Come sta la scuola italiana?

Un bilancio della situazione all'inizio del nuovo anno, tra problemi, innovazioni e speranza
scuola
Foto Cecilia Fabiano /LaPresse

La situazione del sistema scolastico appare ancora critica nonostante l’innovazione dei tutor. Le disuguaglianze sono crescenti, i docenti nel complesso risultano malpagati nonostante il rinnovo del contratto 2019-2021. Metà degli istituti non hanno l’agibilità, quarantamila cattedre restano vuote. Abbiamo ancora duecentomila precari. Gli investimenti per l’istruzione diminuiscono, 4,1 per cento del Pil contro una media di 4,8 in Ue, ma arrivano nelle scuole fondi per progetti con incerta efficacia. Abbiamo avuto 61 crolli tra settembre 2022 ed agosto 2023, il dato più alto degli ultimi 6 anni. In questa grave situazione, la scuola riapre in settimana e va avanti grazie alla buona volontà di comunità di docenti, dirigenti, studenti, genitori, collaboratori scolastici, personale tecnico- amministrativo.

Abbiamo ancora 23 mila scuole che non sono in possesso del certificato di agibilità. Il tasso di dispersione scolastica è dell’11,5 per cento, contro una media del 9,6 in UE. In sintesi, abbiamo strutture fatiscenti con scarsa manutenzione mentre si attendono i nuovi edifici-modello con il Pnrr. Mancano docenti e personale, ma si inseguono progetti negli istituti per non perdere i finanziamenti.

Analizziamo tuttavia alcune novità interessanti in questo quadro problematico.
La prima riguarda i PCTO ovvero i Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento. Anche per il 2023 è stato avviato il programma che nel 2022 aveva avuto un notevole successo, e il progetto promosso da Federmanager di Bologna, Ferrara, Ravenna per supportare gli istituti scolastici. Esso si pone in ascolto della Generazione Z per dare risposte alle loro attese. Sono percorsi erogati dagli istituti scolastici, in collaborazione con il mondo produttivo e delle associazioni, in presenza ed a distanza utilizzando i software più sofisticati. Sono stati individuati secondo le Linee guida del Ministero, raggruppati in tre aree tematiche: “Soft Skills”, “Sostenibilità ed economia circolare”, “Imprenditorialità”.

Parliamo quindi di una serie di idee per ripartire dalle abitudini della Generazione Z, diversa dai Millennials precedenti. Una generazione più attenta al proprio futuro, secondo alcuni studi come Ameritrade. Il percorso scuola superiore-università-lavoro non è più scontato. Molti giovani cercano nuovi indirizzi di scuole, anche tecniche e professionali, per assicurarsi un futuro affidabile. Stanno riflettendo sulla proposta di un “nuovo umanesimo” dentro la proposta formativa. Questo significa pensare ad una profonda trasformazione della società che parta dal mondo della scuola.

Molto importante, ad esempio, per questa generazione l’educazione alla emotività come momento formativo. L’ alunno deve imparare a conoscere e ad esprimere liberamente le proprie emozioni. È importante personalizzare i curricula e ampliare le ore in una disciplina per cui uno studente ha una particolare inclinazione, in modo da coltivare le proprie passioni già a partire dalla scuola dell’obbligo. Serve un team multidisciplinare per mettere al centro lo studente e offrirgli strumenti per affrontare le notevoli sfide per i giovani in questo cambiamento d’epoca.

La Gen Z vuole una scuola capace di comprendere i problemi, le criticità e le necessità emergenti. Gli episodi di violenza di genere, di bullismo e di cyberbullismo esigono una scuola come agenzia educativa nella sfera della affettività e della sessualità. A questo sarà dedicato il prossimo Tavolo parlamentare del Movimento politico per l’unità con Citta Nuova, Forum associazioni familiari, altre associazioni del mondo della scuola, Intergruppo parlamentare contro le povertà educative. Nessun cambiamento della scuola sarà possibile senza scelte metodologiche, didattiche ed educative tarate sulle caratteristiche di questa generazione nuova.

