In Spagna urge la lotta alla corruzione

Nel Paese iberico cresce la pressione per un cambio di passo. “Bisogna farla finita con la corruzione economica e morale che tiene sottomessa la società spagnola” è la richiesta della piazza e della gente comune. Un contributo dalla redazione di Ciudad Nueva
Manifestazioni contro la corruzione

Sono ormai troppi i sintomi che annunciano un cambiamento imminente nella società spagnola. Infatti, molti osservatori non hanno più dubbi sul fatto che ci si trovi davanti a un vero cambio di paradigma non solo politico, ma anche sociale, generazionale, sociologico e mediatico che ha avuto palese evidenza nelle manifestazioni contro la corruzione.

Lo scoppio degli ultimi fuochi d’artificio – anche sulle pagine dei giornali – è stato acceso dai casi di corruzione morale e istituzionale dilagante nella vita politica spagnola e che i grandi partiti, che hanno retto le nostre sorti negli ultimi trentasette anni, sembrano incapaci di controllare.

La società spagnola assiste attonita alle continue operazioni delle forze dell’ordine, che cercano di mettere fine alla corruzione, alla compravendita di favori, al denaro facile e alla collusione selvaggia tra politici e imprenditori soprattutto nel campo dei finanziamenti pubblici che volgono sempre a vantaggio di pochi e a danno di tutti.

I tentacoli della corruzione sembrano estendersi ormai senza alcun limite per tutta la Spagna, colpendola trasversalmente nelle sue nervature politiche, nelle sue articolazioni economiche e giudiziarie, e nei suoi sottosistemi locali e regionali: tutti punti vitali per la sussistenza della nazione. La gente dice che appena si alza una pietra si scopre un abuso, si trova un corrotto, ci si imbatte in un flagrante caso di corruzione. E i media fanno eco quotidiana al disagio e agli inquietanti risvolti di questa realtà.

È anche vero che la lunga crisi economica che ha sofferto la società spagnola ha notevolmente sensibilizzato ampie fasce della popolazione, che hanno subito situazioni economiche estreme mentre gli amministratori brillavano per l’assenza. Ciò che una volta aveva un ampio margine di manovra, il «tutto va bene», il «ne prendo due», a spese del denaro pubblico, e soprattutto la sfacciataggine e la maleducazione, che passavano inosservate o senza controllo, ora fanno male allo spagnolo medio, abituato alla ristrettezza della busta paga – quando c’è –, al sussidio – quando si riceve – e alla crudele realtà che lo mette di fronte alla mera sussistenza e alle poche speranze per il futuro.

Si vede una seria stanchezza della politica e dei politici, mentre un senso di nausea generale irrompe dopo ogni indagine statistica fatta dal CIS, al punto che alcuni analisti consigliano una reimpostazione generale della politica, altri suggeriscono direttamente una modifica dell’intero sistema e c’è chi idealmente vorrebbe un ritorno alle origini del patto costituzionale per darci una seconda opportunità entro i parametri già stabiliti.

Una cosa che si può fare è migliorare ogni singolo controllo istituzionale. Una cosa che bisogna fare è attivare l’esercizio della trasparenza etica come «conditio sine qua non» dell’amministrazione pubblica e dei suoi servitori. Una cosa che è necessario ottenere è la denuncia immediata di tutti quelli che fino a ora sono stati in silenzio per paura, vergogna o per impedimenti inconfessabili.

In conclusione, bisogna farla finita con la corruzione economica e morale che tiene sottomessa la società spagnola, e bisogna farlo con i soli mezzi disponibili: la severa obbedienza alle leggi e l’esercizio implacabile del nostro Stato di diritto in difesa dell’interesse generale della cittadinanza. Questo richiede un’effettiva separazione dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario, la base di ogni democrazia parlamentare che si rispetti. Bisogna poi salvaguardare il principio della privacy, quello della presunzione di innocenza, e tutti gli altri diritti inerenti la persona in una democrazia liberale degna di tale nome.

E devono essere gli stessi partiti politici e le organizzazioni sindacali – socialisti, popolari, nazionalisti, comunisti, tutti quelli sommersi dai casi di corruzione – a supportare senza alcuna esitazione una pulizia totale e assoluta della corruzione tra i propri militanti e rappresentanti pubblici. Senza indugi. La società spagnola, l’opinione pubblica e i mezzi di comunicazione lo richiedono espressamente. Bisogna agire ora. Non basta chiedere perdono, anche se bisogna farlo. Bisogna rimuovere la corruzione senza sconti.

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