Una giunta a scadenza in Lombardia

La nuova squadra di Formigoni dovrebbe durare, secondo le sue parole, fino ad aprile. Ma il patto politico tra Pdl e Lega durerà?
formigoni nuova giunta

Dopo una domenica caratterizzata dalla presenza dei gazebo della Lega Nord sulle principali piazze lombarde, lunedì al Pirellone è decollata la giunta a tempo. Composta da undici assessori, un sottosegretario e un delegato del presidente. «Una giunta di altissimo profilo», con personalità della società civile e del mondo delle professioni. Una squadra di tecnici e di politici di cui tre Pdl e uno Lega.

Una squadra, che dopo i tira e molla recenti sul voto a fine anno, sulle date già fissate a dicembre, sembra sparigli tutto e sia decisa a condurre il carrozzone fino ad aprile, fino all'election day, secondo il desiderio invocato dalla Lega. Formigoni resta governatore e Gibelli il suo vice. Ora compito del Consiglio regionale è modificare la legge elettorale. Se la Lega attuerà ostruzionismo i consiglieri del Pdl si dimetteranno. Patti chiara amicizia lunga.

«Questa nuova giunta durerà
quattro mesi», tende a chiarire il governatore. «La nuova giunta non risolve il problema principale, che è la permanenza in carica di Roberto Formigoni», commentano invece dalle parti del Pd che preferiscono arrivare al voto in tempi più lunghi. Intanto la Lega Nord solamente nel fine settimana scorso ha raccolto 320 mila firme per promuovere le leggi di iniziativa popolare, raccogliendo pareri su chi dovrà essere il prossimo candidato alla guida della Regione e se preferiscono votare nel 2013 insieme alle elezioni politiche o nel 2015 alla scadenza naturale della legislatura.

In casa
Pd, invece, si pesca nel torbido: dopo il no di Ambrosoli, pare prendere piede la candidatura del consigliere regionale Civati, classe ‘75. La sua candidatura, potrebbe avere un sapore renziano, senza peraltro essere renziana doc. Lo stesso Civati, su Twitter, dice ironizzando che se si candida lo fa da solo, senza bisogno che qualcuno lanci la sua candidatura perché non vuole essere "cooptato". Intanto Matteo Renzi il 29 ottobre sarà a Milano e sarà difficile per lui non dire nulla sulla Lombardia. Così come per Civati è indispensabile saper subito cogliere l'attimo e dimostrare coraggio nel farsi avanti, prima che le logiche di partito e di coalizione appannino il gusto della novità.

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