Altra novità, il carcere per i genitori che non mandano i figli a scuola. Con l’introduzione dell’art.570-ter del Codice penale, il governo ha preso una posizione decisa contro evasione ed elusione. I genitori rischiano fino a 2 anni per evasione dell’obbligo. La reclusione si applicherà nei fatti solo a chi ha carichi penali pendenti. Problemi aperti: come verrà rispettata la privacy nel processo di pubblicazione degli inadempienti? Il decreto legge è sufficiente per risolvere il problema delle povertà educative?

Sono poi in arrivo le Linee guida per Educazione civica, aggiornate con educazione stradale, economica, a alimentare, sport e sviluppo sostenibile (Decreto n. 158 del 3 agosto 2023). Il Ministero vuole una integrazione per “valorizzare maggiormente i contenuti in materia di educazione stradale e di conoscenze di base per la partecipazione piena e consapevole degli studenti alla vita economica della comunità, nel contesto di una promozione di una educazione  alla cittadinanza attiva, nonché in considerazione della attuazione di Protocolli di intesa in materia di educazione alimentare, sport e sviluppo sostenibile”.

In conclusione, i tanti problemi non ancora risolti creano un clima di tensione nelle scuole. I ricorsi delle famiglie al Tar contro le decisioni dei Consigli di classe e di esami incrinano l’alleanza educativa tra genitori ed insegnanti, anche se solo uno su dieci viene poi accolto. Si rischia di generare un effetto collaterale, una scuola difensiva, più interessata ad avere le carte in regola che di assicurare un valido processo di insegnamento-apprendimento. Come un pronto soccorso, la scuola si trova ad assorbire tutti i disagi del mondo fuori dalla famiglia ed è chiamata a dare risposte sempre più ampie e complesse.

Nel frattempo, il Garante per i diritti dell’infanzia ci dice che 10.938 studenti nel 2021 hanno lasciato la scuola media senza concluderla, 98.787 nelle Superiori. Se ne parlerà il 28 e 29 settembre a Catania nel Convegno nazionale organizzato dal Comitato per la celebrazione del centenario della nascita di don Lorenzo Milani sul tema della ” dispersione scolastica “. La lezione del Priore di Barbiana continua ad ispirarci alimentando la speranza di un cambiamento. Dal 2022 l’IC Lanfranchi di Sorosole (BG), è capofila della Rete Nazionale di Barbiana 2040, progetto di ricerca e azione nato dall’ incontro tra Edoardo Martinelli, educatore, allievo di don Milani, e per ora otto scuole tra Lombardia, Umbria, Veneto, Calabria. Si sperimenta il metodo della “scrittura collettiva” del Priore, usato per scrivere la Lettera ad una professoressa. Grazie a don Milani potremo superare il malessere attuale tra insegnanti, alunni e genitori. Molte sono le esperienze positive nella scuola che stanno a testimoniando che possiamo farcela. Riappropriarsi della parola, dominarla, riconnettendola al pensiero, in tempi di linguaggio impoverito, depauperato, frammentato, è fondamentale proprio per i nativi digitali, cui troppo spesso la scuola lascia alla distanza una “marmellata” di nozioni apprese, non digerite. Pensare insieme per una scrittura collettiva. Dobbiamo creare tante Barbiana ai margini delle città lottando contro l’abbandono, restituendo ai ragazzi autostima e fiducia.

Si ritorna dunque tra i banchi in questi giorni con importanti novità, frutto del lavoro degli ultimi anni: il nuovo percorso universitario per i futuri docenti, più  ricco di esperienze  teorico- pratiche, compreso un periodo preventivo nella scuola; il tutor antiabbandono, la rimessa in piedi dell’importanza della buona condotta, l’ assicurazione  contro gli infortuni durante i tirocini. Buon anno scolastico, educativo e formativo a tutti!

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