Ambiente

6 giovani portoghesi contro 32 governi

Mercoledì 27 settembre membri del movimento civico globale Avaaz si sono riuniti davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo con messaggi di sostegno arrivati da tutto il mondo per i 6 ricorrenti nel caso "Duarte Agostinho vs 32 governi" a Strasburgo, in Francia.

IMAGE DISTRIBUTED FOR AVAAZ -  Director of the Global Legal Action Network Gearoid O Cuinn, centre, and members of the global civic movement Avaaz gather in front of the European Court of Human Rights with messages of support from around the world for the 6 applicants in the
IMAGE DISTRIBUTED FOR AVAAZ -  Director of the Global Legal Action Network Gearoid O Cuinn, centre, and members of the global civic movement Avaaz gather in front of the European Court of Human Rights with messages of support from around the world for the 6 applicants in the
IMAGE DISTRIBUTED FOR AVAAZ -  Members of the global civic movement Avaaz gather in front of the European Court of Human Rights with messages of support from around the world for the 6 applicants in the
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IMAGE DISTRIBUTED FOR AVAAZ - Legal co-coordinator of Auroramålet Ida Edling stands in front of the European Court of Human Rights with messages of support from around the world for the 6 applicants in the

Il 2 settembre 2020, 6 giovani portoghesi di età comprese tra gli 11 e i 24 anni hanno presentato una denuncia alla Corte europea dei diritti dell’uomo contro 32 Paesi – inclusi i 27 dell’Ue, Norvegia, Russia, Svizzera, Turchia e Regno Unito – per aver “violato i diritti umani non avendo intrapreso azioni sufficienti sul cambiamento climatico”.

La mobilitazione è iniziata dopo gli incendi in Portogallo del 2017, che i denuncianti attribuiscono al risultato diretto del riscaldamento globale. I ricorrenti sostengono che i loro diritti umani fondamentali – compreso il diritto alla vita, alla privacy, alla vita familiare e alla libertà dalla discriminazione – vengono violati a causa della riluttanza dei governi a combattere il cambiamento climatico. Como risultato, affermano di aver sviluppato sintomi fisici tali eco-ansia, allergie e asma.

Oggi, mercoledì 27 settembre, la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) svolge la prima udienza del caso, il primo e più grande dei tre depositati presso la Corte riguardanti il clima e gli obblighi dei Paesi nei confronti dei propri cittadini.

I giovani, coinvolti in prima linea nella lotta al cambiamento climatico, accusano i 32 Paesi di non riuscire a ridurre le proprie emissioni di gas serra abbastanza da raggiungere l’obiettivo dell’accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, e chiedono alla Corte di costringere questi Paesi ad accelerare rapidamente l’azione sul clima, imponendo loro di intraprendere azioni più ambiziose, di ridurre drasticamente l’inquinamento e di costringere le aziende con sede all’interno dei loro confini a ridurre le emissioni su tutta la loro fornitura.

La sentenza finale della CEDU è prevista fra 9-18 mesi. Se avrà successo, vincolerà giuridicamente i 32 governi coinvolti ad aumentare le loro azioni sul clima riducendo le emissioni di gas serra ed eliminando gradualmente i combustibili fossili. Questo risultato offrirebbe anche un enorme impulso alle possibilità di altre cause legali sul clima in tutto il mondo, specialmente quelle relative agli obblighi in materia di diritti umani per proteggere le persone dalla crisi climatica.

(Pascal Bastien/AP Images for Avaaz)

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