate il solito Vasco, i Kiss, e in autunno si parla di possibili date italiane per gli U2 e i redivivi Who. Insomma, per molti versi questo 2005 sembra riportare indietro di trent’anni l’orologio del pop-rock planetario. Non è detto che sia un male assoluto, ma certo le strategie discografiche darebbero parecchio da riflettere a chi volesse davvero provare a far qualcosa per preservare la musica popolare da questa crescente sterilità d’idee, personaggi, talenti, energie creative. Una sterilità camuffata dai ricicli, e che sa tanto di menopausa… CD NOVITÀ POLYPHONIC SPREE TOGETHER WE’RE HEAVY Edel Un sontuoso esempio di pop sinfonico, fuori dagli schemi e sorretto dalla magnificenza corale delle voci. A mezza via tra progressiverock e le atmosfere dei grandi musical americani questo gruppo texano (oltre 20 elementi) ha tutti i numeri e l’originalità per lasciare il segno. AA.VV. ALFIE – ORIGINAL SOUNDTRACK Virgin Una gradevole colonna sonora che si fa apprezzare anche a prescindere dalla commedia per cui è stata concepita. A firmarla due pezzi da novanta come Mick Jagger e Dave Stewart con il supporto della stella del nuovo blues-soul al femminile Joss Stone. HOTHOUSE FLOWERS INTO YOUR HEART Ird Dopo un lungo silenzio Liam O’ Maonlai e i suoi compari dublinesi si riaffacciano sui mercati con lo stile di sempre: un cocktail assai intrigante di radici folk, spezie pop-rock, e una robusta dose di rhythm’n’blues a stelle e striscie. Delizioso, anche se difficilmente basterà a rilanciarli.

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