La Regione Lombardia vara nuove norme contro le slot machine

Netto l'aumento del numero dei giocatori abituali. Un vizio che può trasformarsi in patologia. Sul territorio lombardo sono 25 mila i malati di "Ludopatia" e il governatore Maroni corre ai ripari
Gioco

«Papà va a fare una commissione, tu aspetta lì buono, che arrivo subito». Ma papà, 35 anni, è malato di ludopatia e, lasciato il bimbo di due anni e mezzo in auto, va al bar a giocare con le slot machine. Dopo alcune ore, mentre il bimbo piangeva, qualcuno ha allertato la polizia. Gli agenti hanno individuato il padre e questi si è giustificato dicendo di non essersi accorto del passare del tempo.

L’operaio, che vive in Lombardia e ha alcuni precedenti per reati contro il patrimonio, sarebbe un giocatore abituale. La notizia si è diffusa, nei giorni scorsi, in contemporanea con l’annuncio che la Regione Lombardia intende varare le regole per limitare le slot machine, come aveva promesso il governatore Maroni una volta preso atto delle cifre allarmanti che muovono questo mercato del denaro: si stimano infatti in oltre 14 miliardi le spese per il gioco d’azzardo in Lombardia, contro i 90 miliardi che vengono spesi in tutta Italia. 60 mila sarebbero le slot presenti sul territorio della regione e 25 mila le persone malate di “ludopatia”, mentre in Italia sono un milione e mezzo.

La Regione Lombardia ora fa sul serio: la giunta regionale approverà un progetto di legge contro la ludopatia. La legge fornirà più poteri ai Comuni per limitare la diffusione delle slot machine e imporrà nuovi obblighi per gli esercenti. Saranno anche precisate le distanze che dovranno essere mantenute tra sale giochi e luoghi sensibili come scuole, chiese e centri sportivi. I sindaci, poi, avranno facoltà di rendere questa normativa ancora più severa.

È previsto anche un corso di formazione obbligatorio per esercenti e operatori di polizia locale per far conoscere i rischi del gioco d’azzardo e l’istituzione di un numero verde per assistere giovani e anziani. Verrà inoltre coniato un marchio da esporre nei locali che rinunceranno ad ospitare le macchinette “mangiasoldi”.

La Regione da parte sua avvierà un piano sanitario integrato per affrontare la piaga della patologia del gioco d’azzardo a partire dalla prevenzione. Anche il Comune di Milano si sta muovendo seriamente per combattere il fenomeno. I dati sono preoccupanti: nonostante la crisi, il numero delle vittime della malattia è in aumento, nel 2009 i pazienti in cura al Sert erano 92, l’anno scorso 265. Quasi il triplo. E non sono conteggiati i più esposti di tutti, cioè i giovani e giovanissimi che giocano su Internet.

A Milano, oltre a quelli messi a disposizione dalle Asl, ci sono altri tre centri di ascolto (in zona 1, 3 e 8) gestiti dall’associazione Orthos. «Ma l’obiettivo è dotare ogni zona di almeno un centro da qui alle prossime settimane», spiegano a Palazzo Marino. Un’ipotesi sarebbe quella di “copiare” quanto ha fatto il Comune di Costamagna, in provincia di Lecco: alleggerire l’Imu per quei bar che rinunciano alle slot machine. Ma per adesso il Comune pensa di premiare solo simbolicamente gli esercenti che rinunceranno alle slot. Magari con una targa o un adesivo da apporre all’ingresso.

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