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Bartolo Longo sarà santo

di Loreta Somma

- Fonte: Città Nuova

Papa Francesco ha approvato i voti favorevoli della sessione ordinaria di cardinali e vescovi, che hanno aperto la strada alla canonizzazione del fondatore del Santuario di Pompei. Un modello di cristiano che resta di forte attualità

Un momento della preghiera seguita all’annuncio della canonizzazione di Bartolo Longo (foto archivio fotografico Santuario di Pompei)

Papa Francesco ci ha sorpreso ancora una volta: dalla cattedra “speciale” dell’ospedale Gemelli ha approvato i voti favorevoli della sessione ordinaria dei padri cardinali e vescovi per la canonizzazione del Beato Bartolo Longo, fondatore del Santuario di di Pompei, e del “medico dei poveri” venezuelano, José Gregorio Hernández.

La notizia, attesa da tanti anni nella città mariana e da milioni di devoti della Madonna di Pompei in tutto il mondo, è stata accolta con grande commozione. Le campane hanno suonato a festa. L’arcivescovo prelato di Pompei, monsignor Tommaso Caputo, ha convocato la comunità civile ed ecclesiale nella cappella dedicata proprio a Longo per condividere la gioia dell’annuncio e guidare la preghiera del Te Deum.

Il presule ha espresso i sentimenti di tutti, affermando che «ogni parola sembra incapace di spiegare tutta la nostra commozione e la gratitudine per il Santo Padre che, pur in un momento di sofferenza e dalla “cattedra” speciale dell’Ospedale Gemelli, ha voluto concedere a tutti i devoti della Madonna di Pompei, ovunque nel mondo, questa grande gioia. A Pompei amiamo il Papa in modo speciale e profondo e preghiamo per lui, certi che la Madonna del Rosario e Bartolo Longo, dal Cielo, ascoltino la nostra invocazione e il Santo Padre torni alla quotidianità del ministero petrino».

Assieme all’arcivescovo e al sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, si sono raccolti in preghiera i sacerdoti della città mariana, i diaconi, le suore domenicane “Figlie del Santo Rosario di Pompei”, i fratelli delle scuole cristiane, i responsabili e gli ospiti del Centro “Giovanni Paolo II”, della mensa dei poveri “Papa Francesco” e di tutti i luoghi della carità pompeiana, i religiosi di altre congregazioni e i numerosi pellegrini che, come ogni mattina, gremivano il Santuario. Mons. Caputo ha poi aggiunto: «Facciamo festa anche perché la canonizzazione del Beato Bartolo Longo è, ancora una volta, una dichiarazione d’amore che Dio fa all’umanità. Come sapete, nell’ottobre 1872, quando il fondatore giunse per la prima volta nell’allora valle “sconsolata”, sentì un’ispirazione interiore: “Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È promessa di Maria. Chi propaga il Rosario è salvo!”. Oggi ci permettiamo di cambiare una parola di quella frase storica, posta quasi a fondamento del nostro Santuario: “Chi propaga il Rosario è santo!”». E la santità è per tutti coloro che rendono straordinario l’ordinario, vivendo appieno la volontà di Dio nella propria vita.

Bartolo Longo sarà proclamato santo senza il riconoscimento di un miracolo, così come avvenne per San Giovanni XXIII e San Giovanni Battista Scalabrini. Nel mese di giugno 2024 l’arcivescovo di Pompei, insieme al presidente della Conferenza episcopale campana, monsignor Antonio Di Donna, ha presentato al Santo Padre una supplica per chiedere la canonizzazione di Bartolo Longo come modello eccellente nella Chiesa ed esemplare testimone di carità cristiana. La richiesta ha avuto anche il sostegno delle petizioni di interi episcopati regionali italiani, come quelli della Puglia, della Sicilia, della Calabria, della Basilicata e delle Conferenze episcopali dell’India, del Myanmar e della Polonia.

Con la canonizzazione la Chiesa riconosce in Bartolo Longo un modello eccellente di cristiano, un laico che ha vissuto la santità nell’ordinario, un esemplare testimone di carità per la società civile del nostro tempo in tutto il mondo. È un santo di grande attualità, perché ha amato i poveri e si è preso cura, ogni giorno, dei minori abbandonati, dei figli dei carcerati, delle orfanelle. Quelle opere sono presenti tuttora a Pompei. Bartolo Longo è santo perché ha diffuso il Rosario, ha testimoniato la sua fede, si è reso strumento della carità e ha seminato nel mondo la speranza. Ed è santo perché il popolo di Dio lo ha riconosciuto come tale ancor prima che il Signore lo chiamasse in cielo. E la sua fama di santità si è diffusa in tutti i continenti.

Determinante è stata anche la sua attualità, perché fu anticipatore dei tempi, modello di quella “Chiesa in uscita”, centrale nel magistero di Papa Francesco. La santità di Bartolo Longo dice all’uomo di oggi che la preghiera è essenziale per la sua vita, che la fede in Dio trasforma l’esistenza personale e quella di chi gli sta accanto. La preghiera del Rosario è stata fondamentale nell’esistenza di Bartolo Longo, che ne ha riscoperto l’animo cristologico. Ed è stata anche la terra buona nella quale si è radicata ogni opera di Bartolo Longo. Quando arrivò a Valle di Pompei, per curare i terreni della contessa Marianna Farnararo De Fusco, che diventerà non solo la sua consorte ma anche la cofondatrice del santuario, trasformò questa terra anche sotto l’aspetto sociale, economico e civile. Vi abitavano pochi contadini, con una esistenza resa precaria e difficile dalle scorrerie di briganti, dalla malaria, ma grazie alla Provvidenza e al coraggio creativo di Bartolo Longo intorno al Santuario, la cui prima pietra fu posta l’8 maggio 1876, cominciò a svilupparsi una vera e propria città: le case, gli istituti per l’accoglienza degli orfani e dei figli dei detenuti, e poi, l’ufficio postale, quello telegrafico, la stazione ferroviaria, la fontana.

Significativo è anche il fatto che questa canonizzazione sia stata annunciata durante il Giubileo della Chiesa universale, nel quale si innesta il Giubileo particolare della Chiesa di Pompei, che celebra il 150° anniversario dell’arrivo del venerato quadro della Vergine del santo Rosario (13 novembre 1875), che segnò la nascita del Santuario e della nuova Città di Pompei. L’auspicio espresso da Papa Francesco nella lettera inviata per questa ricorrenza è che si possa riscoprire la bellezza del Rosario, così che questa preghiera torni nelle famiglie e nelle case e sia di aiuto nella costruzione della pace. Sia spiegata e proposta ai giovani perché la sentano non ripetitiva e monotona, ma un atto di amore che non si stanca mai di effondersi. E sia ancora fonte di consolazione per gli ammalati e i sofferenti.

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