“Ti piace vincere facile?”. Supersconti agli evasori delle slot machine

Nelle decisioni del governo compare la sanatoria per le sanzioni miliardarie dovute dai concessionari dell’azzardo legalizzato. Tutto serve a fare cassa, ma stavolta è troppo
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La notizia, riportata dalle agenzie di stampa, sembra una “bufala”. Il governo avrebbe deciso di concedere una sanatoria ad alcuni grandi concessionari delle “slot machine” condannati a una multa di due miliardi e mezzo di euro dalla Corte dei Conti. Alla fine i vari concessionari eviteranno di andare al giudizio definitivo, il loro debito estinto ma le casse dello Stato dovrebbero ricevere tra 600 e 800 milioni di euro. Qualcosa in più della boccata d’ossigeno di 500 milioni di euro destinati dall’esecutivo Letta per finanziare la cassa integrazione in deroga.

Con i numeri ci si può spesso sbagliare ma il caso è interessante perché questi due miliardi e mezzo di euro sono già il frutto di uno “sconto” colossale accordato ai concessionari dell’azzardo legalizzato che, secondo le indagini del reparto della Guardia di finanza guidato dal colonnello Umberto Rapetto, hanno prodotto nel periodo 2004-2007 un danno erariale di circa 90 miliardi di euro da recuperare.

Il caso clamoroso ha finito per generare una pressione insopportabile nei confronti dell’investigatore, tanto da convincere lo stesso Rapetto a congedarsi dal corpo di polizia tributaria. Come ha riferito l’ex ufficiale della Finanza a Nello Scavo di Avvenire, nel novembre 2012, le inadempienze riguarderebbero anche i Monopoli di Stato, dato che si poteva intervenire anche con la «revoca della concessione per i casi più gravi», ma «probabilmente qualcuno ha temuto che un’azione repressiva potesse intralciare il gettito che il gioco d’azzardo garantisce comunque all’Erario».

Che da cifre del genere si arrivi ora alla “mancia” di alcune centinaia di milioni di euro, che non risolveranno i tanti buchi aperti del bilancio statale, sembra una notizia inverosimile. Cosa deve pensare un cittadino che viene messo in ginocchio da una cartella esattoriale? In attesa di smentita, non si può non ricordare la denuncia della campagna “Mettiamoci in gioco” sull’inopportunità di affidare la delega al gioco d’azzardo al sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti, il quale, già titolare della competenza nel governo Berlusconi, secondo il portavoce della campagna don Armando Zappolini, sarebbe persona vicina al mondo dei concessionari del gioco d’azzardo.

In effetti, fa notare Matteo Iori della comunità Giovanni XXIII e presidente del Conagga (Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d'azzardo), il sottosegretario ha sempre manifestato pubblicamente l’idea di ritenere opportuno lo sviluppo del gioco d'azzardo come occasione di crescita delle entrate erariali e dell’occupazione. Una convinzione che sembra, quindi, condivisa in maniera ampiamente trasversale e che mette in evidenza la tendenza a trovare sempre più risorse pubbliche dai proventi da tale settore per ripianare alle voragini di bilancio provocate dalla mancanza di scelte politiche di lungo termine. Un meccanismo che non può durare a lungo.

A chi si appresta a fare “bingo” in questa maniera si dovrebbe dire: «Ti piace vincere facile?» e agire di conseguenza.  Anche a questo mirano le  numerose ed eterogenee realtà che stanno per organizzare , con il titolo Slot Mob, iniziative pubbliche di consumo critico in tutta Italia, a partire da Biella il 27 settembre e Milano il 28 settembre. Come afferma il manifesto invito di "Slot Mob" «il dilagante e irrazionale affidarsi alla "dea fortuna", sta creando nuove vittime, povertà e dipendenze. Si rovinano famiglie, si riempiono i centri di cura delle Asl, si arricchiscono le multinazionali del gioco d’azzardo e si crea un terreno fertile per l’azione della criminalità organizzata. Non stiamo più a questo gioco!».    

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