La resistenza civile di Massimo Borghi/2

In vista dello Slot Mob cittadino di Grosseto, numero 245, raccontiamo la vicenda di un sindaco del grossetano che si è opposto al dilagare dell’azzardo di massa. Un contributo alla biografia collettiva del nostro Paese. Seconda parte

Sabato 14 dicembre è prevista a Grosseto uno Slot Mob cittadino, un evento di consumo collettivo presso un bar libero dall’azzardo. Proponiamo la seconda parte dell’intervista a Massimo Borghi, forse il primo sindaco, proprio nel grossetano, che ha cercato di porre un argine all’industria dell’azzardo di massa

La malavita è presente anche in una provincia tranquilla come quella di Grosseto?
In verità ero al corrente delle infiltrazioni presenti delle mafie nel territorio e del riciclaggio del denaro sporco grazie alla collaborazione con la Fondazione Caponnetto. Fu il comandante dei carabinieri di Grosseto a dirmi che la manovalanza delle organizzazioni criminali agiva sul litorale, a Follonica, ma i capi risiedevano a Gavorrano. Nel nostro paese abbiamo avuto infatti diversi confinati per mafia, con tanto di morto in piazza. Anche Tano Badalamenti è stato “residente” da noi. Il famoso pentito di mafia Gaspare Mutolo ha abitato in incognito per anni sopra il mio appartamento. Le mafie, come è noto dalle relazioni della Direzione nazionale antimafia, sono infiltrate nella filiera legale dell’azzardo. Ed è fisiologico quando si tratta di grandi flussi di denaro. Ci sono stati poi segnali per me significativi a mio giudizio. In quegli anni il Gavorrano calcio arrivo a giocare in serie C grazie agli investimenti di un ricco imprenditore, affari suoi ovviamente, ma poco dopo aprì una grande sala scommesse in una nostra frazione. Amici fidati mi consigliarono di parlarne il meno possibile. Oggi le cronache parlano di un grande albergo di Follonica sequestrato per mafia a un imprenditore che, nel 2009, un ex sindaco mi voleva presentare per parlare di irregolarità edilizie da appianare in una sua villa di Gavorrano.

Insomma un impegno a tutto campo che non poteva non dare fastidio…
Infatti. Sono entrato in causa con l’acquedotto del Fiora vincendo su una questione di gestione dell’acqua gestita in danno del comune, così con gli appalti troppo onerosi per lo scuola bus. Ho rotto le scatole a molti, ma è stato a causa dell’ordinanza sull’azzardo che i consiglieri di maggioranza hanno deciso di togliermi la fiducia. Eletto nel maggio 2009, a luglio 2010 ho fatto l’ordinanza e a settembre i consiglieri si sono dimessi mandandomi a casa. Nel frattempo ho scoperto una persona che mi seguiva regolarmente, che si è rivelata un poliziotto addetto alla mia protezione. Insomma avevo toccato qualcosa di pericoloso.

Ha ricevuto minacce esplicite?
No. Solo le pressioni e poi la sfiducia di quelle persone con le quali ero cresciuto nel partito, ma dalle quali ormai ero distante come visione politica. Così mi sono ricandidato nel 2011, dopo la fine della gestione commissariale del comune, con una lista autonoma composta da “irregolari” come me. Espressione di partiti che raccoglievano pochi voti alle politiche ma vinciamo. Accade tuttavia che incappo in un errore di procedura, e cioè non ho formalizzato l’aspettativa da dipendente comunale, ero un vigile urbano, prima di candidarmi. È stata l’occasione ghiotta per consolidare una alleanza trasversale che ha chiesto l’apertura del processo per danno erariale, addebitandomi i costi delle elezioni che si son dovute ripetere. Ho così iniziato una lunga strada di ricorsi amministrativi, regolarmente persi fino al giudizio della Corte dei conti, a Roma, che ha riconosciuto la mia buona fede e ordinato la restituzione dei versamenti già compiuti. Per questa vertenza ho rischiato di essere espropriato dalla mia abitazione. Gruppi di amici hanno fatto iniziative per pagare le spese legali. Mi sono ricandidato nel 2012 ma ho perso, seppure per 142 voti,  contro la coalizione trasversale che si era consolidata anche politicamente.

Ad ogni modo non si può dire che sia stata l’azione diretta delle società dell’azzardo.
In effetti è stato così. C’è stata una volontà politica contraria alle mie scelte che mi ha praticamente messo fuori gioco. Oggi in paese l’azzardo è fuori controllo. Ho commesso delle ingenuità ma rifarei tutto daccapo. Ancora adesso mi dicono che parlano con rispetto del mio impegno.

E la vita politica in paese come procede?
La Lega nelle ultime elezioni europee ha superato il Pd. È emblematico il destino della Casa del popolo, oggi data in affitto dalla società immobiliare del partito (la Quercia) a una pizzeria napoletana. Ho fatto proprio in quei locali l’ultimo controllo prima di andare in pensione dalla polizia municipale. E devo dire che sono rimasto impressionato vedendo così ridotto quel posto, un tempo pieno di vita e di impegno. Da parte mia continuo l’ impegno nelle vertenze ambientali legate al territorio.

Leggi qui la prima parte dell’intervista

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