La balena spiaggiata

Comincia a sollevarsi parte dello scafo della Costa Concordia finora sommerso dalle acque. La gente è fiduciosa nel buon esito delle operazioni di "rotazione" del relitto cominciati stamani
Operazione di "rotazione" del relitto

Un’opera colossale di cui non ci sono precedenti. Il caso farà letteratura perché non ci sono studi e realizzazioni di salvataggi del genere. «Non c’era nessun punto di riferimento ‒ spiega Alvaro Adinolfi, funzionario del Comune dell’isola del Giglio ‒ e i tecnici sono i migliori sul mercato».

I lavori per “la rotazione” della Concordia sono iniziati stamattina verso le 9 dopo tre ore di ritardo a causa del maltempo notturno. Per realizzare le strutture del cantiere attorno al relitto della nave sono state utilizzate più di 30 mila tonnellate di acciaio, pari a quattro volte il peso della Torre Eiffel. Solo questo dato fornisce il senso della difficoltà del lavoro cominciato che si concluderà in giornata.

«Oggi ‒ dice il parroco don Lorenzo Pasquotti ‒ è il coronamento di tutti i preparativi. Ci può essere l’imprevisto, ma speriamo, anche con la benedizione di Dio, che tutto vada bene».

Il Giglio è invaso da 400 giornalisti accreditati provenienti anche da Cina e Usa, 500 fra tecnici, operai, ingegneri che controllano l’andamento delle operazioni attraverso 8 schermi, centinaia di forze dell’ordine presidiano l’isola e hanno costituito dei posti di blocco che non è possibile oltrepassare per motivi di sicurezza. Oggi, anche per i residenti, si può circolare solo con uno speciale pass rilasciato, tramite il Comune, dalla protezione civile. È un pass da mostrare in bella vista che va portato sempre indosso che dà la possibilità di spostarsi anche nell’area del porto dove sono in corso i lavori. Per tutta la giornata di oggi i traghetti, da e per l’isola, sono sospesi, mentre dovrebbero riprendere domani, una volta terminati i lavori in corso.

«La gente è fiduciosa ‒ dice Alvaro Adinolfi, funzionario del Comune ‒ perché i lavori stanno procedendo bene e sono stati a lungo preparati nei dettagli senza dispendio di risorse economiche». L’isola ha trascorso quasi due anni invasa dai tecnici senza nessun problema di convivenza con la popolazione. «La gente, naturalmente, è stufa ‒ spiega il parroco don Lorenzo Pasquotti ‒ ma capiamo che ad un’emergenza si risponde con un’altra emergenza. C’è stata, comunque, una grande collaborazione e partecipazione da parte di tutti».

Una volta sorretta, la nave sarà in grado con dei “salvagenti” di spostarsi a bassissima velocità. Non si conosce ancora il porto di destinazione dove sarà trasportato il relitto. Si parla di Piombino o Civitavecchia perché sono i meno distanti: entrambe le città sperano di essere scelte perché significa generare molto lavoro. Nel frattempo anche il presidente della Regione Toscana è arrivato in elicottero nell’isola e si è recato nel quartier generale di tutte le operazioni che già lasciano intravedere una parte dello scafo, almeno un metro, finora sommerso dalle acque. Le operazioni sono divise in tre fasi: il disincaglio dello scafo dagli speroni di roccia; la rotazione per circa 20 gradi rispetto alla posizione iniziale per permettere ai cassoni di raggiungere il livello del mare e, infine, il riempimento d'acqua dei galleggianti d’acciaio per far poggiare il relitto su sei piattaforme subacquee appositamente create a 30 metri di profondità.

«Non c’è stata solo la competenza tecnica e lo sforzo umano ‒ commenta don Lorenzo ‒ perché la gente ha pregato in chiesa, chiedendo la protezione celeste, delle persone che sono morte nel naufragio e del nostro patrono, San Mamiliano, di cui ieri, il 15 settembre, era la festa».

Si spera che i costi dell’operazione, 600 milioni di euro, saranno interamente a carico della Costa crociere e non dei cittadini.

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