La protesta alla stazione Centrale

Stanislao Focarelli è sceso dalla torre-faro su cui era salito il 2 febbraio per deprecare il licenziamento di 800 operai in tutta Italia. Ma il comitato Binario 21 dichiara di continuare la propria lotta
Wagon Lits

La storia, nata lungo il binario 21 della stazione Centrale di Milano e durata 140 giorni, s’è conclusa. Stanislao Focarelli è sceso dai venti metri di altezza della torre-faro della stazione, su cui era salito il 2 febbraio scorso per protestare contro la soppressione dei treni notturni. Sotto, sul marciapiede, ad attenderlo c’erano i colleghi di lavoro della Wagon Lits, che dall’8 dicembre scorso sono in presidio sui binari della stazione.
 
Ma anche alcuni consiglieri regionali e comunali lombardi, che nei mesi passati avevano sostenuto la protesta. Secondo il presidente del Consiglio comunale di Milano Basilio Rizzo, «è stata una battaglia importante che ha unito il problema dei lavoratori a quello del taglio dei servizi pubblici, perché i treni notturni hanno sempre collegato il Nord e il Sud dell’Italia.
 
Non abbandoniamo questa lotta – ha proseguito – e faremo di tutto perché venga assegnato ai lavoratori l’Ambrogino d’oro». Attorno alla vicenda era nato il Comitato Binario 21, che aveva promosso la protesta e che ha devoluto a Emergency i fondi che sono stati raccolti a sostegno della protesta. Lo ha comunicato Emergency, ringraziando i lavoratori per questo gesto di solidarietà.
 
Emergency durante il periodo dell’occupazione aveva periodicamente inviato sulla torre medici volontari per accertare le condizioni di salute dei manifestanti. La vicenda della torre-faro aveva suscitato nei mesi passati tutta una storia ricca di solidarietà e di condivisione. Anche Vinicio Capossela, Daniele Silvestri, Elio e le storie tese, in momenti diversi avevano organizzato concerti per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica.
 
Focarelli era salito lassù per protestare contro il licenziamento suo e di 800 colleghi in tutta Italia, di cui 126 a Milano e provincia, e contro la soppressione dei treni notte su cui lavoravano. La protesta era sorta nella notte tra il 7 e l’8 dicembre dello scorso anno, con l’occupazione da parte di alcuni operai di un ufficio alla stazione trasformandolo nel loro quartier generale. La notte successiva, Carmine Rotatore, Beppe Gison e Olviero Cassini salgono per primi sulla torre-faro. Poi il 2 febbraio lasciano la torre Gison e Rotatore dopo rispettivamente 43 e 50 giorni di permanenza sul traliccio.
 
Focarelli, che dall’8 dicembre non aveva mai abbandonato il presidio, decide di salire in cima al traliccio. È il 24 febbraio quando scende Cassini e viene sostituito da Rocco Minutolo, che resterà fino al 29 maggio, quando abbandonerà per un problema al ginocchio. Da quella data Stanislao rimane solo. Fino a ieri. Ora la battaglia civile è vinta: i treni notte sono stati ripristinati dal 10 giugno, restano 30 lavoratori senza occupazione. Si continua la lotta perché anche questa battaglia si concluda bene. «Per questo anche se lascio la torre, il presidio al binario 21 continua: non spariremo».
 
 

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