Spesso mi capita di parlare con coppie che dopo l’arrivo del primogenito eliminano le uscite da soli. Dopo la nascita di un figlio il tempo sicuramente tende a scarseggiare, l’organizzazione diviene più impegnativa, è difficile trovare un momento per fare qualsiasi cosa, e nella frenetica routine della settimana un tempo di qualità da dedicare al partner appare impossibile da trovare. Per non parlare di tutte quelle coppie che si sono spostate dalla terra natìa e si trovano lontano dalla famiglia d’origine, o che, per svariati motivi, non possono usufruire della preziosa risorsa dei nonni. Per loro, l’impresa appare ancora più ardua.
Per anni la coppia si mette in secondo piano, si dà per scontata, si pensa che il partner ci sia a prescindere e ci si dedica anima e corpo alla gestione del ménage familiare: ci si incastra costantemente tra scuola, lavoro, compiti, feste di compleanno, visite mediche, sport e chi più ne ha più ne metta. Spesso oltre agli impedimenti concreti di difficile risoluzione, sorge nelle persone anche un forte senso di colpa. Vi è la convinzione che tutti gli spazi di svago debbano essere di famiglia e ci si può sentire in colpa nel lasciare i figli a qualcuno per ritagliarsi un momento per sé.
Dietro a queste scelte, senz’altro comprensibili, vi è un incredibile rischio: la coppia può non esistere più. Ci si può trasformare unicamente in genitori, o peggio in gestori di attività pratiche quotidiane che poco aiutano nel mantenere la coppia in salute. Una volta, alla mia domanda sul quale fosse stato l’ultimo momento in cui i genitori avessero fatto qualcosa insieme, un figlio non riuscendo a ricordare altro mi rispose: la spesa.
Questo cosa può provocare? Il collasso dell’intero sistema famiglia. Più è in salute la relazione di coppia infatti, più sarà in salute l’intero sistema familiare. Più i coniugi saranno realizzati e continueranno a ritagliarsi, anche se a fatica, momenti di benessere a due, più ne gioveranno i figli stessi. Senza considerare i benefici secondari che questa scelta potrebbe comportare.
La famiglia, non dimentichiamolo mai, è il luogo principale in cui si apprende a stare con l’altro. E si apprende principalmente attraverso l’esempio. Più un figlio vedrà che i genitori continuano ad investire costantemente sull’altro, ritagliandosi anche dei momenti senza di loro, più saranno in grado di fare altrettanto, costruendo relazioni salde e soddisfacenti in età adulta. Inoltre, il concedersi spazi individuali e di coppia, tessendo intorno a questo sistema così prezioso dei confini che siano flessibili e chiari, permetterà anche al figlio di fare altrettanto, senza che si generino sensi di colpa reciproci, imparando a stare insieme e a condividere ma ad essere famiglia anche se non si è sempre uniti fisicamente.
Il preservare lo spazio di coppia, anche se sporadico ed anche se non settimanale, va considerata una priorità che andrebbe inserita all’interno degli impegni imprescindibili familiari, a cui non è possibile rinunciare. Per fare questo bisogna armarsi di quanto più ingegno possibile, che sicuramente non manca alle coppie moderne già spesso chiamate alla ricerca di nuove soluzioni.
È importante a tal fine, cercare di trovare risorse che possano aiutare, esterne ed interne alla famiglia: nonni, amici, baby sitter, ecc. Non aver paura di chiedere aiuto né di sentirsi giudicati da persone esterne che possono non comprendere la scelta. Si tratta di un investimento per sé stessi, per il proprio partner e per l’intero sistema familiare.
Non è mai troppo tardi né troppo presto per iniziare. Aspettare che i figli crescano per concedersi una cena per due non farà altro che esporci al rischio di ritrovarci tra dieci anni con un partner che non riconosciamo più.
