Una noiosa domenica a piedi

A Milano, senza un piano nazionale e senza coinvolgere i comuni limitrofi, non si vince la battaglia dello smog. Dialoghi semiseri sull'incubo inquinamento
smog a Milano

Pm10,ObisM, Mp3, Atm… nel mare delle sigle che confondono il nostro quotidiano vivere s’è inserito questo Pm10 che identifica il tasso, sempre più elevato nelle grandi città, di polveri sottili. Inquinamento garantito, salute a rischio. E allora non bisogna uscire di casa nelle ore di punta. Orpotoih dicono, da queste parti, i soggetti a rischio devono rimanere a casa nelle ore di punta a luglio e agosto quando la temperatura raggiunge i 40 gradi, ma in questi giorni cadono i fiocchi di neve, com’è che funziona?

 

Un figlio, per spiegare alla madre anziana che fuori non ci sono 40 gradi, si leva la camicia e gli mostra il colletto. La madre lo richiama e gli dà del sudicione. “Sei uscito con quel bordo così lercio?” “Non sono uscito col bordo lercio, la camicia l’ho presa lavata e stirata, ma è stato sufficiente stare un paio d’ore fuori”. “La miseria cusclè che iè fora?” “Smog, mama, a s’ciama smog!” E se il colletto della camicia è così, pensa ai polmoni. La lezione è presto compresa.

 

Cadono fiocchi di neve sulla domenica dei milanesi a piedi. Uelah se cuntinua cusi, la neve ven giù nera! Oggi si cammina, con la speranza che questo serva ad abbassare i livelli di Pm10 che, ancora venerdì scorso, si sono tenuti ben sopra i livelli di guardia: 78 microgrammi in Città Studi, 102 in via Senato e 101 al Verziere. Numeri che portano a 17 i giorni consecutivi di sforamento della soglia di allarme. Bici, carrozzine, passeggini per la verità se ne vedono pochi. A metà mattinata il freddo è talmente penetrante che ti blocca persino il pensiero nel suo sorgere.

 

Il cupo del cielo fa il resto per scoraggiare chiunque voglia godersi la città senz’auto. E poi diciamocelo. Ma questo blocco del traffico per smog serve?  Facciamo finta di crederci. «Ci piacerebbe dire che serve a qualcosa, che aiuta a respirare meglio, che ha una funzione educativa ai fini del rispetto ambientale: purtroppo non è così. Ma solo un palliativo omeopatico, una pillola che si deve prescrivere perché dopo quindici giorni di polveri fuorilegge non si può più far finta di niente». Racconta Giangiacomo Schiavi sulle pagine del Corriere «Chiediamo alla politica un cambio di passo e di strategia, e la nascita di un coordinamento nazionale in grado di dare regia e supporto alle iniziative motu proprio delle singole amministrazioni».

 

Milano che non coinvolge i Comuni dell’hinterland nella domenica a piedi commette un errore, perché lo smog non si ferma alla cinta daziaria e perché certe battaglie hanno senso quando coinvolgono tutti. «Ci vuole un piano nazionale, con un percorso a tappe per vincere la battaglia dello smog. Forse quei cittadini che domenica lasceranno l’auto nei box e quelle famiglie che occuperanno a piedi il centro di Milano, possono insegnare qualcosa a una politica ferma da anni ai soliti riti: se si vuole, qualcosa si può fare, con un po’ di coraggio e qualche sforzo. Per vivere meglio ne vale la pena».

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