Rohani in visita in Turchia

Si parla di interscambio economico, questione del nucleare ed equilibri geo-politici nel mondo islamico. Nodo critico resta ancora la Siria con posizioni opposte da parte del presidente iraniano e quelloturco, Gül,riguardo Assad e i gruppi ribelli
Rohani e Gul

In questi giorni il presidente Rohani è in visita ufficiale in Turchia. È un momento significativo perché si tratta della prima visita di Stato di un presidente iraniano dal 1996. La delegazione di Teheran comprende un vice-presidente, sette ministri ed un nutrito gruppo di uomini di affari. Infatti, oltre a discussioni sugli equilibri regionali, la visita vuole essere l’occasione per una ripresa decisa dei rapporti commerciali fra i due Paesi.

L’Iran spera di raddoppiare l'interscambio economico con la Turchia, portandolo a 30 miliardi di dollari l'anno entro il 2015.Da un punto di vista politico, invece, l’argomento scottante resta la Siria sulla quale i due governi sperano di arrivare ad una prospettiva comune. Non è affatto marginale, poi, la questione del nucleare, che anche in queste settimane resta al centro di incontri fra delegazioni dell’Iran, della Russia e degli Usa in preparazione ai negoziati di luglio che, si spera, possano essere risolutivi della questione. A questo proposito, il presidente Gül ha sottolineato che in Medio Oriente nessun Paese dovrebbe essere in possesso dell’atomica, ma che questo non significa che la Turchia non appoggi l’uso del nucleare in ambito e per fini energetici. «Vogliamo un Medio Oriente senza armi nucleari», ha affermato il presidente turco.

Il presidente iraniano, da parte sua, ha sottolineato che «tutti riconoscono l’importanza geopolitica di Turchia ed Iran. Se i due Paesi si uniscono, si stabilisce un collegamento fra il Golfo di Oman, il Mar Nero e il Mediterraneo. Per questo i rapporti fra i due Paesi sono vitali non solo per la Turchia e l’Iran ma per lo sviluppo di tutta la regione».

Il nodo Siria resta problematico: fino ad oggi, infatti, il governo di Teheran si è posizionato a fianco del presidente Assad mentre Ankara ha sostenuto i gruppi ribelli che cercano di rovesciarlo. Rohani ha descritto le recenti elezioni in Siria ed Iraq come segni positivi, mentre le autorità di Ankara avevano assunto nei giorni scorsi una posizione di netta opposizione, affermando che il risultato delle elezioni in cui il presidente Bashar al-Assad aveva trionfato erano da considerarsi nulli. «Siamo entrambi vicini di casa di Iraq e Siria e ci sono sviluppi importanti in questa regione, grazie a Dio». Il presidente iraniano ha, tuttavia, auspicato che i ministri degli Esteri dei due Paesi possano continuare a collaborare per negoziati sulle crisi di Siria ed Egitto.

La visita di Rohani fa seguito a quella che il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan aveva svolto in Iran nel gennaio di quest’anno e conferma il nuovo corso "riformista" di Rohani nell'ambito dei rapporti con il mondo. Soprattutto, rivela una chiara intenzione di stabilire rapporti costruttivi all’interno non solo della regione, ma anche in ambito del mondo Islamico dove Iran e Turchia svolgono un ruolo importante, insieme, su un altro fronte, all’Arabia Saudita.

Questo nuovo passo è, quindi, segno di nuove manovre all’interno del Medio Oriente, ma anche dell’intera costellazione Islam per una ridefinizione di equilibri geo-politici. Il processo è complesso, ma senza dubbio Iran e Turchia ne sono due protagonisti importanti.

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