Marco, un giocoliere musicale

Falcia il perimetro della piazza sul suo monopattino, "zigzagando" tra i turisti che immortalano ogni particolare del Duomo di Milano. Arriva da casa sua, da Cernusco sul Naviglio, piccolo comune della cintura milanese, per raccontarci la storia delle sue grandi passioni
Un giocoliere si esercita al gioco delle palle

Il sole picchia forte sul selciato di Piazza Duomo a Milano, la mattinata è ancora lunga e si presenta ricca di sorprese. La prima è Marco, che falcia in due il perimetro della piazza sul suo monopattino, "zigzagando" tra i turisti che immortalano ogni particolare, fisso e in movimento, che sta dinanzi al Duomo. Arriva da casa sua, lui abita a Cernusco sul Naviglio, piccolo comune della cintura. Il ciao è cordiale e caldo, rivela la semplicità e la ricchezza di un’amicizia scoperta negli anni e che dura da anni. Marco nasce nel maggio '85 “sotto il segno dei matti", i gemelli. Frequenta il liceo scientifico, si laurea in Organizzazione aziendale e gestione risorse umane presso la facoltà di Scienze politiche a Milano. Basta poco tempo per fare un piacevole “ripasso” delle sue molteplici attività. A sette anni inizia a studiare musica, pianoforte, presso la scuola di Cernusco. Passione che coltiva ancora oggi.

 

«A 15 anni ho iniziato a  studiare canto, partendo come pop, ma appassionandomi alla lirica, in un percorso che a 18 anni mi ha portato a entrare in conservatorio. Ho continuato, dopo quattro anni, a studiare privatamente perché il conservatorio, con l'allora riforma Moratti delle accademie artistiche, diventò inconciliabile con l'università». Ma il conservatorio è “troppo poco”, Marco ha  molteplici interessi e curiosità, come il disegno e il modellismo – «costruivo automobiline e aeroplani radiocomandati» –, magia, decorazione e lavorazione legno.

 

Come definisci la tua professione? Quali sono i tuoi strumenti? Giocoliere è il termine giusto?
«Il termine è esatto, anche se per la mia figura è un po' riduttivo. Mi piace il termine giocoliere musicale, in quanto ho sempre portato avanti sia la giocoleria, sia la musica. Ho infatti composto e prodotto le musiche delle mie esibizioni, grazie all'aiuto di un caro amico, maestro compositore, e a un corso che ho fatto in uno studio musicale di Milano».

 

Come è nata la tua passione?
«Come spesso accade, la mia passione è nata per caso. Il mio professore di ginnastica al liceo ci insegnò le tre palline come esercizio di coordinazione e, come tutte le attività creativo-motorie, e che danno stimoli di sfida, mi appassionò da subito, anche se ai tempi, nel 2004, trovare corsi, informazioni e attrezzi era molto più difficile che adesso. I video erano molto piccoli e giravano tramite modem 56k». Ora per questa sua professione Marco si allena dalle 5 alle 6 ore ogni giorno, e all'inizio ha imparato in modo molto casuale: «Quando passavano i circhi andavo a bussare alle carovane, disturbando il giocoliere per farmi insegnare; cercavo dei workshop di 2/3 giorni tramite il mio primo insegnante, finché nel 2008 andai a Berlino, dove il grande maestro russo Sergey Ignatov tenne un corso intensivo di tre mesi. Fu abbastanza traumatico perché dovetti ripulire tutti gli errori e vizi accumulati da autodidatta, già a 23 anni, ma la determinazione non mi è mai mancata. Dopodiché seguii questo maestro in svariate occasioni, organizzando per lui anche dei corsi in Italia, presso la scuola del piccolo circo dei sogni di Paride Orfei e presso la scuola di Napoli Circ'arena. Nel 2013 andai da lui a Mosca».

 

Cosa significa per te  far divertire la gente?
«Questa è una bella domanda, perché il divertimento si crea instaurando una relazione tra artista e pubblico e cambia di continuo, non solo in base al pubblico, ma anche al momento che in quel determinato momento sto vivendo. Sono contento quando le persone, dopo lo spettacolo, mi dicono di essere state emozionate da quello o quell'altro numero, o quando riesco a veicolare un messaggio di quanto il lavoro duro e umile possa essere formante per la propria vita, indipendentemente da quale attività uno svolga. Oppure, a volte, è semplicemente l'emozione delle persone che rimangono a bocca aperta davanti a un esercizio che sembra incredibile». 

 

Chi è l’uomo, quale valore ha la persona per il giocoliere Marco?
«Ancora non so di preciso chi sono… Il fatto di avere molti interessi e di essermi appassionato a molte cose ha sempre creato una continua altalena creativa. So di sicuro qual è il mio valore: la verità. È tanto semplice quanto importante. E sulla giocoleria, così come sulla musica, non si può mentire: non c'è trucco, non c'è inganno, o lo sai fare, oppure no. Non c'è modo di mentire».

 

La bibita all’arancia fresca è finita e il sole ci ha ormai abbrustoliti. Ma c’è ancora il tempo perché Marco mi riveli il suo sogno personale, che in parte sta realizzando, quello di creare uno spettacolo di circo musicale che coinvolga artisti poliedrici come lui, per creare un continuo ventaglio di emozioni, ma soprattutto per trasmettere il messaggio che è possibile ancora credere in qualcosa. «Ma qui posso fare solo piccoli gesti, è tornare a vedere l’Italia ricca e viva grazie all'arte: avevamo più teatri noi che tutto il resto del mondo, le creazioni artistiche più belle sono ancora le nostre, i geni in ogni campo arrivano quasi sempre dal nostro Paese….staremo a vedere!».

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