La Concordia fa rotta verso Genova

Il saluto degli abitanti dell'isola del Giglio: finalmente si può tornare alla normalità, anche se gli operai sono ancora al lavoro per il recupero dei fondali. La nave da crociera dovrebbe arrivare nel capoluogo ligure domenica prossima
Concordia

«È una grande giornata ‒ racconta Alvaro Adinolfi della Pro Loco dell’isola del Giglio ‒  ci siamo liberati dall’incomodo della Costa Concordia e l’operazione è andata bene». C’è soddisfazione all’isola del Giglio per la partenza della grande balena bianca adagiata sul fondale di fronte al porto dal gennaio del 2012.

Tutto procede bene e la nave sta scomparendo all’orizzonte. Sono molti i sentimenti contrastanti che si vivono. L’emozione per tante relazioni di amicizia costruite con gli operai, tecnici, giornalisti che hanno vissuto per 30 mesi sull’Isola. «Parecchi ‒ incalza Alvaro Adinolfi ‒ avevano gli occhi umidi perché si è creata nel tempo come una grande famiglia. Tutto è cominciato dall’accoglienza fatta ai naufraghi, poi è proseguito con i lavoro di recupero e ora abbiamo festeggiato tutti insieme».

La parrocchia di San Lorenzo a pochi metri dal porto era stato il primo centro di accoglienza dei naufraghi. «Il sentimento prevalente ‒ dice don Lorenzo Pasquotti, il parroco ‒ è la contentezza per la liberazione di un peso». In tutti questi anni sicuramente c’è stato anche un indotto portato dai lavori di recupero ma «non era compatibile ‒ spiega don Lorenzo ‒ con la vita sociale dell’isola. C’è un grande rispetto per i morti, per i naufraghi, per i loro parenti, per chi ha lavorato per la messa in sicurezza e l’allontanamento della Costa Concordia, ma c’è una sensazione di soddisfazione perché tutto sta procedendo bene».

La nave procede ad una velocità di 2 miglia all’ora. È stato calcolato che la Costa Concordia per arrivare a Genova domenica prossima impiegherà lo stesso tempo impiegato di una persona che volesse raggiungere Genova a piedi dall’Argentario. La nave non lascerà aree inquinate perché il fondale dove era adagiata non era in una pozza di acqua stagnante, ma vi erano continue correnti marine, c’era un sistema anti inquinamento che ha funzionato e le navi appoggio che stanno accompagnando la Concordia sono in grado di risucchiare anche eventuali sversamenti nel tragitto.

«Il 18 novembre del 1799 ci siamo liberati dai turchi ‒ conclude Alvaro Adinolfi ‒  e, penso, che oggi 23 luglio, sarà una data ricordata a lungo e festeggiata come una nuova liberazione». Nell’Isola del Giglio resteranno ancora molti operai per completare i lavori di recupero del fondo marino, per togliere i sacchi di cemento messi sotto la nave che costituivano il falso fondale dove la nave si appoggiava, per togliere le piattaforme. «Stamattina ‒ dice don Lorenzo ‒ ho benedetto la nave e ho messo nella mani Dio il viaggio fino a Genova e tutti gli sforzi fatti da tanti uomini per il recupero e l’allontanamento della Concordia». La nave è già scomparsa all’orizzonte.

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