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Brexit, il nodo dell’Irlanda del Nord. Il Regno Unito vuole rivedere gli accordi

di Fabio Di Nunno

- Fonte: Città Nuova

Fabio Di Nunno, autore di Città Nuova

La realizzazione della Brexit è molto più complicata del previsto, come dimostrato dalle difficoltà di garantire una frontiera aperta tra Irlanda del Nord, parte del Regno Unito e l’Irlanda, che è ancora parte dell’Unione europea. Si temono controversie commerciali, come la “guerra della salsiccia”.

Brexit

Una ridiscussione del protocollo riguardante l’Irlanda del Nord: questo riguarda ora la nuova puntata della Brexit. Infatti, dopo l’accordo sull’uscita del Regno Unito dall’Unione europea (UE) a seguito del referendum del 2016, raggiunto dopo anni di negoziati e approvato dal Parlamento britannico nel dicembre 2020, il protocollo aggiuntivo sulla configurazione delle relazioni commerciali tra l’Irlanda del Nord, l’Irlanda e l’UE è messo in discussione. O, per meglio dire, il Regno Unito, a luglio, ha chiesto all’UE di negoziare nuovamente quel protocollo, ma l’UE ha immediatamente respinto tale richiesta.

Le imprese dell’Irlanda del Nord ritengono che tale accordo stia danneggiando il commercio, mentre alcuni gruppi filo-britannici protestano per quello che ritengono sia un indebolimento dei legami con il Regno Unito, sollevando preoccupazioni per il ritorno alla violenza che ha afflitto l’Irlanda del Nord per circa trent’anni. Infatti, secondo l’accordo di pace del 1998, il cosiddetto accordo del Venerdì Santo, Irlanda e Irlanda del Nord avrebbero dovuto mantenere un confine aperto.

Il protocollo aggiuntivo alla Brexit sull’Irlanda del Nord prevede proprio che il confine tra Irlanda e Irlanda del Nord resti aperto, laddove l’Irlanda del Nord resta parte dell’area doganale dell’UE. Per questo motivo, sono previsti controlli doganali sulle merci tra il Regno Unito e l’Irlanda del Nord, in modo che questa non diventi un punto di accesso facilitato al mercato unico dell’UE, che rappresenta circa 450 milioni di persone, tramite l’Irlanda.

Infatti, seppure in modo talvolta “leggero”, sono stati ripristinati i controlli sulle merci che entrano in Irlanda del Nord dal Regno Unito,affinché queste rispettino gli standard europei. Alcuni produttori e commercianti lamentano il fatto che, oltre che rallentare la catena logistica, questi controlli implichino un aumento dei costi che, in un modo o nell’altro, va a riversarsi sui consumatori. Inoltre, a causa di provvedimenti unilaterali, come quello con cui il Regno Unito ha ridotto i controlli sulle spedizioni di prodotti a base di carne refrigerata (con l’assenso dell’UE fino a settembre), si rischia l’apertura di controversie commerciali, come nel caso della cosiddetta “guerra della salsiccia”, con la conseguente apertura di numerose azioni legali.

David Frost, ministro della Brexit, ha affermato che l’accordo non sta funzionando come si aspettava il Regno Unito e che, quindi, vi è una motivazione per l’articolo 16 dello stesso protocollo, che consente a entrambe le parti di rinunciare ai suoi termini se si rivelano inaspettatamente dannosi. Egli ha affermato che «non possiamo andare avanti così come siamo», evidenziando la necessità di trovare un nuovo «equilibrio» per eliminare la supervisione dell’UE e della Corte di giustizia dell’Unione europea sull’accordo, ma riconoscendo anche che «non è il momento giusto per farlo».

Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione europea, ha espresso l’impossibilità di una rinegoziazione del protocollo, ribadendo che «il rispetto degli obblighi giuridici internazionali è di fondamentale importanza». Questo è sicuramente vero anche per onorare la credibilità internazionale del Regno Unito nei confronti dei suoi partner in tutto il mondo. Pertanto, eventuali adattamenti andrebbero definiti all’interno della cornice stabilita dallo stesso protocollo.

Questi problemi sono solo i primi e più evidenti che si manifestano in un mondo sempre più interrelato dove è difficile anche per i grandi Paesi potersi muovere in autonomia, mentre la storia della Brexit, come si direbbe in inglese, …to be continued.

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