La svolta possibile per l’Anas dopo le dimissioni del suo presidente

La storia dell’Azienda nazionale autonoma delle Strade racconta la storia del nostro Paese e le numerose responsabilità politiche. Con le dimissioni di Pietro Ciucci, stando attenti all’entità della liquidazione in tempi di crisi, si può inaugurare un nuovo modello di nomina dei manager pubblici 
anas

L'Anas prima stazione appaltante di opere pubbliche in Italia, assieme alla caduta di alcuni piloni delle sue autostrade, assiste in questi giorni alle dimissioni del presidente Pietro Ciucci che quegli appalti ha gestito per molti anni; dimissioni scontate, essendo rimasto solo al comando dopo quelle dei due consiglieri di amministrazione nominati dai ministeri dell'Economia e dei Trasporti.

Tredici anni fa Pietro Ciucci era stato posto dal governo Berlusconi a guida della società per il Ponte sullo Stretto di Messina, quella che ancor oggi continua a sprecare denaro pubblico malgrado il progetto sia stato da tempo archiviato.

Fino ad una prova contraria che potrebbe essere fornita dai piloni che crollano in Sicilia e in Sardegna o da altre inchieste in corso, dobbiamo pensare che egli abbia lavorato bene: se così non fosse una buona parte di colpa la avrebbero i governi che dal 2006 hanno continuato a confermarlo al suo posto; sembra però che la sua immagine si stia compromettendo per l'avidità dimostrata licenziando se stesso, in forza della sua carica di presidente Anas, dall'altra carica detenuta nella società, quella di amministratore delegato; licenziando se stesso "senza darsi il preavviso" gli spetta da Anas una buonuscita molto più alta; ma l'azionista Ministero del Tesoro non dovrebbe permettergli, soprattutto in questo  momento di grande difficoltà dei conti pubblici, questi giochetti a spese dei contribuenti, decisi in evidente conflitto di interesse.

Quanto le decisioni dell'Anas siano legate alla politica, lo dimostra il percorso della autostrada Salerno – Reggio Calabria: se si fosse scelto un percorso lungo la costa, parallelo a quello scelto due millenni prima dai romani, costruendo poi raccordi con le principali città dell'interno, essa sarebbe costata enormemente meno e sarebbe percorribile in tempi molto più brevi: purtroppo i politici locali (tra cui il socialista Mancini) avevano voluto che essa passasse direttamente per le loro città, obbligando i progettisti ad avventurarsi tra parchi naturali e località montane su terreni franosi, con più curve, ponti e gallerie e con la compagnia invernale di nebbia e neve.

Adesso tocca al Ministero dell'Economia e Finanze, azionista dell'Anas, che certamente sentirà il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Presidente del Consiglio,  decidere chi sostituirà Pietro Ciucci: sarebbe una buona occasione per inaugurare un nuovo percorso, valido per tutti i manager pubblici, simile a quello adottato in Inghilterra per nominare ad esempio il responsabile della Bbc: costituire una commissione di esperti indipendenti che su gara aperta scelga il candidato più meritevole in base ai suoi titoli e competenze manageriali; i tempi vi sarebbero, l'Assemblea che lo deve nominare si terrà tra un mese. 

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