L’incontro con Dio

La ricerca della verità spinge Agostino a lasciare lo studio della filosofia per il manicheismo. Nel 384 ottiene la cattedra vacante di retorica a Milano dove incontra Ambrogio. Episodio decisivo per la sua conversione. Ne le Confessioni, Agostino racconta l’incontro folgorante con Dio. Tra le pagine più belle e celebri del suo diario.
Alessandro Preziosi legge Agostino

L’incontro con Dio

27. 38. Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai.Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo.

Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature.

Eri con me, e non ero con te.

Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te.

Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace.

 

28. 39. Quando mi sarò unito a te con tutto me stesso, non esisterà per me dolore e pena  dovunque.

Sarà vera vita la mia vita, tutta piena di te.

Tu sollevi chi riempi; io ora, non essendo pieno di te, sono un peso per me; le mie gioie, di cui dovrei piangere,contrastano le afflizioni, di cui dovrei gioire, e non so da quale parte stia la vittoria; le mie afflizioni maligne contrastano le mie gioie oneste, e non so da quale parte stia la vittoria.

Ahimè, Signore, abbi pietà di me! Ahimè! Vedi che non nascondo le mie piaghe.

Tu sei medico, io sono malato; tu sei misericordioso, io sono misero.

Non è, forse, la vita umana sulla terra una prova? Chi vorrebbe fastidi e difficoltà? Il tuo comando è di sopportarne il peso, non di amarli.

Nessuno ama ciò che sopporta, anche se ama di sopportare; può godere di sopportare, tuttavia preferisce non avere nulla da sopportare.

Nelle avversità desidero il benessere, nel benessere temo le avversità. Esiste uno stato intermedio fra questi due, ove la vita umana non sia una prova?

Esecrabili le prosperità del mondo, una e due volte esecrabili per il timore dell’avversità e la contaminazione della gioia.

Esecrabili le avversità del mondo, una e due e tre volte esecrabili per il desiderio della prosperità e l’asprezza dell’avversità medesima e il pericolo che spezzi la nostra sopportazione.

La vita umana sulla terra non è dunque una prova ininterrotta?

 

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