Il silenzio su Ruby, non sulla questione morale

Di fronte a una vicenda che fa tremare le fondamenta della vita pubblica italiana, bisogna saper tacere e saper parlare
Silvio Berlusconi

Lo sconcerto attraversa l’Italia intera, non c’è che dire. La gravità della questione morale suscitata dalla vicenda di Ruby – e da tante altre precedenti vicende che hanno toccato uomini di governo che riguardano sesso e soldi – è sotto gli occhi di tutti.

 

Denunciamo così, se verificati, reati insopportabili come il favoreggiamento della prostituzione e la concussione. Denunciamo l’immoralità di atteggiamenti sultaneschi, faraonici o principeschi di ostentazione della ricchezza e della propria impunità (pochi, a dire il vero, ne sono indenni in certi ambienti). Non abbiamo mai taciuto l’incongruenza di chi fa politica per interesse personale e non per il bene comune, a destra e sinistra, e continueremo a farlo. Non staremo zitti sull’immagine che viene data delle nostre bambine, e non solo delle nostre donne, ridotte a corpi senz’anima dallo sporco atteggiamento di certi personaggi che si vorrebbero onnipotenti. Ci rendiamo conto, insomma, della gravità di quanto sta accadendo, della indifendibilità di fatti, discorsi e atteggiamenti che il premier sarebbe obbligato moralmente a spiegare davanti ai magistrati, ai suoi figli, nella verità, non solo in tv.

 

D’altro canto sottolineiamo la questione della lotta politica (e talvolta anche giudiziaria) ridotta a gossip, e della riservatezza ridotta a nulla. E così ci sembra da stigmatizzare l’occupazione degli spazi mediatici con questioni che impediscono di parlare di chi soffre, di chi subisce soprusi e di chi vive onestamente la sua vita privata e pubblica. Perché oggi sui maggiori quotidiani d’Italia la vicenda Ruby occupa 10-15 pagine, e la vicenda di Mirafiori solo mezza pagina? E la rivolta tunisina solo una pagina, se va bene?

 

Ma tacciamo sulle parole intercettate, volgari oltre ogni dire. Silenzio sulle ragazze implicate e sulle loro esistenze degradate e degradanti. Chi vuol sapere cosa sia successo, non ha che da aprire uno qualsiasi dei giornali in edicola o aprire uno qualsiasi dei siti d’informazione. Ma sul nostro sito non troverete una sola riga delle quasi 400 pagine depositate alla giunta per le autorizzazioni a procedere del Parlamento. Una questione di dignità. Scegliamo il silenzio sulla vicenda dei festini di Arcore, anche perché la bufera che si sta scatenando rischia di sollevare impenetrabili cortine di fumo negli occhi, gossip e maldicenze, scomuniche e contro scomuniche che impedirebbero di andare a fondo sulla questione cruciale: la questione della moralità della vita pubblica in Italia, appunto.

 

Insomma, il pettegolezzo e la morbosità non troveranno mai casa su queste colonne; ma la chiarezza sulla “nuova questione morale” continuerà ad avere tutto lo spazio necessario.

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