1. Green pass. In Francia si sono registrate oltre due milioni di prenotazioni vaccinali dopo il discorso del presidente Emmanuel Macron sull’utilizzo del certificato nei luoghi pubblici come bar e ristoranti, mentre in Italia forze politiche e categorie commerciali si dividono. Il governo starebbe valutando l’ipotesi di rendere obbligatoria la carta verde per partecipare agli eventi dove il rischio di contagio è alto. «Valuteremo, ma senza copiare modelli stranieri», ha detto la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri auspica l’uso del pass per l’ingresso a eventi o discoteche. La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni si dissocia: «Raggelante legare il pass alla socialità», ha detto. Anche Matteo Salvini si dice contrario.
2. Ddl Zan. Con 136 sì e 135 no a scrutinio palese, l’Aula del Senato ha respinto la proposta di sospensiva al disegno di legge per un solo voto. La discussione, dunque, andrà avanti e riprenderà martedì 20 luglio, ma non c’è una visione compatta, anche dentro i partiti che sostengono il Ddl. Le incertezze riguardano principalmente i voti di Italia Viva, ma anche all’interno di Pd e Movimento 5 stelle c’è dello scetticismo. Il fulcro della discussione riguarderà i singoli emendamenti presentati dalla destra e anche da Italia Viva su diversi punti del Disegno di legge. Se dovessero cambiare, costringerebbero il Ddl Zan a tornare alla Camera per una nuova approvazione dal momento che verrebbero aggiunte ulteriori modifiche al testo. Per essere approvato dovrà passare così com’è.
Per approfondire questa notizia vi invitiamo a leggere gli articoli del focus di cittanuova.it sul Ddl Zan
3. Sblocco licenziamenti. Dopo il caso di Gianetti Ruote, che ha annunciato la chiusura dello stabilimento e il licenziamento di oltre 150 dipendenti, e quello della Gkn, che ha inviato una mail con cui ha lasciato a casa all’improvviso oltre 400 lavoratori, mercoledì è arrivata la notizia che Whirlpool, multinazionale specializzata nella produzione di elettrodomestici, ha confermato l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per i 327 lavoratori dello stabilimento di Napoli. Le trattative avviate dal governo non hanno per il momento portato a nulla, anzi l’azienda ha rifiutato il supplemento di cassa integrazione fino a ottobre. A palazzo Chigi era stato condiviso un accordo tra sindacati confederali e Confindustria, firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi e dal ministro del Lavoro Andrea Orlando, che impegnava le aziende a esaurire tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione prima di procedere alla risoluzione dei rapporti di lavoro. Accordo che è stato evidentemente disatteso.
Per approfondire questa notizia vi invitiamo a leggere l’articolo: “Licenziamenti e solitudine dei lavoratori”
4. Ambiente. La Commissione dell’Unione europea ha presentato il suo maxi-pacchetto di riforme per la neutralità climatica, che punta a ridurre del 55% le emissioni di Co2 entro il 2030 e ad azzerarle entro il 2050. Le famiglie a basso reddito, che verranno maggiormente colpite dagli effetti della transizione, saranno sostenute da un Fondo sociale da 72,2 miliardi di euro annunciato da Bruxelles. Il piano conta 14 proposte legislative che affrontano ogni ambito del sistema economico: dai combustibili alle foreste, dalla tassazione della CO2 ai trasporti stradali e marittimi. Tra le proposte della Commissione c’è il rilancio del mercato per lo scambio delle emissioni del trasporto su gomma e del riscaldamento degli edifici, una carbon tax per l’importazione di prodotti inquinanti in Europa e lo stop, a partire dal 2035, delle vendite di auto a benzina e diesel.
Per approfondire questa notizia vi invitiamo a leggere l’articolo: “Nuove norme europee per il clima”
5. Afghanistan. I talebani ormai controllano circa un terzo dei quasi 400 distretti dell’Afghanistan e hanno innalzato una loro bandiera su un valico al confine con il Pakistan. In base a un accordo con gli insorti, gli Stati Uniti e gli alleati della Nato hanno concordato di ritirare le truppe in cambio dell’impegno a non consentire ad al-Qaeda o a qualsiasi altro gruppo estremista di operare nelle aree da loro controllate. Tuttavia i talebani non hanno mai accettato di cessare la lotta contro il governo di cui non ne riconoscono la legittimità e stanno continuando ad annettere territori. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva annunciato la sua decisione ad aprile, dicendo che i soldati avrebbero lasciato il paese entro l’11 settembre, ma è probabile che le operazioni di ritiro si concluderanno già ad agosto. In un suo recente discorso il presidente ha difeso la sua decisione, consapevole del fatto che questa scelta avrebbe comportato una reazione dei talebani.
Per approfondire questa notizia vi invitiamo a leggere l’articolo: “Afghanistan e interessi nazionali, dialogo con Nico Piro”